LXII

I meriti dei compagni del Profeta
Iddio lo benedica e gli dia eterna salute

Narrò Abu Sa’id. al-Hudri:
L’Inviato di Dio Iddio lo benedica e gli dia eterna salute disse:
Verrà per gli uomini l’epoca in cui comparirà un gruppo di persone, e si dirà loro:
C’è fra voi qualcuno che si è accompagnato all’Inviato di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute? Risponderanno di sì e verrà loro aperta la porta.
Poi verrà per gli uomini un’epoca in cui si presenterà un gruppo di persone, e si dirà loro: C’è fra voi qualcuno che si è accompagnato ai Compagni dell’Inviato di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute. – Risponderanno di sì e sarà loro aperta la porta. Poi verrà per gli uomini un’epoca in cui si presenterà un gruppo di persone a cui si domanderà: C’è fra voi qualcuno che s’è accompagnato a chi s’era accompagnato ai Compagni dell’ Inviato di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute-?
Risponderanno di si, e verrà loro aperta la porta.

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Anas narrò che Abu Bakr- sia soddisfatto Iddio di lui – aveva detto:
Mentre ero nella grotta dissi al Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute:
Se uno di loro guarda sotto i suoi piedi, certamente ci vedrà.
Rispose:
Che cosa pensi di due persone, con le quali è presente Dio come terzo?

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Narrò Abu Sa’id al-Hudrì – sia soddisfatto Iddio di lui -:
L’Inviato di Dio. – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute -, mentre predicava, disse:
Iddio sia benedetto ed esaltato; diede ad un Suo servo la scelta fra i beni di questo mondo e quello che sta presso di Lui, e il servo scelse quello che sta presso Dio.
A queste parole Abu Bakr pianse, e noi ci meravigliammo credendo che piangesse per quel che l’Inviato di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – diceva del servo invitato a scegliere.
Invece chi aveva scelto di stare con Dio era lo stesso Inviato di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute -, e Abu Bakr lo sapeva meglio di noi. Disse ancora l’Inviato di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute -:
Il più generoso degli uomini verso di me con la sua amicizia e con i suoi beni è stato certamente Abu Bakr; e se dovessi prendermi un amico perfetto all’infuori del Signore, prenderei certamente Abu Bakr; ma la fratellanza e l’affetto sono per tutti i Musulmani.
Non rimanga nella moschea porta alcuna che non sia stata sbarrata, tranne quella di Abu Bakr.

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‘Aisha – sia soddisfatto Iddio di lei -, moglie del Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – narrò:
Quando morì l’Inviato di Dio, Abu Bakr si trovava in campagna e Umar insorse dicendo: Perdio, l’Inviato di Dio non è morto! Mai non mi sarebbe venuta in mente una cosa simile; certo Dio lo farò, risorgere e lui taglierà mani e piedi a quegli uomini che lo hanno dichiarato morto.
Giunse Abu Bakr, scoprì il viso del Profeta e lo baciò, poi disse:
Lo giuro per mio padre e per mia madre, tu sei buono vivo e morto, e per Colui che tiene in mano l’anima mia, Dio non ti farà mai conoscere la morte due volte. Poi venne fuori e disse a Umar: Alleato mio, calmati!
Dopo queste parole di Abu Bakr, Umar si sedette. Abu Bakr lodò e glorificò Iddio, poi disse: Chi adorava Muḥammad – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – sappia che Muḥammad è morto; a chi adorava Iddio dico che Iddio vive e non mai morirà », e citò:Certo, tu dovrai morire ed essi pure dovranno morire (XXXIX, 31). e: Muḥammad non è se non un apostolo; gli altri apostoli sono già passati, prima di lui; se egli,morisse o venisse ucciso, ritornereste sui vostri passi? Chi ritornasse sui suoi passi, non nuocerebbe a Dio minimamente; Dio però ricompenserà i riconoscenti(III, 138).
I presenti singhiozzavano e lacrimavano. Gli Ansar si riunirono presso Sa’d figlio di Ubadah, nel cortile dei Banu Sa’idah, e dicevano:
Un emiro dei nostri e un emiro dei vostri. Li raggiunsero Abu Bakr, Umar figlio di al Khattab e Abu Ubaydah figlio di al-Garrah.
Umar aveva cominciato a parlare, ma Abu Bakr lo indusse a tacere e prese la parola esprimendosi come il più saggio degli uomini, e disse:
Noi siamo gli emiri e voi siete i visir.
Allora Hubab figlio di al-Mundir replicò:
No, perdio no! Facciamo invece un emiro nostro e un emiro vostro.
E Abu Bakr:
No, perché noi siamo gli emiri e voi siete i visir. Questi sono gli Arabi che hanno il territorio più centrale e il maggior prestigio. Fate quindi omaggio a Umar o ad Abu Ubaydah figlio di alGarràh.
Allora Umar disse:
Invece noi prestiamo omaggio a te, Abu Bakr, perché tu sei il nostro capo, il migliore di noi, il più amato dall’Inviato di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute -.
Gli afferrò la mano e gliela strinse rendendogli omaggio, e gli altri lo imitarono.

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Anas figlio di Malik narrò che il Profeta – Iddio io benedica e gli dia eterna salute – era salito sul monte Uhud in compagnia di Abu Bakr, Umar e Uthman. Fu colto da un brivido, diede un colpo al terreno col piede e disse:
Sta saldo, Uhud, perché in questo momento stanno sopra di te un profeta, un giusto e due martiri.

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Narrò Amr figlio di Maymùn:
La mattina in cui Umar tu colpito, io stavo in piedi senza che fra me e lui ci fosse altri che Abd Allah figlio di Abbas. Umar, passando fra due file di fedeli, diceva:
Allineatevi per bene; che non si vedano spazi vuoti fra l’uno e l’altro. Diede inizio alla preghiera con le parole Allah akbar, e le aveva appena pronunciate, quando lo udii gridare: Quel cane mi ha ucciso! Il Persiano lo colpì con un coltello a due lame, poi, fuggendo, colpi tutti quelli che incontrava, a destra e a sinistra. Ne colse tredici, di cui nove morirono. Alla fine un Musulmano gli gettò addosso il mantello e il Persiano sentendosi preso, si uccise.
Le persone vicino a Umar avevano visto tutto; quelle intorno alla moschea non sapevano ancora niente, ma avevano notato che la voce di Umar s’era interrotta, e gridavano Gloria a Dio!
Allora Abd aI-Raḥmān figlio di Awf prese lui la direzione della preghiera, in forma abbreviata. Quando i fedeli si furono allontanati, Umar disse:
Figlio di Abbas, va a vedere chi mi ha ucciso.
Quegli andò e riferì:
È stato lo schiavo di Mugirah.
Disse Umar:
Che Dio lo faccia morire! Grazie a Dio non muoio per mano, di un Musulmano.
Lo accompagnarono a casa; sembrava che la gente non fossse mai stata colpita da una sciagura prima di quel giorno. Gli portarono dello sciroppo di datteri, lo bevve e gli uscì dalla ferita. Poi chiese del latte, e uscì anche quello. Allora tutti conobbero che sarebbe morto. Arrivarono persone a fargli complimenti, e un giovane gli disse:
Rallegrati, Sovrano dei Credenti, della buona novella che Dio ti manda; sei stato amico dell’Inviato di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – e uno dei primi Musulmani; hai avuto il potere, hai agito con giustizia e ora sei un martire.
Umar disse al figlio di calcolare i suoi debiti e di farli pagare dalla famiglia o dalla tribù. Poi gli disse:
Va da ‘Aisha, Madre dei credenti, e dille: ” Umar ti saluta “. Ma non dire: “Il Sovrano dei Credenti “, perché oggi non sono più tale.
Dì: “Umar figlio di al-Khatab chiede il permesso di essere sepolto insieme con i suoi due amici.
Il figlio andò da ‘Aisha, che trovò seduta in lacrime. Ella accettò la richiesta dicendo:
Lo avrei desiderato per me, ma do a lui la preferenza.

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Narrò Salamah: Alì era stato messo da parte in occasione della spedizione di Haybar, pechè aveva gli occhi infiammati. Disse però:
Io, restare indietro quando l’Inviato di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – va? Partì e raggiunse il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – alla vigilia della mattinata in cui Dio concesse la vittoria.
L’Inviato di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – stava dicendo: Domani daremo la bandiera ad un uomo amato da Dio e dal Suo Profeta (oppure disse: che ama Dio e il Suo Profeta). Iddio ponga la vittoria nelle sue mani. Ed ecco Ali comparve inaspettatamente davanti a noi. L’Inviato di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – gli consegnò la bandiera e dio gli diede la vittoria.

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Narrò Abù Hazim:
Un tale andò da Sahl figlio di Sa’d e gli disse:
Tizio, uomo dell’emiro di Medina, ha mancato di rispetto a Ali parlando di lui accanto al minbar.
Che cosa ha detto?
Lo ha chiamato l’impolverato.
Sahl si mise a ridere e spiegò:
Perdio, soltanto il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – lo chiamava così, e Alì preferiva questo nome a tutti gli altri.
Come mai?
Una volta Alì entrò da Fatimah, poi usci e andò a coricarsi per terra, nella moschea.
Il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – lo trovò col vestito che gli era scivolato dalla schiena e tolse la polvere dalle sue spalle dicendo: Tirati su, impolverato! due volte.

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Disse Abu Hurayrah – sia soddisfatto Iddio di lui -La gente mi accusa di esagerare, ma io mi ero attaccato al Profeta per sfamarmi; non mangiavo pane lievitato, non vestivo di seta, non avevo al mio servizio nè uomo, nè donna. Contro la fame mi mettevo sassi sul ventre e quando chiedevo a quaicuao di recitarmi un versetto del Corano, me lo tenevo impresso perché quello mi portasse a darmi da mangiare. Il più caritatevole degli uomini verso i poveri fu Ga’far figlio di Abu Talib; ci portata a casa sua e ci dava da mangiare quel che aveva, perfino un otre di pelle d’agnello, vuoto; lo strappavamo per leccare quel poco di burro che ci restava dentro.

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Narrò al-Sa’bi che il figlio di Umar, quando salutava il figlio di Ga’far, diceva:
La pace sia su di te, figlio di colui dalle due ali.

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Anas – sia soddisfatto Iddio di lui- narrò the Umar figlio di al-Khattab, in tempo di siccità, faceva le rogaziomi per la pioggia insieme con alAbbas figlio di Ahd al-Muttalib, dicendo:
Signore, noi ti imploriamo in nome del nostro Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – rnandaci l’acqua! Ti imploriamo in nome dello zio materno del nostro Profeta, mandaci l’acqua!
E ricevevano acqua.

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Narrò Said figIio di al-Musayyab:
Ho sentito dire a Sa’d figlio di Abu Waqqas:
Ne~l giorno cui io mi feci Musulmano, nessun altro si convertì, e per sette giorni io fui il terzo dei Musulmani.

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Narrò al-Miswar figlio di Mahramah:
Alì chiese In matrimonio la figlia di Abu Gahl. Fatimah Io seppe andò dall’Inviato di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – e gli disse:
«Quelli della tua gente affernano che non sei in collera con le tue figlie, ed ecco che Alì sposa la figlia di Abu Gahl!
L’Inviato di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – sorse in piedi, recitò la professione di fede, poi sentii che diceva:
Allora la mariterò con Abu l-‘Às figlio di Rabi’ah.
Fatimah è parte di me e mi ripugna che subisca un torto. Perdio, non si possono incontrare accanto allo stesso uomo la figlia dell’Inviato di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – e la figlia deI nemico di Dio!
Quindi Alì abbandonò quel progetto di matrimonio.

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Narrò Gabir, figlio di Abd AIlah – sia soddisfatto Iddio di ambedue -:
Ho sentito dire a Umar:
Abu Bakr è il nostro capo, e ha emancipato il nostro capo Bilal.

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Narrò Qays che Bilal aveva detto ad Abu Bakr:
Se tu mi hai comprato soltanto per te, tienimi stretto. Se invece mi hai comprato per Dio, lasciami andare e Dio provvederà.

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Anas – sia soddisfatto Iddio di lui – narrò:
Il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – annunciò alla gente la morte di Zayd figlio di Haritah, di Ga’far figlio di Abu Talib, e del figlio di Rawahah, prima che ne arrivasse la notizia, dicendo Zayd portò la bandiera e fu ucciso; poi la portò Gafar e fu ucciso, poi il figlio di Rawahah. E aveva le lacrime agli occhi. Finalmente la prese Khalid, il quale era una delle Spade di Dio, e Dio diede loro la vittoria.

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Narrò Abu Salamah che ‘Aisha aveva detto:
Un giorno l’ Inviato di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – mi disse:
‘Aisha, questo è Gabriele che ti saluta
. Risposi: Sia la pace su di lui, la misericordia di Dio e le sue benedizionil Tu vedi quel che non vedo io.

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Narrò Abu Musa al-As’ari – sia soddisfatto Iddio di lui -:
L’Inviato di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – disse:
Vi sono molti uomini perfetti, ma le sole donne perfette sono Maria figlia di Imran, Asiyah moglie del Faraone, e il merito di ‘Aisha è superiore a quello delle altre donne, come il tarid supera gli altri alimenti.

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