L’idiota nella grande città

ascolto della lettura

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Ci sono vari tipi di ‘risvegli’, di cui uno solo è corretto. L’uomo è addormentato, ma deve svegliarsi nel modo giusto. Questa è la storia di un ignorante che non ebbe il giusto risveglio.
Un giorno l’idiota arrivò in una grande città, restando sconcertato dalla folla che riempiva le strade.
Temendo che, se si fosse addormentato, non sarebbe riuscito, al risveglio, a ritrovare se stesso in mezzo a tutta quella gente, si legò una borraccia alla caviglia, come segno di identificazione.
Un birbone, che aveva capito il senso del suo gesto, aspettò che si addormentasse per sfilargli la borraccia e legarla alla propria gamba. A sua volta, si mise a dormire sul pavimento del caravanserraglio.
L’idiota si svegliò per primo, vide la borraccia e subito pensò che quell’uomo doveva essere lui. Allora gli si scagliò contro, gridando: “Se tu sei me, allora, per l’amor del cielo, io chi sono, e dove sono?”.

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Questo racconto, che si ritrova nella raccolta di facezie di Mullah Nasruddin ed è diffuso in tutta l’Asia Centrale, è tratto dal grande classico Salaman e Absal, opera di Abdur-Raḥmān Jāmi, mistico del xv secolo. Questi attraversò l’Oxus per stabilirsi a Herat, dove morì dopo essersi distinto come uno dei maggiori scrittori della letteratura persiana.
Jāmi suscitò il risentimento dei teologi a causa della sua schiettezza e, soprattutto, per aver detto di non riconoscere altri maestri all’infuori del proprio padre.