Apprezzare la civiltà islamica

Alhambra

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L’Egitto fu conquistato dall’Islam al tempo del califfo Omar. Anche se l’Egitto era in maggioranza cristiano da qualche secolo, c’erano ancora numerose pratiche pagane. Una degli usi più abominevoli era la convinzione,  protratta dai tempi del Faraone, che il Nilo esigesse una sposa ogni anno, e che, se ne fosse stato privato, avrebbe rifiutato la piena, causando siccità. Per questo ogni anno gli egiziani sceglievano la più bella vergine del paese, le facevano indossare abiti nuziali e la buttavano nel fiume per farla annegare. Al tempo della diffusione dell’Islam in Egitto, la gente credeva ed esercitava questa usanza.

Quando i compagni del Profeta seppero di questa usanza, informarono il governatore del fatto che la gente era impegnata a scegliere la vittima dell’anno. Il governatore scrisse al califfo Umar per ricevere istruzioni a proposito su come comportarsi: lasciare che venisse fatto il sacrificio o no.

Umar scrisse una lettera al Nilo e chiese al governatore che fosse gettata nelle acque del fiume. C’era scritto: “Oh Nilo, se scorri per tuo ordine proprio non abbiamo bisogno di te, ma se scorri per ordine di Allah, passa oltre.”

Il governatore consegnò la lettera al Nilo, e quando il Nilo tracimò ugualmente, senza sacrificio di una sposa, la gente comprese che il Nilo non era che un mezzo del Signore per benedirli, e che non possedeva una volontà propria. Fu un miracolo dell’Islam quello di porre fine a un usanza così brutta che era costata così tante vite di ragazze.

In Arabia stessa, al tempo del Profeta c’era l’usanza di seppellire le neonate, solo per il fatto che erano nate femmine. Potremmo commentare che si trattava dell’atto di una civiltà inferiore; ed è una prova sufficiente della verità di come l’Islam abbia trasformato una società fondata su tale crudeltà, ingiustizia e ignoranza in una grande civiltà guidata dai più elevati principi spirituali in un quarto di secolo.

Uno studio obiettivo della storia ci mostrerà che l’Islam, portato al mondo dal Santo Profeta, portò alla civiltà un enorme spinta in avanti. L’incursione dell’Islam dalla penisola arabica al vecchio mondo ebbe come risultato le magnifiche civiltà fondate a Damasco, poi a Baghdad, in Spagna, in Anatolia, Asia Centrale, Egitto e India. Se osservate anche le rovine lasciate alle spalle di queste civiltà, restereste a bocca aperta dallo stupore per la magnificenza e l’armonia dell’architettura, ed uno studio più intimo di tutti gli aspetti della cultura islamica e della storia, in modo particolare del sufismo, genererà una grande ammirazione.

Sia attraverso vittorie in conflitti militari, o attraverso il lavoro di predicatori sufi, o il buon esempio dato dai mercanti musulmani e dai viaggiatori, la diffusione dell’Islam non può chiamarsi “un’invasione”, nel modo in cui ci possiamo riferire all’invasione tedesca della Francia o all’invasione francese della Germania. No le invasioni, lasciano solo distruzione sulla loro scia; campi arsi, case saccheggiate, cadaveri.

L’Islam non si diffuse come la peste, ma con una magnifica civiltà che si espanse ovunque. Chi può dichiarare che queste nazioni avrebbero avuto uno sviluppo più rapido senza l’Islam in quel periodo storico? Il pensiero ellenistico era giunto ad un punto morto, le dottrine cristiane erano in uno stato di conflitto e trambusto, ed entrambe erano diventate sterili. L’avvento dell’Islam portò una nuova vita all’umanità ed una vigorosa nuova direzione.

Così tante idee sbagliate sono sorte attorno all’Islam nel nostro tempo. Vi sono due ragioni fondamentali per questo. La prima è che i musulmani del nostro tempo sono degli esempi talmente negativi della loro religione – sono talmente distanti dalla verità dell’Islam come lo è  la terra dalle stelle lontane. La seconda è che gli occidentali non si preoccupano di dare un’occhiata alle origini e allo sviluppo della religione che appare così spesso nelle notizie dei nostri giorni. Nessuno prova a far riferimento a fonti storiche autentiche, ma accetta ciecamente le opinioni di gente arrogante in cerca di notizie sensazionali presentate dai media, opinioni fondate su osservazioni parziali e superficiali di eventi attuali caricate da emozioni isteriche. Questa situazione va a scapito degli occidentali educati che mantengono ampie pretese di obiettività.

La storia seguente illustra chiaramente la somiglianza della gente che si affida al giornalismo televisivo per formare una propria opinione sull’Islam, invece di ricercare accurate informazioni storiche. Una volta un sapiente erudito stava attraversando la campagna. Raggiunse un paesino e andò in moschea a  pregare. Non appena iniziò la preghiera, egli si rese conto che l’imam del villaggio era un ignorante, e faceva errori sia nel recitare che nel compiere i movimenti della preghiera.

Il sapiente si rivolse ai paesani: “Oh gente, dovrete sostituire quella persona con un imam qualificato, dato che questo non sa quel che fa.” I paesani furono sorpresi e chiesero al loro imam: “Quella persona ci ha detto che sei un ignorante. Che cosa dici a proposito?” “Può dire quel che vuole, ma potreste metterlo alla prova e vedere chi è il più istruito.”

Poi i paesani si riunirono in una sorta di giuria contadina, per lasciare aperta ogni dichiarazione e stendere un verdetto. Se avessero visto la lettera “I” l’avrebbero presa per una trave di legno. Quindi l’imam disse al sapiente: “Scrivi la parola ‘bue’. ”Quindi il sapiente si mise gli occhiali e scrisse la parola ‘bue’ in una calligrafia molto bella. Nel frattempo, l’imam si mise a sedere e disegnò un bue. Poi chiese ai contadini: “Ditemi, qual è il bue migliore?” “Il tuo” risposero, e buttarono fuori il sapiente, dicendo: “Sei un impostore! Il nostro imam è nel giusto e accettiamo la sua autorità.”

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