Corso “I Pilastri dell’Islam” – 2° Pilastro: La Salàt (La Preghiera)

Lezione 8 (Anno 2015-2016) – Domenica 8 Marzo 2015

LA PURIFICAZIONE (Tahàra) – L’ABLUZIONE PULVERALE (TAYAMMUM)

L’insegnante Shaykh Anwar, dopo il saluto di Pace ai partecipanti presenti al Corso, inizia la Lezione in Nome di Dio Bismi-Llàh, proseguendo sul tema della Purificazione (At-Tahàra) necessaria prima della Preghiera. Oggi viene approfondita l’abluzione pulverale cioè l’abluzione con la terra o sabbia – tayammum – quando manca l’acqua.

L’abluzione pulverale (con la terra sa’ìd) «Tayammum»

Etimologicamente il termine tayammum si ricollega all’idea di “avere di mira”, “prefiggersi” o ancora “volgersi con intenzione”, o “dirigersi” verso qualcosa. In seguito, e anche in ragione di alcuni versetti coranici sotto riportati, esso assume nella Legge sacra islamica (Sharia) un significato tecnico riferito al fatto di utilizzare per purificarsi ‘polvere’, ‘terra’, o ancora ‘sabbia’, o ‘pietra, secondo i diversi significati di “sa’ìd” che indica (secondo la derivazione etimologica della stessa radice araba s-‘-d di sa’ada “salire”) ogni materiale diverso dall’acqua che ‘sale’ e si presenta alla superficie terrestre, e dunque il ‘suolo’ (a patto naturalmente che non sia alterato da qualcosa di impuro, come orina, sterco, o simili).

Una persona ammalata che non si può muovere, e non ha presso di se un sasso, farà il tayammum servendosi del muro che si trova a fianco del suo giaciglio.

Riferimento Coranico del Tayammum

In mancanza di acqua, necessaria per fare la purificazione rituale (tahàra) prima della preghiera, si può utilizzare della terra (sa’ìd) buona-propria (tayyib), sabbia o pietra, come ha detto Allàh l’Altissimo:

«Se siete malati, o siete in viaggio, o ancora se uscite dalla latrina, o se vi siete accostati alle vostre donne, e non trovate acqua, purificatevi con della polvere (terra) buona-propria (sa’id tayyb), e strofinatevi leggermente con essa il viso e la mani, in verità Allàh è Indulgente e Perdonatore.»[1]

E ancora:

«Se siete malati, o in viaggio, o se qualcuno di voi viene dalla latrina (toilette), o ancora se vi siete accostati alle vostre donne, [se dunque siete in queste situazioni] ma non trovate acqua, allora volgetevi, purificatevi (tayammamù) con polvere (terra) buona (sa’id tayyib), e strofinatevi leggermente con essa il viso e le mani.»[2]

 

Alcuni punti importanti sul Tayammum

  1. Il Tayammum è un atto rituale di adorazione (‘ibadàt), in quanto è un obbligo divino (fard), un dovere del credente verso Allàh, per metterlo in uno stato di purificazione e rendendolo atto alla Preghiera (Salàt) al Suo Signore.
  2. Il Profeta Muhammad (su di lui la preghiera e la pace divine) nell’elencare i cinque privilegi concessigli da Allàh ad esclusione di ogni altro Inviato divino[3], menziona il fatto che «Per me la terra è stata resa un tempio (masgid, letteralmente ‘luogo per prosternarsi’, e dunque per pregare), e un mezzo di purificazione (tahùr): ovunque [il momento del]la preghiera colga un uomo qualsiasi della mia comunità, lì egli pregerà», laddove quest’ultimo termine (tahùr) viene inteso anche in senso attivo, come se intendesse ‘luogo purificante’.
  3. Il Tayammum rende facile e facilita al musulmano la vita e la pratica degli atti rituali richiesti dalla sua Religione.

Si parla poi della situazione di colui il quale “non trova né acqua” per fare l’abluzione minore (wudù) o quella maggiore (ghusl), “ne terra” per fare il tayammum, o che comunque è impossibilitato ad accedere a questi due ‘elementi’: si tratta ovviamente di stati ‘estremi’ o particolari. In questi casi è comunque possibile fare la Preghiera (Salàt) con la sola intenzione (niyya) e la Preghiera sarà accetta da Allàh.

Vedi anche questo hadîth: «Si tramanda da ‘Urwa che ‘Aisha si fece prestare da sua sorella Asmà una collana, che però si perse [durante una spedizione militare]. Allora l’Inviato di Allàh (su di lui la preghiera e la pace divine) mandò un uomo a cercarla, ed egli in effetti la trovò. Intanto, li colse il momento della Preghiera (Salàt) mentre non avevano acqua. Essi pregarono ugualmente, ma si lamentarono della cosa [di non aver fatto l’wudù] con l’Inviato di Allàh: allora discese il versetto coranico in cui si parla del tayammum” [ma la preghiera non fu rifatta].(Il Sahih Al-Bukhari nr.336)

Quando si può fare il Tayammum

  1. Quando si è in viaggio e non si trova l’acqua, (mancanza d’acqua).
  2. Quando si è in viaggio e si dispera di trovare l’acqua entro il tempo massimo fissato per la preghiera (salàt).
  3. Quando si ha acqua, ma essa è poca e una persona o un animale ha bisogno di questa poca acqua per sopravvivere.[4]
  4. Quando si ha acqua, ma non la si può toccare in quanto questo può comportare un danno, esempio: si ha una malattia o si è infermi e si teme con l’acqua di aggravare questo stato, oppure si teme che usando l’acqua ci si possa ammalare.

E’ riportato che un Compagno del Profeta (su di lui la preghiera e la pace divine) era gravemente ferito alla testa e aveva timore di lavarsi con l’acqua per la ferita aperta e voleva perciò fare il tayammum. I suoi compagni gli dissero di fare l’wudù, e a causa di ciò il giorno dopo mori. Il Profeta venuto a sapere questo, sgridò i compagni dicendo loro che dovevano lascarlo fare il tayammum.

E’ riportato anche che ‘Amr ben Al-‘As trovandosi in uno stato di impurità maggiore in una notte fredda, durante una spedizione militare, per timore di ammalarsi, invece di fare il lavaggio maggiore (ghusl), fece il tayammum, e recitò queste parole del Corano: “Non uccidete voi stessi: certo Allàh è Clementissimo a vostro riguardo” (4:23), [il mattino poi pregò guidando la preghiera]. Quindi raccontò la cosa al Profeta (su di lui la preghiera e la pace divine), e lui non lo rimproverò.[5] [e ciò ha il significato di una conferma di quello che ‘Amr aveva fatto].

  1. Quando si è impossibilitati ad arrivare a prendere l’acqua, per esempio: la porta del bagno è chiusa, c’è un guasto nel rubinetto, c’è un pozzo ma non c’è un secchio per prendere l’acqua, e altri impedimenti.
  2. Quando non si può utilizzare l’acqua, esempio: la persona è handicappata, malata, incatenata o legata, e non trova nessuno che gli porti l’acqua.
  3. Quando ci si trovi vicino all’acqua, ma si è impediti per timore di briganti, nemici, bestie feroci, o altri pericoli che si trovano in prossimità dell’acqua.

Come eseguire il Tayammun

Pronunciare “in nome di Allàh” (Bismillàh), avendo l’intenzione (niyya) di fare il tayammum per poter eseguire la preghiera.

– Passare le due palme aperte delle mani sulla terra, sabbia, pietra, fare poi cadere eventuali residui.

– Passare le due mani su tutto il viso, dall’alto verso il basso (come nell’wudù).

– Ripassare le mani ancora sulla terra.

– Passare la mano sinistra sulla mano destra, esterno e interno, facendo passare le dita tra le dita, e volendo, come eccellenza nel rito, anche sull’avambraccio fino al gomito (come nell’wudù), e poi ripetere la stessa cosa con la mano destra sulla mano e avambraccio sinistro.

– Concludere con l’attestazione di fede, come nell’wudù (Sunna).

Note da sapere:

– Secondo alcuni Sapienti (Ulamà) è sufficiente toccare una sola volta la terra, e poi passare la mani sia sul viso e sia tra le due mani, in una unica volta.

– Secondo altri Sapienti è detto invece di passare le mani sulla terra due volte, una volta per il viso e una volta per le mani.

– Un terzo gruppo di Sapienti dice di passare le mani sulla terra due volte, una volta per il viso e una volta per le mani e poi anche sugli avambracci fino ai gomiti (come eccellenza).

Tutte e tre queste interpretazioni sono comunque valide, perché supportate da hadith (detti e fatti) del Profeta Muhammad (su di lui la preghiera e la pace divine).

Alcuni hadith:

«(…) Disse il Profeta (sas): Ti era sufficiente cosi: batté le palme delle mani sul suolo, vi soffiò sopra, e se le passò sul viso e sulle mani, [la sinistra sulla destra e la destra sulla sinistra].»[6]

«Si tramanda da ‘Abdu r-Rahmàn che ‘Ammar disse ad ‘Umar: “Mi rotolai a terra [per fare il tayammum], quindi andai dal Profeta (su di lui la preghiera e la pace divine) che mi disse: “Ti sarebbero stati sufficienti il viso e le mani.”»[7]

Durata della purificazione con il Tayammum per le 5 Preghiere obbligatorie (farà’id)

Anche per questa questione ci sono diverse, ma sempre valide, interpretazioni dei Sapienti, citiamo queste tre:

  1. Secondo alcuni Sapienti il tayammum vale per le cause che rendono obbligatoria l’abluzione minore (wudù) e per quelle che rendono obbligatoria l’abluzione maggiore (ghusl), e (se non si è perso lo stato di purità rituale, sia minore che maggiore, dopo aver fatto il tayammum) esso ha valore anche per le successive preghiere obbligatorie, senza necessità di rifarlo nuovamente.
  2. Secondo altri Sapienti il tayammum va considerato in queste due cause: A) vale per le cause che rendono obbligatoria l’abluzione minore (wudù), ed è valido (se non si è incorsi in impurità minori) anche per più preghiere obbligatorie in successione, senza doverlo rifare. Al-Hasan Al-Basriyy ha detto: “Il tayammum è sufficiente per il credente fino a quando non incorra nell’impurità minore”. Seguendo questa sua opinione, alcuni Sapienti (tra i quali Abù Hanifa) intendono che in assenza di acqua il tayammum sia esattamente equivalente all’abluzione minore (wudù) compiuta con l’acqua, cosi che con un solo tayammum sarebbe possibile compiere più preghiere obbligatorie. B) vale per le cause che rendono obbligatoria l’abluzione maggiore (ghusl), ma bisogna rifare il tayammum per ogni preghiera obbligatoria.
  3. Il tayammum vale per le cause che rendono obbligatoria l’abluzione minore (wudù) e per quelle che rendono obbligatoria l’abluzione maggiore (ghusl), ma però con un tayammum si può fare una sola preghiera obbligatoria, (anche se non si è perso lo stato di purità rituale).

FINE

NOTA:  Si consiglia ai Studenti, ma anche per chi ci legge nel web, l’acquisto del seguente Libro sapienziale di Al-Bukhàrì tradotto in italiano, molto utile, che raccoglie tantissimi hadith sull’argomento della Purificazione rituale: 

«Al-Bukhârî, Muhammad ben Ismâ’îl: Il Sahîh, ovvero ‘La giustissima sintesi’»

– I Libri riguardanti la purificazione rituale:

Libro quarto: Dell’abluzione minore; 

Libro quinto: Dell’abluzione maggiore; 

Libro sesto: Delle mestruazioni; 

Libro settimo: Del Tayammum   

Edizioni ‘Orientamento/Al-Qibla’, 479 pagg., – € 23,00

http://www.edizioniorientamento.it/scheda_collana_Al-Bukhari_Il_%20Sahih.htm#ricerca_della_conoscenza_sacra

 

E Allàh è il più Sapiente (wa Allahu ‘Alìm)

– Fine Lezione –

«Subhàna-ka Allàhumma wa bi-hamdi-ka,

ashadu an là ilàha illà Anta, astaghfiru-ka wa atùbu ilay-ka»

«O Allàh gloria a Te e con la Tua Lode,

testimonio che non c’è divinità all’infuori di Te, chiedo il Tuo perdono e a Te mi pento»

 

[1] Corano Sura An-Nisà 4:43. Questo il versetto nella sua interezza: «O voi che credete! non accingetevi alla Preghiera (Salàt) in stato di ebrezza, ma attendete di poter comprendere quello che dite; e neppure quando siete in stato di impurità, a meno che non siate in viaggio, finché non abbiate fatto l’abluzione (wudù). Ma quando siete ammalati, o siete in viaggio, o ancora se uscite dalla latrina, o se vi siete accostati alla vostra donna, e non trovate acqua, allora purificatevi con della polvere-terra buona (sa’id tayyba), e strofinatevi con essa il viso e le braccia, in verità Allàh è Indulgente e Perdonatore».

[2] Corano Sura Al-Mà’ida 5:6. Questo il versetto completo: «O voi che avete fede, quando vi levate a compiere la preghiera, lavatevi il viso e le braccia fino ai gomiti, passatevi le mani bagnate sulla testa, e [ancora lavatevi] i piedi fino alle caviglie. Se siete in stato di impurità (junub), purificatevi. Se siete malati, o in viaggio, o se siete usciti dalla latrina, o ancora, se vi siete accostati alle vostre donne, [se dunque siete in queste situazioni] ma non trovate acqua, allora purificatevi con polvere-terra buona, e strofinatevi leggermente con essa il viso e la mani. Allàh non vuole farvi difficoltà, ma vuole purificarvi, e rendere completa su di voi la Sua grazia, che possiate esprimere gratitudine».

[3] «Mi sono state concesse cinque cose che non sono state mai concesse a nessuno prima di me:[1] sono stato aiutato dalla paura, [che mi precede per una distanza pari a quella del] cammino che si percorre in un mese. [e che pervade i cuori dei nemici]. [2] Per me la terra è stata resa un tempio (masgid), e un mezzo di purificazione (tahùr): ovunque [il momento del]la preghiera colga un uomo qualsiasi della mia comunità, lì egli pregherà. [3] Mi sono stati resi leciti i bottini, mentre non erano leciti per nessuno prima di me. [4] Mi è stata concessa l’intercessione (shafà’a) [5] Infine, gli altri Profeti erano inviati esclusivamente per i loro popoli, mentre io sono stato inviato a tutti gli uomini.» (Hadith tramandato da Giàbir ben ‘Abd Allàh, e riportato nel Sahìh di Al-Bukhârî nr.335)

[4] Fa eccezione lo stato dei marinai, che possono utilizzare l’acqua del mare per la purificazione, come ha detto in un hadith il Profeta: «Il mare, la sua acqua è mezzo di purificazione (tahùr), ed è lecito il suo morto», cioè è lecito di cibarsi di tutti gli animali marini, anche se li si pesca già morti.

[5] Il Sahih di Al-Bukhari, Cap. settimo, introduzione.

[6] Il Sahih di Al-Bukhari nr.338.

[7] Il Sahih di Al Bukhari nr.341.