Poesie di Ibn al-ʿArabī
Amore speciale
Come la luna appare nella notte, così a me
appare il suo viso tra le chiome.
La percezione di lei nasce dal dolore: lacrime
scorrenti sulla guancia. Come un nero narciso
che sparga lacrime su di una rosa.
Le altre beltà vengono oscurate: la natura della
sua bellezza è irresistibile.
Persino pensarla ne danneggia la sottigliezza, (troppo ruvido
mezzo è il pensiero per averne cognizione). E se è così,
come si potrà mai percepirla bene
con quel goffo organo che è l’occhio?
La sua elusiva meraviglia sfugge al pensiero;
ella sta al di là dello spettro visivo.
Quando si tentò di descriverla rimase superiore e inattingibile.
E ogni volta che il tentativo viene ripetuto
la descrizione viene sconfitta.
Se qualcuno, ricercandola, abbassa le proprie aspirazioni
(per sentire in termini di amore normale),
Altri vi saranno che non faranno così.
“Ascolta, o mio amato!
Tu sei la ragione dell’esistenza di questo mondo,
Tu sei il centro della circonferenza e ciò che essa comprende,
Tu sei la sua complessità e la sua semplicità,
Tu sei l’ordine disceso tra cielo e terra.
Non ho creato per te i sensi,
se non per essere Io l’oggetto delle tue percezioni.
E quando Mi realizzi, è te stesso che realizzi.
Non cercare però di realizzare Me attraverso te stesso;
Attraverso il Mio occhio vedrai Me e vedrai te stesso;
Attraverso i tuoi occhi non Mi vedrai.
O Amato!
Quante volte ti ho chiamato e non hai sentito?
Quante volte Mi sono presentato davanti a te e non hai testimoniato la Mia presenza?
Quante volte Mi sono impersonato in profumi che tu non hai respirato?
E in gusti che tu non hai assaporato per Me, nel Mio nome?
Qual è il tuo problema? Perché non Mi senti quando tocchi?
Perché non Mi riconosci nella fragranza del muschio?
Perché non Mi vedi? Perché non Mi ascolti?
Qual è il tuo problema?
Qual è il tuo problema?
Le Mie delizie per te superano qualsiasi altra gioia
Il piacere che ti porto è più intenso di quello che puoi ricevere da qualunque oggetto di desiderio.
Io sono meglio per te di qualsiasi buona cosa
Io sono il Bello,
Io sono la Grazia.
Amami! AmaMI! Ama Me e soltanto Me!
DesideraMI! Ardentemente!
Aggrappati a Me! Consumati in Me, non perder tempo in altri che Me.
PrendiMI, riceviMI, non troverai nessun altro più intimo di Me.
Tutti ti vogliono per se stessi, Io no, Io ti voglio per te!
Ma tu, tu Mi eviti.
Amato!
Avvicinandoti a Me non Mi incontrerai a metà del cammino
il Mio movimento verso di te è cento volte più grande del tuo verso di Me.
Sono più vicino a te di quanto lo sia tu stesso.
E quel te stesso, quello che compie questi atti, è altri che Me, è creato.
Amato!
Sono geloso per te, delle attenzioni di te stesso.
Non posso tollerare di vederti con altri che Me, nemmeno con te stesso.
Sii con Me, sii in Me
quando sei con te stesso torna ad essere con Me.
E poi, mio Amato, in altri che Me non percepiresti nemmeno l’Unione,
l’Unione.
Se avessimo trovato un sentiero che conduce alla separazione,
avremmo lasciato assaporare separazione alla separazione stessa.
Amato!
Vieni, mano nella mano, entra alla Presenza della Verità.
Lascia che Essa sia giudice tra noi
e ponga il Suo sigillo sulla nostra unione, per l’eternità.
Amato antagonista
Il piacere non può esistere nelle dispute tra amanti.
Il piacere è nell’opposto.
Come diceva il poeta:
“Vorrei che da tanto amore, lei morisse,
così da essere il mio avversario nell’Ultimo Giorno”
(Dì: Avete forse la comprensione della Grande Assemblea sulla quale si trovano in disaccordo?
Se il risultato di questo distacco fosse solo l’apparire davanti al Giudice,
cosa rimarrebbe della gioia e del mirare infine verso il volto dell’Amato?)
O cuore! O cuore!
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adattato da Shaykh Muhyiddin Ibn ‘Arabi di Murcia (q), XII secolo.