Yunus Emre

Yunus-Emre

Yunus-Emre

Yunus Emre, taglialegna e derviscio, che Allah santifichi il suo segreto

La poesia di Yunus Emre rimane popolare ancora oggi, circa 700 anni dopo la sua morte, scrisse la sua poesia nello stesso modo in cui parlava alle persone dell’Anatolia centrale e occidentale.

La poesia di Yunus Emre esprime un profondo personale misticismo, umanità e amore per Dio. Era un contemporaneo di Mevlana Jalaluddin Rumi, che si stabilì nella stessa regione.

Yunus Emre ha viaggiato e insegnato tra i poveri delle campagne, ha cantato le sue canzoni in turco.

Il suo murshid (o pir, insegnante o guida spirituale) fu Taptuk Emre (che Allah santifichi il suo segreto), mistico sufi e derviscio Bektashi. Sarebbe nato intorno al 1210-1215 e sarebbe venuto dal Khorasan. Era un khalifa di Hadji Bektashi Veli

Allah ottagono

Noi siamo i discepoli e leggiamo il libro dell’Amore,
Il Creatore è il nostro Maestro e l’Amore la sua scuola

Allah ottagono

Oh tu che mi leggi, ascolta ciò che ti devo rivelare,
Lascia che ti dica ogni cosa, una per una.

Perché ogni vera sapienza proviene dal Sovrano
E ha avuto inizio con le parole di Adamo

Se osservi bene i nostri due mondi, dei vivi e dei morti,
Ti accorgi che sono centomila.

Uno è il mondo del cuore che si estende in ogni direzione
E se seguirai le sue tracce, in te lo troverai.

Che io ora ti dia notizie della terra dell’ego:
Se in te c’è speranza, potrei lasciarla.

Dinanzi a te ci sono due sovrani
Ognuno dei quali desidera essere scelto da te.

Uno è il Misericordioso e governa le pie intenzioni dell’anima pura,
L’altro è Satana, signore degli impulsi demoniaci.

Bada bene quindi chi stai servendo,
Di quale regno stai aprendo la porta.

Tredicimila sono i militi del Misericordioso
Ed essi sono eroi invincibili.

Di novemila è l’esercito di coloro che minacciano l’anima,
E i loro cavalli sono sempre sellati, pronti all’assalto.

Costoro recano in viso un marchio oscuro
E accorrono ovunque vi sia lamento o spergiuro.

Bada a non divenire delle loro schiere,
Che la tua anima non venga asservita all’ego!

Se nutrirai l’anima con lo spirito divino,
E ascolterai le sue parole, il tuo destino sarà la luce.

Un’anima superba non conosce sovrano,
In preda alle sue pulsioni, non potrà mai essere virtuosa.

Il puro di spirito è nella luce del Sommo Maestro,
E non si separa mai dalla presenza del Sovrano.

Dalla notte dei tempi l’anima è ribelle al Sovrano,
E il suo fato è appeso al filo dell’obbedienza.

Nove sono i figli generati dall’ego,
Ognuno dedito all’ipocrisia e all’idolatria

Allah ottagono

La Verità è come un immenso oceano
e la Legge e come una nave fatta per lei.

Molti sono coloro che sono entrati nella
nave ma sono pure rimasti sulla riva…

Per quanto sia salda la struttura della nave quando le onde
la percuoteranno la faranno a pezzi.

Quanto cerchi valicando montagne, frugando per terra,
in affannosi lunghi viaggi e qui, non nell’insensato
peregrinare…e in te la moschea ed il caravanserraglio,
ma tu cammini a casaccio!

Allah ottagono

Oggi ho svelato tutti i miei segreti

E ho trovato la mia anima dandola via.

Allah ottagono

Yunus è il mio nome,

Ogni giorno che passa sventola e si risveglia la mia fiamma,

Quello che desidero in entrambi i mondi è lo stesso:

Tu sei Quello di cui ho bisogno,

Tu sei Quello che desidero.

Allah ottagono

L’Amato è con noi tutto il tempo;

Non è diverso da ogni persona.

La lunghezza della strada dipende da noi stessi,

Ho scoperto che l’Amico è vicino, amico mio.

Alla fine, ho conosciuto me stesso

e ho trovato il Dio che desideravo.

Ho avuto paura finché non l’ho trovato,

sono stato salvato dalla paura, amico mio.

Allah ottagono

I fiumi tutti in paradiso
Fluiscono con la parola “Allah, Allah”,
E ogni desideroso usignolo
Canta e canta “Allah, Allah”.

Allah ottagono

Con le montagne, con le pietre
Ti chiamerò, Signore, o Signore!
Con gli uccelli all’inizio dell’alba
Ti chiamerò, Signore, o Signore!
Con i pesci nel mare,
Con gazzelle libere nei deserti,
Con il richiamo dei mistici “Ya Hu!”
Ti chiamerò, Signore, o Signore!
(Y 552)

Allah ottagono

Non lasciarmi vagare lontano dal tuo amore,

Non fare che io lasci la tua porta

E se mi perdo

Fammi trovare me stesso in te.

Allah ottagono

L’essenza derviscia mi dice questo: non puoi diventare un derviscio.
Quindi che cosa ho da dirti io? Non puoi diventare un derviscio.

Un derviscio ha bisogno di un cuore ferito e occhi pieni di lacrime.
Deve essere docile come una pecora.
Non puoi essere un derviscio.

Deve essere senza mani quando uno lo picchia.
Deve essere senza lingua quando uno lo insulta.
Un derviscio deve essere senza alcun desiderio.
Non puoi essere un derviscio.

Produci un sacco di suoni con la tua lingua, dici cose con un senso.
Ti arrabbi per una ragione o per un’altra.
Non puoi essere un derviscio.

Se fosse accettabile essere arrabbiato lungo questo sentiero.
Lo stesso Muḥammad (s) si sarebbe arrabbiato.
A causa della tua rabbia, non puoi essere un derviscio.

Se non trovi un sentiero reale, se non trovi una guida,
se la Verità non ti concede una sua parte,
non puoi essere un derviscio.

Quindi, o derviscio, vieni,
tuffati ora nell’oceano, così come sei.
Se non ti tuffi nell’oceano, non puoi essere un derviscio.

sufi-rosario-tasbih

Chi ha imparato ad essere veramente umano
ha trovato tutto nell’essere umile,

mentre chi guardava con orgoglio dall’alto
è stato spinto giù per le scale.

Un cuore che deve sempre sentirsi superiore,
un giorno perderà la strada.

Ciò che dovrebbe essere dentro trapela fuori.
Il vecchio con la barba bianca non vede mai lo stato in cui si trova.

Non ha bisogno di sprecare denaro per fare l’Hajj
se ha spezzato il cuore di qualcuno.

Il cuore è la sede di Dio, dove Dio è consapevole.
Non troverai la felicità in nessun mondo se spezzi un cuore…

Qualunque cosa pensi di te stesso, pensa lo stesso degli altri.

Se i Quattro Libri hanno un significato,
il significato è questo.

Che Yunus non si allontani dal sentiero
e non salga sul suo cavallo alto,

che la tomba e il giudizio non siano una preoccupazione
se ciò che ama è il volto di Dio.

Allah ottagono

Bismillahi Rahmani Rahim

Quelli che sono diventati completi

non hanno vissuto questa vita in ipocrisia,

non hanno imparato il significato delle cose

soltanto leggendo commentari.

La Realtà è un oceano, la Legge una barca.

Molti non hanno mai lasciato la barca,

non si sono mai buttati in mare.

Forse sono venuti per Devozione,

ma si sono fermati ai rituali.

Mai hanno conosciuto,

mai sono entrati all’Interno.

Quelli che pensano che i Quattro Libri

sono lì perché se ne parli,

che hanno letto solo interpretazioni

ma non sono mai entrati nel significato,

vivono realmente nel peccato.

Yunus significa “amico vero”

per qualcuno il cui viaggio è cominciato.

Fino a quando non trasformeremo i nostri nomi,

non avremo trovato la Via.

Allah ottagono

Oh tu che mi leggi, ascolta ciò che ti devo rivelare,

Lascia che ti dica ogni cosa, una per una.

Perché ogni vera sapienza proviene dal Sovrano

E ha avuto inizio con le parole di Adamo

Se osservi bene i nostri due mondi, dei vivi e dei morti,

Ti accorgi che sono centomila.

Uno è il mondo del cuore che si estende in ogni direzione

E se seguirai le sue tracce, in te lo troverai.

Che io ora ti dia notizie della terra dell’ego: Se in te c’è speranza, potrei lasciarla.

Dinanzi a te ci sono due sovrani

Ognuno dei quali desidera essere scelto da te.

Uno è il Misericordioso e governa le pie intenzioni dell’anima pura,

L’altro è Satana, signore degli impulsi demoniaci.

Bada bene quindi chi stai servendo,

Di quale regno stai aprendo la porta.

Tredicimila sono i militi del Misericordioso

Ed essi sono eroi invincibili.

Di novemila è l’esercito di coloro che minacciano l’anima,

E i loro cavalli sono sempre sellati, pronti all’assalto.

Costoro recano in viso un marchio oscuro

E accorrono ovunque vi sia lamento o spergiuro.

Bada a non divenire delle loro schiere,

Che la tua anima non venga asservita all’ego!

Se nutrirai l’anima con lo spirito divino,

E ascolterai le sue parole, il tuo destino sarà la luce.

Un’anima superba non conosce sovrano,

In preda alle sue pulsioni, non potrà mai essere virtuosa.

Il puro di spirito è nella luce del Sommo Maestro,

E non si separa mai dalla presenza del Sovrano.

Dalla notte dei tempi l’anima è ribelle al Sovrano,

E il suo fato è appeso al filo dell’obbedienza.

Nove sono i figli generati dall’ego,

Ognuno dedito all’ipocrisia e all’idolatria.

Tale era l’avidità del figlio maggiore, la Cupidigia che non rendeva mai lode per nulla,

Se anche avesse posseduto il mondo intero non si sarebbe saziato.

Mille uomini sostano alla sua porta,

Essi hanno piegato il mondo al suo dominio.

L’amore per il mondo era la sua unica fede,

La sua anima assetata non trovava mai quiete.

Bada che la tua fede dipende da ciò che ami.

Come puoi non amare il Sovrano?

Sappi che è l’oggetto del tuo amore a guidarti,

Qualunque cosa sia essa ti attirerà al suo fianco.

D’altronde tu non hai altro riparo al di fuori dell’Amato,

Molte sono le parole e le frasi ma questo è il Vero Significato.

In questo Sentiero non c’è spazio per la disputa,

il Significato è ciò che occorre.

Chiunque sia l’amato è di lui che si ha bisogno.

Colui che non si eleva all’intelletto neppure mezza giornata,

Come potrà dirsi degno di rendere servizio al Signore?

Vidi arrivare un uomo. Il viso ferito,

La lingua legata, la mente in subbuglio.

Si presentò all’Intelletto e gli porse i suoi rispetti,

Ringraziò Dio per averlo ritrovato.

«Se tu sei l’Intelletto» disse «guardami,

Trova il mio male e guariscimi».

«Tu che non hai cercato di vederlo un giorno,

Perché non domandi ad altri dove trovare ciò che chiedi?»

«Ho lasciato la carovana della Cupidigia,

E sono venuto a te perché ho intuito che tu possiedi la mia cura.

Sono allo stremo, e sono qui da te, guarda in che stato sono

Se puoi soccorrermi, asciuga le mie lacrime.

Sono caduto prigioniero della Cupidigia, non riesco a liberarmi,

Le mura sono solide non posso demolirle.

Molti sono quelli posti a guardia della prigione,

Militi valorosi dal cuore di ferro.

Mille sono i soldati dell’esercito della Cupidigia,

Ognuno di essi è un valido combattente.

Gettano in prigione chiunque cada nelle loro mani E lo incatenano.

Ho chiesto loro: «Chi siete?

Chi è il vostro capo? Chi sono i vostri compagni?».

Hanno risposto: «Siamo tutti schiavi dell’Ego, La Cupidigia è il nostro capo».

Gli inferi sono la dimora dei cupidi,

Negli inferi essi trovano quiete.

Mi hanno seguito, raggirato e catturato,

La mia esistenza si è consumata nel miraggio di essere rilasciato».

L’Intelletto ascoltò le sue parole,

Rifletté e si chiuse in se stesso.

Quindi tornò da lui e lo consigliò:

«Coloro che si rivolgono a noi hanno salva la vita.

Poiché sei venuto a noi, non stare in pena

E non inquietarti qualunque cosa ti chiederò di fare.

Giungono ora la Modestia e la Povertà,

Guarda ora in che posizione si trova il nemico».

Il nunzio annunciò: «È arrivata la Modestia».

È vestita di seta e cavalca un destriero dai ricchi finimenti.

Dispiega i suoi verdi drappi,

Tutti si sottomettono e obbediscono al suo volere.

I suoi soldati si lanciano in battaglia a destra e a sinistra,

Il loro cammino risuona di grida e di canti.

Il verme dell’Ego li vede e fugge.

Ammira la potenza del Creatore!

Tutti sono allo sbando, non torneranno più,

Abbandonano la prole senza voltarsi indietro.

Hanno perso il senno e fuggono senza sosta,

Ormai non serve la spada, l’impresa è compiuta che senso avrebbe continuare?

Le lame sono insanguinate, i guerrieri vittoriosi,

I loro cavalli arabi volano come uccelli.

Hanno liberato il paese e la città5 dalla Cupidigia,

Hanno schiacciato con la forza i nemici.

Maledizioni e blasfemie sono state proferite,

Nessuno ne esce vivo…

Irrompono e invadono il paese,

Scacciano ragazzi e ragazze, danno fuoco alla città.

Il Signore è rientrato dalla battaglia e si è seduto sul trono.

Tutti i cavalieri sono richiamati al suo ordine.

Il paese e la città sono di nuovo in pace,

Ovunque tu ti trovi c’è abbondanza di beni.

La miseria e la disparità sono sparite,

Gli approfittatori hanno perso.

Tutti sono obbedienti,

Tutti sono divenuti schiavi del Sultano.

Tutti siedono all’assemblea,

Stringono lietamente le coppe in mano.

Hanno abbandonato il lavoro e trascorrono giorni piacevoli,

Bevono giorno e notte il vino che il coppiere versa loro.

Sono in pace, non hanno preoccupazioni,

Salde sono le loro spalle, sazi i loro ventri.

Il pensiero di ciò che faranno non li sfiora,

Perché tutto ciò di cui hanno bisogno per vivere gli è garantito

Perché l’ospite è il Sultano in persona,

Ecco che senza posa imbandisce tavole su tavole.

Molti come te hanno mangiato e si sono saziati

Ma il cibo rimane intatto, niente è venuto a mancare.

O santo! Non si smette di mangiare e non una portata sparisce.

Nessuno sa come tutto ciò sia possibile.

Coloro che vivono in questo stato sono i santi,

Certamente essi vedono il volto dell’Amato

Allah ottagono

Allah permea il mondo intero.
Tuttavia, la sua verità non è stata rivelata a nessuno.
Faresti meglio a cercarlo in te stesso.

L’altro mondo è fuori dalla vista.
Qui sulla Terra dobbiamo vivere rettamente.
L’esilio è agonia, dolore e rovina.
Nessuno torna una volta che se ne sono andati.

Dai, siamo amici per una volta,
rendiamoci la vita facile,
siamo amanti e cari, non
lasciare la terra a nessuno.

Per te, quello che dice Yunus è chiaro, cosa
significa nell’orecchio del tuo cuore:
Dobbiamo tutti vivere la bella vita qui,
perché nessuno continuerà a vivere qui.

Allah ottagono

Se strofino la faccia a terra, la mia
luna nuova sorgerà nel cielo,
l’inverno e l’estate diventeranno primavera.
Per me tutte le vacanze.

Non lasciare mai che una nuvola proietti
un’ombra sulla brillante luce lunare
che non deve mai essere oscurata:
dalla terra al cielo spruzzata da uno scintillio.

Dalla cellula solitaria del cuore
esce il suo splendore l’oscurità.
Come spremere questa
stessa depressione cellulare con raggi penetranti?

Vedo la mia luna qui sulla terra,
cosa farò con tutto il cielo?
La pioggia di misericordia si è riversata su di me
da questa terra dove fisso i miei sguardi.

E se Giona fosse amico di
molti che amavano Dio.
Anche Yunus china la testa
illuminata dall’amore di Dio

Allah ottagono

Il significato di quattro libri
in una certa lettera mille
se non conosci i mille

Che lettura!

Ventinove lettere
lette dall’inizio alla fine
Diresti mille, Maestro?
Cosa significa?

Yunus Emrah ti dice: “Maestro,
se necessario, esegui il pellegrinaggio mille volte”.

Ma se me lo chiedi

il pellegrinaggio al cuore è il migliore

Allah ottagono

Ascoltatemi, miei cari amici,
l’ amore è come il sole.
Un cuore che non sente l’amore
è solo una pietra.

Cosa può crescere sui cuori di pietra?
Anche se la lingua inizia dolcemente, le
parole escono dal fumo velenoso e dalla rabbia
e presto si trasformano in guerra.

Quando è innamorato, l’anima brucia,
sciogliendosi come cera durante l’accensione.
I cuori di pietra sono come un
inverno oscuro e ruvido, con tutto il calore sparito.

Gli uomini che conoscono la verità di Dio sono un oceano, i
devoti devono annegare in quel mare;
Anche uomini saggi. Dovrebbero tuffarsi.
Per tirare fuori i migliori gioielli.

Ci siamo rivolti agli
Anziani per ritrovare le perle negli abissi;
Solo un gioielliere saprà
qual è il valore di quelle perle.

Muhammad è venuto a realizzare Dio e
ha visto la verità di Dio in se stesso.
La provvidenza è ovunque
finché ci sono occhi per vedere.

I libri sono organizzati da uomini saggi

Chi mette parole nere su pagine bianche;
I capitoli della mia Bibbia sono tutti
scritti in cuori che amano veramente.

Allah ottagono

 

DA “IL LIBRO DEI CONSIGLI

Ammira la creazione del Sovrano,
Che comandò al vento alla terra e all’acqua, al fuoco e al vento.

Disse: «In nome di Dio» e la terra apparve al suo cospetto
E in quell’istante si levò una montagna.

Quindi modellò un corpo mescolando la terra con l’acqua
E gli diede il nome di Adamo.

Dopodiché il vento giunse a disperdere la terra,
Sappi che così fu creato il corpo di Adamo.

Giunse allora il fuoco e lo riscaldò.
Una volta scaldato il corpo giunse l’anima.

L’anima entrò nel corpo.
Per supremo ordine del Sovrano.

L’anima portò la luce nella forma
E la forma colmò di gioia l’anima

«Lode e grazia all’Altissimo» disse
«Possibile crearne mille come me?».

E con la terra vennero anche i quattro attributi,
La pazienza, la bontà, la fede in Dio e la prodigalità.

E con l’acqua vennero i quattro diversi stati dell’anima:
La semplicità, la benevolenza, la generosità e la beatitudine.

E con il vento vennero quattro vizi:
La menzogna, l’ipocrisia, la crudeltà e la pulsione del corpo.

E con il fuoco giunsero quattro diverse pene:
La cupidigia, l’orgoglio, l’avarizia e l’invidia.

E con l’anima ecco che giunsero quattro virtù:
La nobiltà, l’amore nell’Uno, l’umiltà e l’autocontrollo

Allah ottagono

Oh tu che mi leggi, ascolta ciò che ti devo rivelare,
Lascia che ti dica ogni cosa, una per una.

Perché ogni vera sapienza proviene dal Sovrano
E ha avuto inizio con le parole di Adamo

Se osservi bene i nostri due mondi, dei vivi e dei morti,
Ti accorgi che sono centomila.

Uno è il mondo del cuore che si estende in ogni direzione
E se seguirai le sue tracce, in te lo troverai.

Che io ora ti dia notizie della terra dell’ego:
Se in te c’è speranza, potrei lasciarla.

Dinanzi a te ci sono due sovrani
Ognuno dei quali desidera essere scelto da te.

Uno è il Misericordioso e governa le pie intenzioni dell’anima pura,
L’altro è Satana, signore degli impulsi demoniaci.

Bada bene quindi chi stai servendo,
Di quale regno stai aprendo la porta.

Tredicimila sono i militi del Misericordioso
Ed essi sono eroi invincibili.

Di novemila è l’esercito di coloro che minacciano l’anima,
E i loro cavalli sono sempre sellati, pronti all’assalto.

Costoro recano in viso un marchio oscuro
E accorrono ovunque vi sia lamento o spergiuro.

Bada a non divenire delle loro schiere,
Che la tua anima non venga asservita all’ego!

Se nutrirai l’anima con lo spirito divino,
E ascolterai le sue parole, il tuo destino sarà la luce.

Un’anima superba non conosce sovrano,
In preda alle sue pulsioni, non potrà mai essere virtuosa.

Il puro di spirito è nella luce del Sommo Maestro,
E non si separa mai dalla presenza del Sovrano.

Dalla notte dei tempi l’anima è ribelle al Sovrano,
E il suo fato è appeso al filo dell’obbedienza.

Nove sono i figli generati dall’ego,
Ognuno dedito all’ipocrisia e all’idolatria.

Mille uomini sostano alla sua porta,
Essi hanno piegato il mondo al suo dominio.

L’amore per il mondo era la sua unica fede,
La sua anima assetata non trovava mai quiete.

Bada che la tua fede dipende da ciò che ami.
Come puoi non amare il Sovrano?

Sappi che è l’oggetto del tuo amore a guidarti,
Qualunque cosa sia essa ti attirerà al suo fianco.

D’altronde tu non hai altro riparo al di fuori dell’Amato,
Molte sono le parole e le frasi ma questo è il Vero Significato.

In questo Sentiero non c’è spazio per la disputa, il Significato è ciò che occorre.
Chiunque sia l’amato è di lui che si ha bisogno.

Colui che non si eleva all’intelletto neppure mezza giornata,
Come potrà dirsi degno di rendere servizio al Signore?

Vidi arrivare un uomo. Il viso ferito,
La lingua legata, la mente in subbuglio.

Si presentò all’Intelletto e gli porse i suoi rispetti,
Ringraziò Dio per averlo ritrovato.

«Se tu sei l’Intelletto» disse «guardami,
Trova il mio male e guariscimi».

«Tu che non hai cercato di vederlo un giorno,
Perché non domandi ad altri dove trovare ciò che chiedi?»

«Ho lasciato la carovana della Cupidigia,
E sono venuto a te perché ho intuito che tu possiedi la mia cura.

Sono allo stremo, e sono qui da te, guarda in che stato sono
Se puoi soccorrermi, asciuga le mie lacrime.

Sono caduto prigioniero della Cupidigia, non riesco a liberarmi,
Le mura sono solide non posso demolirle.

Molti sono quelli posti a guardia della prigione,
Militi valorosi dal cuore di ferro.

Mille sono i soldati dell’esercito della Cupidigia,
Ognuno di essi è un valido combattente.

Gettano in prigione chiunque cada nelle loro mani
E lo incatenano.

Ho chiesto loro: «Chi siete?
Chi è il vostro capo? Chi sono i vostri compagni?».

Hanno risposto: «Siamo tutti schiavi dell’Ego,
La Cupidigia è il nostro capo».

Gli inferi sono la dimora dei cupidi,
Negli inferi essi trovano quiete.

Mi hanno seguito, raggirato e catturato,
La mia esistenza si è consumata nel miraggio di essere rilasciato».

L’Intelletto ascoltò le sue parole,
Rifletté e si chiuse in sé stesso.

Quindi tornò da lui e lo consigliò:
«Coloro che si rivolgono a noi hanno salva la vita.

Poiché sei venuto a noi, non stare in pena
E non inquietarti qualunque cosa ti chiederò di fare.

Giungono ora la Modestia e la Povertà,
Guarda ora in che posizione si trova il nemico».

Il nunzio annunciò: «È arrivata la Modestia».
È vestita di seta e cavalca un destriero dai ricchi finimenti.

Dispiega i suoi verdi drappi,
Tutti si sottomettono e obbediscono al suo volere.

I suoi soldati si lanciano in battaglia a destra e a sinistra,
Il loro cammino risuona di grida e di canti.

Il verme dell’Ego li vede e fugge.
Ammira la potenza del Creatore!

Tutti sono allo sbando, non torneranno più,
Abbandonano la prole senza voltarsi indietro.

Hanno perso il senno e fuggono senza sosta,
Ormai non serve la spada, l’impresa è compiuta che senso avrebbe continuare?

Le lame sono insanguinate, i guerrieri vittoriosi,
I loro cavalli arabi volano come uccelli.

Hanno liberato il paese e la città dalla Cupidigia,
Hanno schiacciato con la forza i nemici.

Maledizioni e blasfemie sono state proferite,
Nessuno ne esce vivo…

Irrompono e invadono il paese,
Scacciano ragazzi e ragazze, danno fuoco alla città.

Il Signore è rientrato dalla battaglia e si è seduto sul trono.
Tutti i cavalieri sono richiamati al suo ordine.

Il paese e la città sono di nuovo in pace,
Ovunque tu ti trovi c’è abbondanza di beni.

La miseria e la disparità sono sparite,
Gli approfittatori hanno perso.

Tutti sono obbedienti,
Tutti sono divenuti schiavi del Sultano.

Tutti siedono all’assemblea,
Stringono lietamente le coppe in mano.

Hanno abbandonato il lavoro e trascorrono giorni piacevoli,
Bevono giorno e notte il vino che il coppiere versa loro.

Sono in pace, non hanno preoccupazioni,
Salde sono le loro spalle, sazi i loro ventri.

Il pensiero di ciò che faranno non li sfiora,
Perché tutto ciò di cui hanno bisogno per vivere gli è garantito

Perché l’ospite è il Sultano in persona,
Ecco che senza posa imbandisce tavole su tavole.

Molti come te hanno mangiato e si sono saziati
Ma il cibo rimane intatto, niente è venuto a mancare.

O santo! Non si smette di mangiare e non una portata sparisce.
Nessuno sa come tutto ciò sia possibile.

Coloro che vivono in questo stato sono i santi,
Certamente essi vedono il volto dell’Amato.

Allah ottagono

Vedi:

Abdülbaki Gölpinarli – Yunus Emre. Il libro dei consigli e le poesie

Turkpidya.com

Vedi l’ispirata serie su YouTube