Mecca e la Kaaba
a cura di ‘Umar A. Frigo
La Mecca è al centro del mondo terrestre, e la Ka‘ba è al centro della Mecca. La Città e la Casa sante sono essenzialmente una rappresentazione del Cuore del Mondo, e di ciò che si potrebbe chiamare la sua ‘cavità segreta’, che è la dimora del Principio divino. Così, sin dall’inizio il significato della Mecca appare ‘primordiale’, e quello della Casa di Allâh (Ka‘ba) di un ordine più profondo e più ‘interiore’, come ‘universale’. Mecca è chiamata nel Corano anche ”Madre delle città” (Umm al-Qurà)[2], la città primordiale che è all’origine di tutte le città del mondo. Secondo un altro senso Mecca ne è l’Imâm, parola della stessa radice di umm, cioè la città che orienta (qibla) e dirige il “ritorno” dei credenti verso lo stato originario/primordiale, proprio come fa l’Imâm allorché esegue la preghiera rituale (salât).
La Ka‘ba è una rappresentazione terrestre del Trono divino, e i pellegrini che eseguono i giri rituali attorno alla Ka‘ba sono dichiarati simili agli Angeli che fanno cerchio attorno al trono divino: «Vedrai gli angeli che fanno cerchio intorno al Trono [divino] proclamando la trascendenza del loro Signore per mezzo della Lode Sua propria»[3].
«La Ka‘ba è l’immagine più sorprendente e più perfetta che si possa trovare in questo mondo del “motore immobile”, norma e perno attorno al quale gira la ruota del nostro stato di esistenza e del suo divenire. Il Tawâf (i sette giri attorno alla Ka‘ba) presenta cosi, in rapporto alla Casa di Allâh (Bayt Allâh), un aspetto di sottomissione e conseguentemente di passività, mentre appare al contrario come essenzialmente attivo in rapporto alla preghiera ordinaria.
Quest’ultimo aspetto è messo in rilievo da Ibn ‘Arabî allorché precisa che i sette giri del tawâf sono dei sostituti di quelli compiuti dai pianeti nei sette cieli che simboleggiano le modalità dello stato umano appartenenti al dominio della manifestazione sottile.
La Ka‘ba terrena è perpendicolare in terra alla “Ka‘ba celeste”, o Casa visitata (al-Bayt al-Ma’mûr[4] sita nel Settimo Cielo (retto dal Profeta Abramo), che è la vera Casa primordiale. Questa Casa è dotata di due porte, una a Oriente e l’altra a Occidente. È visitata ogni giorno da 70.000 Angeli, i quali girano in cerchio incessantemente lodando Dio.
La forma circolare dei giri è una rappresentazione del Cielo, e il senso nel quale si esegue la rotazione dei giri è polare antiorario, e di conseguenza celeste, essendo la Ka‘ba costantemente alla sinistra del pellegrino. Secondo Ibn ‘Arabî questa posizione della Ka‘ba (a sinistra del pellegrino) è anche in rapporto alla “sicurezza” di cui gode il pellegrino quando effettua il tawâf come risultato dal testo seguente:
«Come la Pietra Nera è la Destra di Allâh, ed avendo Egli conferito all’uomo, creato a Sua immagine, una destra, Allâh gli ha prescritto di trovarsi, durante i giri rituali, tra due destre, la Destra di Allâh e la propria destra, in modo da tale da essere favorito contemporaneamente dalle due forze [5], cosi che il demonio (shaytân) non trovi alcun mezzo per arrivare fino a lui. Il demonio, in effetti, non può fare nulla contro la destra; può raggiungere solamente il cuore dell’uomo, che è posto sul lato sinistro. Ora, la destra di Dio (yamîn al-Haqq) assicura la custodia di colui che esegue i giri, il quale a sua volta è dotato di una destra che fa parte della sua propria costituzione. Egli non cessa dunque mai di essere protetto» [6]. Il tawâf è una rappresentazione dei giri che gli Angeli eseguono attorno al Trono divino».
(fine citazione dal testo La Dottrina iniziatica del Pellegrinaggio di Charles-André Gilis).
Il Centro [7]
“Il Centro è, prima di tutto, l’origine, il punto di partenza di tutte le cose; è il punto principiale, senza forma e senza dimensione, perciò indivisibile, e di conseguenza, l’unica immagine che può essere dato dell’Unità primordiale. È il Principio divino, l’Essere puro, tutto viene da Lui e tutto ritorna a Lui, perché le cose esistono solo per mezzo di Lui.
Dante e Beatrice, contemplano la “Rosa Celeste” del 10° cielo l’Empireo (Paradiso, Canto XXX)
Lo spazio che questo Principio divino riempie con il suo irraggiamento, è il Mondo, nel senso più ampio di questo termine, e cioè l’insieme di tutti gli esseri e tutti gli stati di esistenza che costituiscono la manifestazione universale.
I legami tra il mondo della manifestazione e il Principio sono rappresentati dai raggi che uniscono il centro ai diversi punti della circonferenza, e che possono essere percorsi in entrambe le direzioni (dal Centro alla circonferenza e viceversa). Così, due fasi complementari, simili a quelle del battito cardiaco, operano. Il sangue viene pompato nel corpo per vivificare i tessuti e ritorna al cuore, purificato dai polmoni. Il punto centrale non è solamente il “Centro del Mondo”, è anche il “Cuore del Mondo”.
Infatti il Centro non è che una proiezione dell’Asse sulla Terra. Si tratta infatti di unire il centro del mondo terrestre al centro del cielo, che è rappresentato dalla stella polare, per esempio. È lungo l’Asse che si eleva verso gli stati superiori (più elevati) colui che è arrivato al Centro. Tutti gli esseri dipendono dal loro Principio (Dio), ed in tutto ciò che essi sono, devono, consciamente o inconsciamente, aspirare a ritornare a Lui.
L’orientazione rituale, è propriamente la direzione verso un centro spirituale, immagine sensibile terrestre del vero e proprio “Centro del Mondo”. Nell’Islam questa orientazione (qibla) è come una materializzazione dell’intenzione (niyya) per la quale tutte le potenze dell’essere devono essere dirette verso il Principio divino.
La Ka‘ba
Nella tradizione islamica, la Ka‘ba (Casa Onorata) è simbolicamente il centro e il cuore del mondo terrestre. Si trova geograficamente al centro dei cinque continenti ed è perpendicolare alla Casa Illuminata (al-Baitu l-Ma’mûr), la Casa del Settimo Cielo.
Sin dai tempi immemorabili, molto prima dell’avvento dell’uomo sulla terra, la Casa Onorata (Ka‘ba) è stata costruita per essere il centro di Pellegrinaggio (Hajj) degli Angeli. Essa è stata creata dal Verbo Divino «Quando [Allâh] vuole una cosa, il Suo ordine consiste nel dire “Sii” ed essa “è” (Kun fa-yakun)»[8]. Ibn ‘Abbâs ha riferito che “Allâh ha fatto conoscere l’esistenza della Casa Onorata ad Adamo prima che lui fosse fatto scendere in basso sulla Terra”. «In principio era la Ka‘ba: è a partire da essa che la terra è stata distesa e poi rafforzata con le montagne [9]. È dalla sua argilla che furono create la testa e la fronte di Adamo [10].
Il Pellegrinaggio (Hajj) è il ritorno a ciò che la Tradizione designa come “l’Ombelico della Terra”, “il Centro del mondo qui sulla terra”, “la Madre delle città”, ma il Hajj è anche tornare all’istante (waqt) in cui si muove l’orologio del tempo: “Il tempo è tornato al suo stato primordiale e cioè il suo il giorno in cui Dio creò i cieli e la terra», dice il Profeta durante il Pellegrinaggio di addio (Bukhârî, Tafsîr IX,8).
Per questo, bisogna comprendere che l’Islam restaura l’Ordine originale, la Religione immutabile e perenne (al-Dîn al-Qayyim Cor. 12:40), di cui è la forma ultima all’alba della consumazione dei secoli». Il pellegrinaggio terrestre aveva come ragione d’essere di costituire un culto che rimpiazza il culto celeste (la visita alla Ka‘ba celeste, al-Bayt al-Ma’mûr, visitata dagli Angeli) al quale Adamo, una volta in Terra, non aveva più accesso. Il pellegrino si riassorbe nell’Unità divina (la Ka‘ba): «Ogni cosa ritorna ad Allàh»[11]. L’annientamento dell’ego umano (nafs) ben si materializza nei giri attorno alla Ka‘ba (tawàf).
È bene anche aggiungere che i Sapienti spirituali dell’Islam prendono la Ka‘ba per ciò che essa è, e precisamente: un semplice supporto di adorazione. Nell’Islâm, la Ka‘ba è la Casa di Dio (Bayt Allâh) che viene allora identificata, nel suo significato autentico, al “cuore dell’Uomo”, il quale è l’unico essere che è capace di contenere la Presenza divina, secondo il noto hadîth qudsî: «La Mia Terra ed il Mio Cielo non Mi contengono, ma Mi contiene il cuore del Mio servo fedele (al-mu’min).» A livello spirituale, si tratta della residenza divina nell’uomo, che è anch’essa celata nella cavità più profonda del cuore, a partire dalla quale viene irraggiato lo spirito (rûh)”. (fine citazione da sito web)
Questioni di orientazione [12]
All’epoca primordiale [adamitica], l’uomo era, in se stesso, perfettamente equilibrato riguardo al complementarismo dello yin e dello yang [13]; d’altra parte, egli era yin o passivo solo in rapporto al Principio [Divino], e yang o attivo rispetto al Cosmo o all’insieme delle cose manifestate; perciò egli si volgeva naturalmente verso il Nord, che è yin, come verso il proprio complementare. Invece, l’uomo delle successive epoche, in conseguenza della degenerazione spirituale corrispondente allo svolgimento discendente del ciclo di manifestazione, processo di manifestazione che implica un allontanamento dal Principio, è diventato yin (passivo) in rapporto al Cosmo; egli deve perciò volgersi verso il Sud, che è yang, per riceverne le influenze del principio complementare di quello divenuto in lui predominante, e per ristabilire, nei limiti del possibile, l’equilibrio tra lo yin e lo yang.
La prima di queste due orientazioni può essere detta «Polare», mentre la seconda è propriamente «solare»: nel primo caso, l’uomo, guardando la Stella polare o «la vetta del Cielo», ha l’Est alla propria destra e l’Ovest alla propria sinistra; nel secondo caso, guardando il Sole al meridiano (mezzogiorno), ha invece l’Est a sinistra e l’Ovest a destra; e ciò fornisce la spiegazione di una particolarità che, nella tradizione estremo-orientale, può sembrare alquanto strana a coloro che ne ignorano il motivo [14].
In Cina, infatti, il lato cui generalmente viene attribuita la preminenza è la sinistra; diciamo “generalmente”, perché non fu sempre così per tutto il corso della storia. (…)
Naturalmente, quando invece si determina l’orientazione “Polare” volgendosi verso Nord, la corrispondenza della sinistra e della destra risulta invertita, e così pure quella del davanti e del dietro; ma, in definitiva, il lato che ha la preminenza, la sinistra in un caso e la destra nell’altro, è sempre e invariabilmente il lato Est. È questo che importa essenzialmente, perché da ciò si vede che, in fondo, la tradizione estremo-orientale si trova in perfetto accordo con tutte le altre dottrine tradizionali, nelle quali effettivamente l’Oriente è sempre considerato come il «lato luminoso» (yang) rispetto all’Occidente e l’Occidente come il «lato oscuro» (yin) rispetto all’Oriente; il mutamento nei rispettivi significati della destra e della sinistra, essendo condizionato da un mutamento di orientazione, è insomma perfettamente logico e non implica assolutamente alcuna contraddizione.
Questi problemi di orientazione sono peraltro assai complessi, perché non solo bisogna far sempre attenzione a non commettervi nessuna confusione tra corrispondenze diverse, ma può anche darsi che, in una medesima corrispondenza, la destra e la sinistra abbiano entrambe il sopravvento da punti di vista diversi. Lo indica con la massima chiarezza un testo come il seguente: «La Via del Cielo preferisce la destra, il Sole e la Luna si muovono verso l’Occidente; la Via della Terra preferisce la sinistra, il corso dell’acqua scorre verso l’Oriente; allo stesso modo vengono disposti in alto (cioè entrambi i lati hanno diritto alla preminenza)». (Tcheou-li)
Questo passaggio è particolarmente interessante, in primo luogo perché afferma, indipendentemente dai motivi che ne dà e che devono essere intesi piuttosto come semplici «illustrazioni» ricavate dalle apparenze sensibili, che la preminenza della destra è associata alla «Via del Cielo» e quella della sinistra alla «Via della Terra»; ora la prima è necessariamente superiore alla seconda; e, si può dire, è perché gli uomini hanno perduto di vista la «Via del Cielo» che sono venuti a conformarsi alla «Via della Terra». (…)
Un’altra questione connessa a quella dell’orientazione è la questione del senso delle «circumambulazioni» rituali nelle differenti forme tradizionali; è facile rendersi conto che questo senso è determinato in effetti, sia dall’orientazione «polare» sia dall’orientazione «solare», nell’accezione da noi precedentemente data a tali espressioni. Se consideriamo le figure riprodotte qui sotto, il primo senso «orientazione polare» è quello nel quale, guardando verso il Nord, si vedono le stelle girare intorno al polo (fig. 13); invece il secondo senso «orientazione solare» è quello nel quale si effettua il movimento apparente del Sole per un osservatore che guardi verso il Sud (fig. 14).
Fig. 13) volti a Nord
Polare e senso antiorario
Fig.14) volti a Sud
Solare e senso orario
La circumambulazione si compie avendo costantemente il “centro” alla propria sinistra nel primo caso (polare), invece alla propria destra nel secondo caso (solare); la seconda modalità è quella in uso, in particolare, nelle tradizioni indù e tibetane, mentre la prima si riscontra fra l’altro nella tradizione islamica [15]. A questa differenza di senso si ricollega anche il fatto di avanzare per primo il piede destro o il piede sinistro in un cammino rituale: considerando ancora le stesse figure si può facilmente vedere come il piede che dev’essere avanzato per primo sia necessariamente quello del lato opposto al lato rivolto verso il centro della circumambulazione, ossia il piede destro nel primo caso (fig.13) e il piede sinistro nel secondo (fig.14); e quest’ordine di cammino è generalmente osservato, anche quando non si tratta di circumambulazione vera e propria, come segnante in qualche modo il predominio rispettivo del punto di vista «polare» o del punto di vista «solare» (…)
Così, tutte queste cose sono lontane dal ridursi a semplici dettagli più o meno insignificanti, come potrebbero credere quelli che non capiscono niente del simbolismo né dei riti; esse sono invece legate a tutto un complesso di nozioni che hanno una grande importanza in tutte le tradizioni, e si potrebbero offrire moltissimi altri esempi. (fine riferimenti citati dal testo di René Guénon).
Appunti di Astronomia (Macrocosmo)
Alcune osservazioni sulla circumambulazione Polare e antioraria
Lungi dall’essere semplici fantasie, le questioni d’orientazione tengono un posto importante nelle diverse Tradizioni. Legate a tutto un insieme di concetti, esse svolgono un ruolo primordiale nei vari riti di iniziazione e racconti spirituali.
Queste le differenti modalità di orientazione:
Polare o orientata verso il Polo Nord celeste (Nord);
Solare o orientata verso il Sole al meridiano (Sud);
Levante o orientata verso il sorgere del Sole (Est).
Nell’emisfero Nord, questo orientamento è qualificato come polare. Infatti, girandosi verso il Nord, proiezione del Polo Nord celeste sopra l’orizzonte lungo il meridiano, l’osservatore guarda anche verso la Stella Polare, l’apogeo del Cielo. L’apparente fissità della stella simboleggia l’essere perfettamente centrato. Una modalità che si riscontra particolarmente nella tradizione islamica.
L’essere che addotta la modalità polare guardando in direzione del Nord (yin), mostra in genere (ma non sempre) una preferenza per la destra o l’Est (Oriente) in modo da mantenere l’equilibrio che gli è proprio.
Secondo la modalità polare (vedi orientamento), l’osservatore che guarda verso Nord privilegia la destra o l’Est rispetto alla sinistra o l’Ovest. Particolarmente favorito dai Sufi (mistici islamici), l’Est (Oriente) è assimilato alla fonte della Luce, mentre l’Ovest (Occidente) rappresenta l’oscurità. Essi ritengono che l’Est (Oriente) e l’Ovest (Occidente) perdono il loro significato geografico per sposare un senso metafisico o spirituale. I Sufi guardano l’Est come associato con l’essere o lo Spirito universale, e l’Ovest all’essere o il mondo umano; l’Est è assimilato all’esoterismo, all’interiore (bâtin), o alla conoscenza spirituale (ma‘rifa); l’Ovest è assimilato all’exoterismo, all’esteriore (zâhir), o alla lettera.
L’Est simboleggia l’essenza, il Principio o il mondo integrato all’origine di ogni manifestazione in relazione alla fase discendente della Luce verso l’oscurità, l’Ovest simboleggia la sostanza, il mondo manifestato o frammentato in connessione con la fase ascendente dall’oscurità verso l’illuminazione.
In accordo con la circumambulazione polare, i Dervisci rotanti (Sufi che si rifanno al grande Sapiente Rûmî) danzano girando in tondo (e lodando Dio) a immagine degli astri celesti. Essi girano in cerchio su se stessi da destra verso sinistra (senso antiorario) e, come simbolo dell’Asse del Mondo, essi tengono la palma della mano destra aperta in alto verso il cielo, per ricevere l’influenza celeste, e la mano sinistra rivolta verso la Terra per trasmettere l’influenza celeste.
La Terra gira in senso orario o antiorario? [16]
La Terra ruota attorno al proprio asse da Occidente verso Oriente, cioè in senso antiorario. Questo movimento avviene a una velocità uniforme e la sua durata era usata come sistema di riferimento per la misura del tempo (attualmente si usa un multiplo del periodo di pulsazione di un atomo di cesio). Un corpo solido come la Terra, che ruota attorno al proprio asse, ha tutti i punti della superficie che ruotano con la medesima velocità angolare. In altri termini, ogni punto della superficie percorre lo stesso angolo nel medesimo tempo: esattamente 360° ogni 24 ore. Invece la velocità lineare dipende dalla latitudine. Infatti, i punti sull’equatore percorrono 40 mila km al giorno, quelli a 30° di latitudine nord o sud ne percorrono soltanto 34.700, mentre i poli sono fermi. Questo significa che, mentre la velocità angolare rimane costante, quella lineare decresce dall’equatore ai poli. Per esempio, a 23°30’ la velocità è di 1.528 km/h, a 66°30’ è di 664 km/h. Un effetto è che un oggetto, muovendosi dal polo Sud al polo Nord tende a curvare verso sinistra nell’emisfero australe e verso destra in quello boreale.
Moto della Terra attorno al Sole https://it.wikipedia.org/wiki/File:Earth%27s_Axis_(small).gif
I Pianeti girano in senso orario o antiorario?
I pianeti compiono movimenti di rotazione (attorno al proprio asse) e di rivoluzione (attorno al Sole). Il movimento di rivoluzione dei pianeti ha di norma verso antiorario, cioè contrario al verso delle lancette dell’orologio, per un osservatore situato in un punto posto sulla verticale al Polo Nord. Il movimento di rivoluzione segue tre leggi principali enunciate da Keplero fra il 1609 e il 1618.
Appunti sulla Fisica (Microcosmo)
Struttura dell’Atomo
Tutta la materia è costituita da unità elementari chiamati “atomi” che possiamo considerare come mattoni che costituiscono tutto ciò che ci circonda.
L’atomo è costituito da un ‘nucleo centrale’ composto da protoni che possiedono una carica positiva e da neutroni che non hanno carica, e da particelle dette elettroni – carichi negativamente – che ruotano su orbite intorno al nucleo secondo orbite circolari o ellittiche. In modo approssimato possiamo immaginare l’atomo come un minuscolo sistema solare.
Conclusione
La Terra gira su se stessa e in senso antiorario e polare, i Pianeti fanno lo stesso intorno al Sole, e cosi gli Angeli attorno al Trono di Allâh. Il Cosmo intero, dalla particella più piccola, l’atomo, alle grandi galassie, gira attorno al suo “Polo Divino e Principiale”, e questo da millenni, obbediente e sottomesso (muslim) all’Ordine divino.
Allâh l’Altissimo ci ha mandato la Sua ultima Rivelazione: l’Islâm, che ha ripristinato la Tradizione primordiale e immutabile (ad-Dîn al-Qayyim), e ci ha insegnato tramite il Suo ultimo Inviato e sigillo dei Profeti, l’Uomo perfetto, l’Uomo universale (al-Insân al-Kâmil), il nostro migliore esempio da seguire, Sayydunâ Muhammad (sallà Allâhu ‘alayhi wa sallam), a ‘girare’ obbedienti e sottomessi (muslim), attorno alla Casa di Dio (Ka‘ba – Bayt Allâh) a Mecca, in ‘armonia’ e all’unisono con tutto il Suo Creato: «Appartiene ad Allâh l’invisibile dei cieli e della terra; è verso Lui [Allàh] che ritorna l’Ordine, tutto quanto, AdoraLo dunque, e rimetti a Lui i tuoi affari, e il tuo Signore non è disattento verso ciò che fate.» (Cor.11:123).
Al-Hamdu li-Llâh wa sh-shukru li-Llâh [la Lode ed il Ringraziamento spettano ad Allâh], e Allâh è il più Sapiente.
***
NOTE:
[1] Riferimenti tratti dal Libro La dottrina iniziatica del Pellegrinaggio, di Abdu r-Razzaq Yahyà (Charles-André Gilis) Ediz. Orientamento/Al Qibla.
[2] Corano Sura Al-An‘âm 6:92.
[3] Corano Sura Az-Zumar 39:75.
[4] Corano Sura At–Tûr 52:4.
[5] La “destra” nella dottrina di Ibn ‘Arabî è costantemente un simbolo di forza.
[6] Passaggio, tratto dal libro La dottrina iniziatica del Pellegrinaggio, di Abdu r-Razzaq Yahyà (Charles-André Gilis) Ediz. Orientamento/Al Qibla.
[7] Spunti tratti da: http://www.leroidragon.fr/2015/05/le-roi-dragon-n6-benoit-la.html?m=1
[8] Corano Sura Yâ Sîn 36:82.
[9] Tabarî, Ta’rîkh, Le Caire, s.d. p. 49. Cette donnée traditionnelle est reprise par Ibn Arabî, citant l’ouvrage d’Abû l-Walîd Muhammad al-Azraqî (principale source de Fâkihî) dans Muhâdarat al-abrâr, Beyrouth, 1968, I, p. 395.7
[10] Tha’labî, Qisas al-anbiyâ’, Le Caire, 1371h., p. 17.
[11] Corano Sura Âl Imrân 3:109.
[12] Fonte: René Guénon, La Grande Triade, Cap.VII. I passaggi non riportati sono segnati con (…).
[13] «Yin» e «Yang»: La tradizione estremo-orientale, nella sua parte propriamente cosmologica, attribuisce una capitale importanza ai due principi o, se si preferisce, alle due «categorie» da essa designate con i nomi di yang e di yin: tutto ciò che è attivo, positivo o maschile è yang, tutto ciò che è passivo, negativo o femminile, è yin. Queste due categorie si ricollegano simbolicamente alla luce e all’ombra: in tutte le cose, il lato luminoso è yang, ed il lato oscuro è yin; ma, dato che l’uno è inseparabile dall’altro, essi appaiono più come complementari che come opposti. Il senso di luce e di ombra si trova fra l’altro, nella sua accezione letterale, nella determinazione dei siti geografici; e il senso più generale in cui queste stesse denominazioni di yang e di yin si estendono ai termini di ogni complementarismo trova innumerevoli applicazioni in tutte le scienze tradizionali. Da quanto abbiamo già detto è facile capire come yang sia ciò che procede dalla natura del Cielo, e yin ciò che procede dalla natura della Terra, perché appunto da questo primo complementarismo del Cielo e della Terra derivano tutti gli altri complementarismi più o meno particolari; e, da ciò, risulta immediatamente chiara la ragione dell’assimilazione di questi due termini alla luce e all’ombra. Infatti l’aspetto yang degli esseri risponde a quanto vi è in essi di «essenziale» o di «spirituale», ed è noto che nel simbolismo di tutte le tradizioni lo Spirito è identificato alla Luce; d’altra parte, il loro aspetto yin è quello per il quale essi dipendono dalla «sostanza», e quest’ultima, per via dell’«inintelligibilità» inerente alla sua indistinzione o al suo stato di pura potenzialità, può essere propriamente definita come l’oscura radice di ogni esistenza. (cfr: René Guénon, La Grande Triade, Cap. IV.)
[14] Nelle carte e nelle piante cinesi, il Sud è posto in alto e il Nord in basso, l’Est a sinistra e l’Ovest a destra, disposizione che è conforme alla seconda orientazione; quest’uso non è poi tanto eccezionale, dato che esisteva tra gli antichi Romani e sopravvisse anche per una parte del Medioevo occidentale.
[15] Forse non è privo di interesse rilevare che il senso di queste circumambulazioni, che vanno rispettivamente da destra a sinistra (fig. 13) e da sinistra a destra (fig. 14), corrisponde ugualmente alla direzione della scrittura nelle lingue sacre di queste stesse forme tradizionali.
[16] Focus.it – Scienza, 28 giugno 2002.
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