LXIII
I fasti degli Ansar
Narrò Gilan figlio di Garir:
Domandai ad Anas figlio di Malik:
Credete che il nome di Ansar ve lo siate conferito voi stessi, oppure è un nome che vi ha dato Iddio?
Rispose:
No, ce l’ha dato Iddio. Noi facevamo visita ad Anas che ci parlava del meriti degli Ansar e dei loro fasti, di cui era stato spettatore e, rivolgendomi ora a me, ora, ad uno degli Azd, diceva: La tua gente,nel tal giorno, ha fatto questo e questo.
Anas sia soddisfatto Iddio di lui – narrò: Il giorno della presa della Mecca, quando i Coreisciti ricevettero quei doni, gli Ansar dissero:
Perdio, fa veramente meraviglia che, mente dalle nostre spade gocciola ancora il sangue dei Coreisciti, il bottino preso da noi venga loro restituito!
Il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – venne a sapere questo; convocò gli Ansar e disse loro:
Non siete forse contenti che gli uomini tornino alle loro case col bottino, mentre voi tornate alle case vostre coll’Inviato di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute -?
Se gli Ansar attraversassero una valle o un passo io attraverserei la valle degli Ansar e il loro passo.
Ibrahim figlio di Sa’d, che aveva sentito questo racconto da suo padre, che a sua volta l’aveva sentito dal nonno, narrò:
Quando ci si recò a Medina, l’Inviato di Dio – Iddio Io benedica e gli dia eterna salute – legò in fratellanza Abd alRahman figlio di Awf con Sa’d figlio di al-Rabi che gli disse:
Io sono, fra gli Ansar, uno dei più ricchi; ti darò la metà del mio patrimonio. Ho due mogli: guarda quale ti piace di più, la ripudierò e, finito il periodo di riflessione, la sposerai tu.
Rispose Abd al-Raḥmān:
Che Dio ti benedica la moglie e il patrimonio.Dov’è il vostro mercato?
Gl’indicarono il mercato dei Banu Qaynuqa, e il giorno stesso vi fece un affare di formaggio e burro. Coùtinuò a trafficare fin dalla mattina presto finché un giorno comparve macchiato di giallo, e il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – gli domandò:
Come va?
Rispose:
Ho preso moglie.
Quanto le hai dato di dote?
Un nocciolo di dattero d’oro (oppure disse: Il peso d’oro di un nocciolo di dattero: Ibrahim non si ricordava esattamente).
Narrò al-Bara’ – sia soddisfatto Iddio di lui – che il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – aveva detto:
Gli Ansar sono amati soltanto dal credente e sono odiati soltanto dall’ipocrita. Chi li ama è amato da Dio e chi li odia è odiato da Dio.
Anas figlio di Malik – sia soddisfatto Iddio di lui – narrò che l’Inviato di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute -, vedendo una donna degli Ansar col suo bambino, aveva detto due volte:
Per Colui che tiene in mano l’anima mia, certo voi siete per me le persone più care.
Narrò Usayd figlio di Hudayr che uno degli Ansar disse al Profeta:
Non beneficherai dunque anche me come hai fatto col tale? Rispose il Profeta:
Dopo la mia morte dovrete affrontare molto egoismo; sopportate finché non mi troverete accanto alla vasca.
Narrò Abu Hurayrah – sia soddisfatto Iddio di lui -:
Venne un visitatore dal Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – il quale mandò a chiedere qualche cosa da mangiare alle sue mogli. Risposero:
Non abbiamo altro che acqua.
Disse l’Inviato di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute:
Chi provvederà all’ospite?
Uno degli Ansar rispose; Io: andò dalla moglie e le disse:
Fa onore all’ospite dell’Inviato di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute –
E lei:
Non abbiamo in casa altro che la cena dei bambini.
Prepara quella, accendi il lume, e se I bambini vogliono mangiare, mettili a dormire. Ella preparò, accese la candela, addormentò i figli poi restò al buio perché sembrasse che erano andati tutti a letto dopo cena. La mattina dopo l’Inviato di Dio – Iddio-lo benedica e gli dii eterna salute – disse:
Stanotte Dio ha sorriso
(oppure « Ha ammirato quel che avete fatto). E Iddio rivelò le parole: ..,e preferiscono quelli a sè stessi, anche se, fra essi stessi, vi sì indigenza.
Narrò Sa’d figlio di Abu Waqqas:
Non ho mai udito il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – dire a nessuno che cammina su questa terra ” Tu sei uno di quelli che andranno in Paradiso”, tranne che a Abd Allah figlio di Salam. Per lui fu rivelato quel versetto:
Dì! Qual’è il vostro avviso? Se questo Libro, provenisse da presso Dio, e voi tuttavia non vi credereste, e attestasse qualcuno dei figli d’Israele la sua identità col Libro di Mosè, credendo in esso, mentre voi vi inorgogliste rigettandolo, non sareste degl’iniqui? In verità, Dio non dirige la gente iniqua(XLVI, 9).
Narrò Qays figlio di Ubad:
Ero seduto nella moschea di Medina, quando entrò un uomo dai viso spirante umiltà. I presenti dicevano: Questo appartiene alla gente del Paradiso. Egli eseguì una preghiera di due prostrazioni ed usci: lo seguii e gli dissi:
Quando sei entrato nella moschea, hanno detto: Quet’uomo andrà in Paradiso.
Rispose:
Perdio, non è lecito a nessuno dire quel che non sa! Ti spiegherò come è avvenuto. All’epoca del Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – ho avuto un sogno e l’ho raccontato a lui. Sognai di essere in un giardino spazioso e verdeggiante.
Nel centro c’era una colonna di ferro la cui base era sulla terra e la cima, in cielo, culminava con un’impugnatura. Mi fu detto: Sali!
Risposi: Non posso! Mi fu dato un servo che, dietro di me, mi reggeva per il vestito. Salii fino alla cima e afferrai l’impugnatura. Mi fu detto: Tienila stretta.
Mi svegliai e l’avevo ancora In mano. Lo raccontai al Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – che mi disse:
Quel giardino è l’Islam, la colonna è quella dell’Islam e quell’impugnatura èl’impugnatura saldissima
Tu starai nell’Islam fino alla morte. Quell’uomo concluse Qays era Abd Allah figlio di Salam.
‘Aisha – sia soddisfatto Iddio di lei – narro:
Halah figlia di Huwaylid, sorella di Khadigah, chiese il permesso di entrare presso l’Inviato di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute -.
Egli riconobbe il modo che Khadigah aveva di chiedere permesso e ne fu turbato, poi disse: Mio Dio, è Halah! Io provai gelosia e dissi:
Non nominare una vecchia Coreiscita sdentata che è morta da un pezzo! Dio ti ha dato in cambio di lei qualche cosa di meglio!
Narrò Asma figlia di Abu Bakr – sia soddisfatto Iddio di ambedue:
Ho veduto Zayd figlio di ‘Amr figlio di Nufayl in piedi, appoggiato alla Ka’bah, che diceva:
Perdio, gente dei Coreisciti, nessuno professa la religione di Abramo fuori di me! Egli manteneva in vita le neonate destinate alla sepoltura e diceva agli uomini: Volete uccidere vostra figlia? Non la uccidete! Basterò io a provvedere. Si prendeva la bambina e, quand’era diventata adolescente, diceva al padre: Se la vuoi, te la do, altrimenti ci penso io.
Narrò Qays figlio di Abu Hazim:
Abu Bakr entrò in casa di una donna dei Banu Ahmas di nome Zaynab, e vide che non parlava. Domandò:
Perché non parla? Risposero:
Ha tatto il pellegrinaggio in silenzio.
Abu Bakr le disse:
Parla! Questo silenzio non è lecito; è cosa del tempo dell’ignoranza.
Ella parlò e disse:
Tu chi sei?
Sono uno degli Emigrati.
Quali Emigrati?
I Coreisciti.
Di quali Coreisciti sei?
Che curiosità! Sono Abu Bakr.
Dimmi allora: per quanto tempo continuererno in questo regime buono che Dio ha mandato dopo l’Ignoranza?
Vi rimarrete finché i vostri imam vi governeranno rettamente.
Che cosa sono gli imam?
Sono i capi e i nobili della vostra gente, che vi comaderanno e saranno obbediti da voi.
Si! Essi sono i vostri protettori contro la gente.
Narrò il figlio di Abbas – sia soddisfatto Iddio di lui -:
Il primo giuramento avvenuto all’epoca preislamica fu tra noi, gli Hasimiti. Uno di loro aveva assoldato un uomo di un’altra sottotribù coreiscita e partì con lui conducendo i proprii cammelli. Venne a passare un altro Hasimita; si era rotto il cappio della sua bisaccia, e disse:
Aiutami con una corda per accomodarla in modo che il mio cammello non si sbilanci. L’altro gli diede una corda e fu fatta la riparazione. Quando si fermarono, tutti I cammelli erano legati, meno uno. Il Hasimita domandò al suo mercenario:
Perché questo cammello non è legato come gli altri?
Rispose:
Manca la corda.
E dov’è la sua corda? esclamò. E così dicendo lo colpì col bastone riducendolo in fin di vita.
Venne a passare accanto a lui un tale dello Yemen; il moribondo gli domandò:
Sarai presente nel pellegrinaggio?
Può darsi.
Potresti in qualche modo trasmettere un mio messaggio? Sicuro.
Allora, quando ti trovi in mezzo ai pellegrini, grida:
Ascoltatemi, gente dei Coreisciti e, se rispondono, grida:
Ascoltate, Hasimiti! e, se rispondono, domanda di Abu Talib e raccontagli che il tale mi ha ucciso per un cappio di corda.
Il mercenario morì. Quando comparve alla Mecca colui che l’aveva assoldato, Abu Talib lo avvicinò e gli domandò:
Che ne è del nostro compagno?
Rispose:
Si è ammalato; io ho avuto buona cura di lui e l’ho fatto seppellire.
Hai fatto bene.
Passò un certo tempo, poi quello che aveva ricevuto l’incarico del messaggio arrivò fra i pellegrini e gridò:
Uditemi, Coreisciti!
Siamo qui.
E voi, Hasimiti!
Gli Hasimiti sono qui.
Dov’è AbuTalib?
Sono io.
E lui:
Mi ha ordinato un tale di comunicarti un messaggio; dice che il tal altro l’ha ucciso per via di una corda.
Abu Talib andò dall’omicida e gli disse:
Ti diamo la scelta fra tre cose: se vuoi, paga cento cammelli per aver ucciso il nostro compagno, oppure, se preferisci, porta cinquanta membri della tua tribù a giurare che non l’hai ucciso. Se rifiuti, ti metteremo a morte. Si presentò la sua tribù e i cinquanta dissero Giureremo.
Ma poi venne una donna hasimita, moglie di uno di loro, dai quale aveva avuto un figlio, e disse ad Abu Talib:
Vorrei che tu accettassi questo mio figlio come uno di quei cinquanta e che non fosse obbligato a giurare quando giurano quelli.
Abu Talib accettò. Poi venne un uomo della tribù e disse. Senti, Abu Talib, tu hai voluto che cinquanta uomini prestassero giuramento invece di pagare cento cammelli, quindi toccano due cammelli a ciascuno. Ecco due cammelli: prendi loro al posto mio e permetti ch’io venga esentato dal giuramento quando si dovrà giurare.
La proposta fu accettata, e quelli che giurarono furono soltanto quarantotto.
Il figlio di Abbas concludeva:
Vi giuro, per Colui che ha in mano l’anima mia, che non passò un anno senza che ciascuno dei quarantotto avesse smesso di sbatter le palpebre.
Narrò al-Musayyab:
Quando Abu Talib era moribondo, il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – andò da lui e vi trovò Abu Gahl. Disse:
Zio, dì Non v’è dio fuorchè Iddio. Per queste parole ti difenderà presso di Lui.
Abu Gahl e Abd Allah figlio di Abu Umayyah esclamarono:
Tu, Abu Talib vuoi dunque ripudiare la religione di tuo padre? e continuarono a tenergli questo discorso finché le ultime parole furono quelle della fede paterna. – Disse allora il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute -:
Chiederò perdono a Dio per te finché non mi sarà proibito.
Fu allora che venne rivelato il versetto: Non si addice al Profeta, nè a quelli che credono,d’implorare il perdono di Dio, per i politeisti, snche se questi siano loro parenti, dopo che sua loro apparso evidente che questi sono i compagni della genna(IX, 114), e il versetto: In verità, tu non puoi dirigere chi tu vuoi, bensì Dio dirige chi Egli vuole ed Egli conosce meglio di chiunque quelli che si lasciano dirigere (XXVIII, 56).
Mali k figlio di Sa’sa’ah – sia soddisfatto Iddio di lui – raccontò che il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – narrò loro la notte in cui compì il viaggio:
Una notte, mentre stavo coricato presso la Ka’bah, nel hatim (o forse disse nel higr ), venne da, me qualcuno che mi squarciò dallo sterno all’ascella. Estrasse il mio cuore; mi fu data una coppa d’oro calma di fede; il cuore fu lavato, asciugato e rimesso a posto. Poi mi fu condotta una cavalcatura più piccola di un mulo e più grande di un asino, bianca. Mi prese in groppa e Gabriele salì con me fino al primo cielo e chiese che gli fosse aperto. Gli fu domandato: Chi è?
È Gabriele Chi hai con te? Muḥammad. È stato mandato da Dio? Sì! Sia benvenuto e buon viaggio!
Entrai e vidi Adamo. Disse Gabriele: Questo è tuo padre Salutalo! Lo salutai; restituì il saluto e disse: Benvenuto il figlio buono e il Profeta buono.
Fui sollevato al secondo cielo; Gabriele domandò di entrare, fu risposto: Chi è? Gabriele. Chi hai con te? Muḥammad. È stato mandato? Sì! Sia benvenuto e buon viaggio!
Andai, mi fu aperto, ed ecco Giovanni Battista e Gesù, che sono cugini da parte di madre. Disse Gabriele: Questi sono Giovanni e Gesù. Salutali. Li salutai; resero il saluto e dissero: Benvenuto il fratello buono il Profeta buono.
Salimmo al terzo cielo; fu chiesto il permesso di entrare; fu detto: Chi sei? Gabriele, Chi è con te? Muḥammad. È mandato? Sì! Benvenuto e buon viaggio!
Entrai ed ecco Giuseppe. Salutai e fui salutato. Disse: Benvenuto il fratello buono e il Profeta buono.
Poi salii al quarto cielo. Fu chiesto il permesso. Fu risposto: Chi è? Gabriele. Chi sta con te? Muḥammad. È mandato? Sì Benvenuto e buon viaggio!
Entrammo ed ecco Idris. Disse Gabriele: Salutalo lo salutai. Rispose al saluto. Disse: Benvenuto fratello buono e Profeta buono.
Salimmo al quinto cielo. Fu chiesto il permesso. Fu domandato: Chi è? GabrIele. Chi è con te? Muḥammad. È mandato? Sì. Benvenuto e buon viaggio! Entrai ed ecco Aronne. Disse Gabriele: Questo è Aronne. Salutalo. Salutai e fui salutato. Disse: Benvenuto fratello buono e Profeta buono.
Salimmo al sesto cielo, Fu chiesto il permesso di entrare. Fu detto: Chi-sei? Gabriele. Chi è con te? Muḥammad. É mandato? Sì. Benvenuto e buon viaggio! Entrai ed ecco Mosè. Disse Gabriele: Questo è Mosè. Salutalo. Lo salutai, salutò. Mi disse: Benvenuto fratello buono e Profeta buono.
Mentre me ne andavo, piangeva. Gli fu domandato: Perché piangi? Rispose: Piango perché un giovane è stato mandato dopo di me e quelli della sua nazione entreranno in Paradiso più numerosi di quelli della nazicoe mia.
Poi salii al settimo cielo. Fu chiesto il permesso di entrare. Fu detto: Chi è? Gabriele. Chi è con te? Muḥammad. È stato mandato? Sì. Sia il benvenuto e buon-viaggio. Entramrno ed ecco Abramo. Disse Gabriele: Questo è tuo padre Abramo. Salutalo. Lo salutai, rese il saluto, disse: Benvenuto il figlio buono e il Profeta buono.
Poi sorse davanti a me il Loto del Confine, dai frutti grandi come le brocche di Hagar e foglie larghe come orecchie di elefante. Ed ecco quattro fiumi, due apparenti e due nascosti. Ne domandai a Gabriele, che disse: Quelli nascosti stanno in Paradiso e quelli apparenti sono il Nilo e l’Eufrate. Poi sorse davanti a noi la Casa Abitata, ove entrano ogni giorno settantamila angeli. Mi furono portati un vaso di vino, uno di miele e uno di latte. Scelsi il latte e Gabriele disse: Questo è conforme alla natura che tu segui e che seguirà la tua nazione. Mi fu prescritta poi la preghiera rituale: cinquanta preghiere ogni giorno, Tornai indietro e passai davanti a Mosè che mi domandò:
Quante te ne ha comandate?
Cinquanta, al giorno.
La tua nazione non sarà mai capace di cinquanta preghiere ai giorno. Perdio, io ho messo alla prova gli uomini prima di te, assoggettando i figli d’Israele alle condizioni più dure. Torna dal tuo Signore e chiedigli una riduzione per il tuo popolo.
Tornai indietro e mi furono tolte dieci preghiere. Venni da Mosè che mi fece lo stesso discorso. Tornai indietro e me ne furono tolte altre dieci. Tornai da Mosè, che ripetè quanto aveva detto. Tornai indietro e ne ottenni altre dieci di meno, ma Mosè fece le stesse obiezioni. Tornai indietro e me ne furono tolte ancora dieci. Venni da Mosè che ripetè le sue parole e ottenni cinque preghiere al giorno.
Disse Mosè:
La tua nazione non sarà mai capace di cinque preghiere al giorno; ho messo alla prova gli uomini prima di te, assoggettando i figli d’ Israele alle condizioni più dure. Torna dal tuo Signore e chiedi una riduzione per il tuo popolo.
Ho chiesto al mio Signore tanto che ora mi vergogno.
Sono soddisfatto e mi arrendo.
Mentre me ne andavo,udii una voce che diceva: Ho promulgato il Mio precetto e ho agevolato i Miei servi.