LXI

I fasti

Narrò Kulayb figlio di Wa’il:
La figliastra del Profeta, Zaynab, figlia di Abu Salamah’, a cui avevo domandato:
Credi tu che il Profeta discendesse da Mudar?; rispose:
E da chi se non da Mudar, dei Banu l-Nadr figlio di Kinanah?

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Narrò Abu Hurayrah – sia soddisfatto Iddio di lui che il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – aveva detto:
Troverete che gli uomini sono miniere; i migliori di loro nel tempo dell’ignoranza furono i migliori dell’islam, quando erano intelligenti. E troverete che gli uomini migliori in questa cosa erano stati i più forti avversarii, e che il peggiore degli uomini è quello che ha due facce, e mostra ad uno una faccia e ad un altro un’altra faccia.

Abu Hurayrah d’avere udito l’Inviato di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – dire:
L’orgogIio e la boria appartengono a quegli uomini dalle voci forti, che vivono sotto le tende di lana; la tranquillità sta fra i pastori, la fede è yemenita, ed è yemenita la sapienza.
Io aggiungo: Lo Yemen deve il suo nome al fatto che sta a destra della Ka’bah mentre il nome della Siria viene dalla sua posizione a sinistra della Ka’bah; il lato sinistro è il più malaugurato.

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Narrò al-Zuhri:
Muḥammad figlio di Gubayr figlio di Mut’im raccontava che, mentr’egli si trovava presso Mu’awiyah con una delegazione di Coreisciti, Mu’awiyah venne a sapere che Abd Allah figlio di Amr figlio di al-‘As andava dicendo: Vi sarà in Arabia un re dei Qahtan. Mu’awiyah andò in collera, sorse in piedi, lodò Iddio come Gli è dovuto, poi disse:
In conclusione mi hanno detto che alcuni di voi riferiscono storie che non stanno nel Libro di Dio e non sono fondate sull’autorità del Profeta di Dio. Queste persone fra voi sono degl’ignoranti. Guardatevi bene dai desiderii che traviano chi li prova. Io invece ho sentito dire dal Profeta: Certo questo potere è dei Coreisciti; chiunque si contrapporrà a loro, Dio lo getterà con la faccia a terra, per tutto il tempo in cui sosterranno la religione.

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Narrò Abù Hurayrah – sia soddisfatto Iddio di lui che il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – aveva detto:
I Coreisciti, gli Ansar e le tribù dei Guhaynah, Muzaynah, Aslam, Asga’ e Gifar, sono padroni e non hanno nessun capo all’infuori di Dio e del suo Profeta.

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Narrò il figlio di Umar – sia soddisfatto Iddio di ambedue – che il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – aveva detto:
Quest’autorità dei Coreisciti non cesserà finché sopravviveranno due di loro.

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Narrò Gubayr figlio di Mut’im:
Camminavo insieme con Utmàn figlio di Affan,il quale disse:
Inviato di Dio tu hai fatto regali ai figli di Abd al-Muttaiib e hai lasciato da parte noi. Eppure, rispetto a te, noi siamo nella stessa, posizione!
Rispose il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute -:
In verità, i figli di Hasim e i figli di Abd al-Muttalib sono una cosa sola.

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Narrò Urwah figlio di al-Zubayr:
Abd Allah figlio di al-Zubayr era la persona più cara di tutte a ‘Aisha dopo il Profeta e dopo Abu Bakr, e Abd Allah era la persona a lei più devota.
‘Aisha era anche la persona più caritatevole del mondo; tutto quel che riceveva in dono da Dio, non lo teneva per sè ma lo dava in elemosina.
Ora, il figlio di al-Zubayr disse:
Bisognerebbe che le fossero legate le mani.
‘Aisha esclamò.
Ha detto male delle mie mani? Giuro che non gli parlerò mai più..
Il nipote ottenne che intercedessero per lui alcuni Coreisciti, specialmente gli zii materni del Profeta, ma ‘Aisha tenne duro. Allora i membri della famiglia al-Zuhri, zii materni del Profeta, fra i quali Abd al-Raḥmān figlio di al-Aswad figlio di Abd Yagùt e al-Miswar figlio di Mahramah, dissero a Abd Allah:
Noi le chiederemo di riceverci, e tu sùbito strappa la tenda della sua stanza ed entra.
Abd Allah così fece, poi mandò a ‘Aisha in regalo dieci schiavi che essa dichiarò liberi. E continuò a liberare altri schiavi fino al numero di quaranta, dicendo:
Avrei fatto bene, quando giurai, ad impegnarmi a compiere qualche atto espiatorio se venivo meno al giuramento.

Narrò Abu Darr sia soddisfatto Iddio di lui – che il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – aveva detto:
Chiunque rivendica un padre non suo, sapendo quel che fa, rinnega Iddio, e chi dice di appartenere ad una tribù. cui non appartiene, è pronto per lui un posto a sedere all’Inferno.

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Narrò Abd Allah figlio di Umar:
Il Profeta ha detto dal rninbar: Certo la guerra civile viene da qui, dove spunta il corno di Satana.
E indicò il levante.

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Narrò Gabir figlio dl Abd Allah al-Ansari:
Noi Ansari prendemmo parte col Profeta ad un’incursione e rientrarono con lui numerosi Emigrati meccani. Era fra loro un burlone, che prese a calci uno degli Ansar; questi, in preda a collera violenta, sfidarono i Meccani.
I due avversari gridavano, da una parte: O gente degli Ansar e dall’altra: O gente degli Emigrati!
Il Profeta venne fuori e disse:
Perché le grida del tempo dell’Ignoranza? Che cosa volete?
Informato dei calci del Meccano al Medinese, disse:
Smettete! Sono azioni cattive.
Abd Allah figlio di Ubayy, il capo degli « Ipocriti » medinesi, disse allora:
Ci hanno sfidato! Torniamo a Medina e facciamo uscire i più forti contro i più deboli.
Esclamò Umar:
Inviato di Dio,non ucciderai dunque questo malfattore?
Il Profeta rispose:
No, la gente direbbe ha ammazzato i suoi amici.

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Narrò Abu Darr:
Appartenevo allà tribù dei Gifar. Venimmo a sapere che alla Mecca era comparso un uomo che affermava di essere profeta.
Dissi a mio fratello:
Va da lui parlagli e portami sue notizie.
Ci andò e lo vide. Al ritorno gli dissi:
Che cosa porti?
Rispose:
Perdio! Ho visto un uomo che comanda il bene e proibisce il male.
Risposi:
Questa notizia non è sufficiente.
Presi la bisaccia e il bastone, arrivai alla Mecca. Non lo conoscevo e mi seccava domandare di lui. Bevvi l’acqua del pozzo di Zamzam e mi fermai nella moschea. Passò accanto a me Alì figlio di Abu Talib, e disse:
Quest’uomo è forestiero?
Risposi di si e lui:
Vieni, a casa mia.
Vi andai e non mi fece nessuna domanda. Io non gli diedi nessuna notizia. Il giorno dopo andai alla moschea per domandare del Profeta, e nessuno mi disse niente. Di nuovo Alì mi passò accanto:
Non è forse tempo mi disse che tu torni a casa mia?
Risposi di no, ma lui insistè:
Vieni con me e racconta perché sei venuto in questa città.
Se mantieni il segreto, te lo dirò.
Lo mantèrrò e gli raccontai:
Abbiamo sentito che qui è comparso un uomo il quale afferma dl essere profeta; ho mandato mio fratello a parlare con lui, ed è tornato senza darmi nessuna soddisfazione. Ho intenzione di incontrarmi con lui.
Disse Alì:
Sei sulla buona strada; so come condurti da lui. Seguimi ed entra dove entrerò io. Se vedo qualcuno pericoloso per te, mi fermerò presso il muro come per allaccianni una scarpa, e tu allora vattene.
Lo arcompagnai ed entrai con lui dal Profeta, a cui dissi:
Spiegami l’Islam ». Me lo spiegò ed io subito mi dichiarai Musulmano. Il Profeta mi disse:
Abu Darr, tieni nascosta la cosa e torna al tuo paese, Quando sentirai che ci siamo manifestati apertamente, ritorna.
Per Colui che ti ha mandato con la verità risposi. Lo griderò a gran voce in mezzo a loro!
Egli andò nella moschea dove si trovavano i Coreisciti, e gridò:
O gente dei Coreisciti, attesto che non v’è divinità all’infuori di Dio e che Muḥammad è il Suo servo e il Suo Inviato.
Replicarono:
Date addosso a quel ragazzo!
E fui battuto quasi a morte, ma al-‘Abbàs venne in mio aiuto e mi soccorse con impegno, poi disse ai Coreisciti:
Disgraziati! Avete ammazzato uno dei Gifar! Il vostro commercio e gli itlnerarii delle vostre carovane dipendono dai Gifar. Via tutti dalla mia presenza!
La mattina dopo tornai alla moschea; dissi quel che avevo detto il giorno avanti. Replicarono:
Addosso a quel ragazzo. Mi trattarono come prima e al-‘Abbas mi soccorse nello stesso modo e pronunciò le stesse parole.
Questo aggiunse Abu Darr fu il principio della mia vita musulmana.

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Disse il figlio di Abbas – sia soddisfatto Iddio di ambedue -:
Se ti fa piacere conoscere la barbarie dei Beduni, recita quel versetto della Sura del gregge:Sono certamente perduti quelli che uccidono i proprii figli stoltamente, nella loro ignoranza, e vietano ciò che Dio ha fornito ad essi, inventando menzogne contro Dio; essi hanno traviato e non sono ben diretti (VI, 141).

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Il figlio di Abbas – sia soddisfatto Iddio di ambedue – disse:
Quando fa rivelato quel versetto del CoranoAminonisci i tuoi più ptossimi compagni di tribù (XXVI, 214),
il Profeta cominciò a chiamare: O Figli di Fihr, o Figli di Adi, secondo le varie sotto-tribù dei Coreisciti.

Anas – sia soddisfatto Iddio di lui – narrò:
Il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – convocò particolarmente gli Ansr e disse loro:
C’è fra voi qualcuno che non sia dei vostri?
Risposero:
Non c’è, all’infuori del figlio di una nostra sorella.
Rispose il Profeta:
Il figlio di una sorella della tribù appartiene alla tribù.

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Gubayr figlio di Mut’im – sia soddisfatto Iddio di lui – narrò:
Il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – disse:
Io ho cinque nomi. Io sono Muḥammad, sono Aḥmad, sono il Cancellatore, per mezzo del quale Iddio cancella la miscredenza, Sono l’Adunatore, ai cui piedi saranno radunati gli uomini nel Giorno del Giudizio, e sono il Successore.

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Gabir figlio di Abd Allah – sia soddisfatto Iddio di ambedue – narrò che l’Inviato di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – aveva detto:
La differenza fra me e gli altri profeti è quella di un uomo che costruisce una casa, la perfeziona e l’abbellisce, senonchè è vuoto il posto di un mattone augolare. La gente entra, circola, ammira, e dice: Se non mancasse quel mattone…. .

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Anas – sia soddisfatto Iddio di lui – narrò:
Il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – era nella piana del mercato e un tale disse:
O Abu I-Qasim!
Il Profeta si voltò e disse:
Chiamatemi col mio nome, non con la mia kunyah.

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Narrò alSa’ib figlio di Yazid:
La mia zia materna mi condusse dal Profeta e gli disse:
Inviato di Dio, il figlio di mia sorella è ammalato. Egli mi stropicciò la testa, invocò su di me la benedizione, poi si fece l’abluzione ed io bevvi di quell’acqua. Stando io dietro le sue spalle, osservai un’impronta in mezzo alle scapole.

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Narrò Uqbah figlio di al-Harit:
Abu Bakr,compiuta la preghiera del meriggio, usci dalla moschea a piedi, e vide al-Hasan che giocava con i bambini.
Se lo pose sopra una spalla ed esclamò: Per il padre mio, somiglia al Profeta non somiglia a Alì. Alì rideva.

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Ismail figlio di Abu Khalid raccontò:
Udii Abu Guhayfah – sia soddisfatto Iddio di lui – dire:
Ho veduto il Profeta; al Hasan, il figlio di Alì, gli rassomigliava.
Io dissi ad Abu Guuhayfah:
Descrivimelo.
Rispose:
Bianco di colorito con i capelli grigi.
Il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – aveva ordinato di darci tredici cammelle, ma morì prima che le avessimo prese.

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Narrò Wahb Abu Guhayfah:
Ho veduto il Profeta – Iddio lo -benedica e gli dia eterna salute – e ho notato i peli bianchi della barba, sotto il labbro inferiore.

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Anas figlio di Malik – sia soddisfatto Iddio di lui – così desctieva il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute -:
Era di statura media, nè alto nè basso, di colorito vivido, non bianco come sono gli albini e neppure bruno.
Capelli nè ricci, nè lisci. Ricevette le rivelazioni a quarant’anni, e da allora in poi visse dieci anni alla Mecca ed altri dieci a Medina. Quando morì non aveva ancora venti peli bianchi sulla testa e nella barba.

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Il figlio di Abbas – sia soddisfatto Iddio di ambedue – narrò che l’inviato di Dio – Iddio io benedica e gli dia eterna salute – portava i capelli pendenti, mentre i poiteisti li portavano divisi e la gente del Libro pendenti. All’Inviato di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – piaceva fare come la gente del Libro nelle cose su cui non esistevano precetti. Più tardi portò i capelli divisi.

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Narrò Abu Sa’id al-Hudri – sia soddisfatto Iddio di lui -:
Il pudore del Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – era più forte di quello delle vergini nel gineceo.

Narrò Abu Hurayrah – -sia soddisfatto Iddio di lui –
Il Profeta non ha mai disprezzato una pietanza: se gli piaceva la mangiava, se no la lasciava.

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Abu Salamah figIio di Abd alRahman raccontò d’aver domandato a ‘Aisha – sia soddisfatto Iddio di lei – com’era la preghiera dell’Inviato di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – durante il Ramadàn. Ella aveva risposto:
Nè durante il Ramadàn, nè in altre occasioni superava undici prostrazioni. Ne eseguiva quattro senza domandare se fossero belle o lunghe, poi altre quattro senza fare queste domande, poi tre. Una volta gli domandai:
Inviato di Dio, tu dormi prima della dispari?
Rispose.
I miei occhi dormono, non dorme il mio cuore.

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Abu Wail parlando di Hudayfah – raccontò:
Un giorno Umar figlio di al-Khattab – sia soddisfatto Iddio di lui – domandò:
Chi ricorda qualche discorso dell’Inviato di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – sulla fitnah?
Rispose Hudayfah:
Quel che disse lo ricordo io.
E Umar:
Dillo! Tu sei veramente un uomo ardito.
Ha detto l’Inviato di Dio: “Per l’uomo la fitnah sta nella moglie, nel danaro, nel vicino.
Si supera con la preghiera e l’elemosina; ordinando il bene e vietando il male ”
Replicò Umar :
La fitnah non consiste soltanto in queste cose; c’è quella che si agita come il mare in tempesta.
Rispose Hudayfah:
Sovrano dei credenti, questa non ti può colpire: fra essa e te sta una porta serrata.
E Umar:
La porta si può aprire o si può demolire.
Aprire no disse Hudayfah. Si può demolire.
E lui:
Sarebbe meglio che non fosse serrata.
Domandammo allora a Hudayfah:
Sapeva Umar di quale porta parlavi?
Rispose:
Sì, lo sapeva! Come sapeva che tra l’oggi e il domani c’è la notte. Io gli avevo parlato chiaro.
Lo facemmo poi interrogare da Masruq:
Qual è la porta?
Rispose:
È Umar.

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Narrò Uqbah figlio di Amir che un giorno il Profeta – Iddio io benedica e gli dia eterna salute – s’era recato a pregare per i combattenti di Uhud. Aveva eseguito per loro la preghiera dei morti, poi era salito sul minbar e aveva detto:
Io sono colui che vi precede sulla strada verso la vasca dell’acqua e sono colui che vi dà la sua testimonianza. Ho ricevuto le chiavi dei tesori della terra e non ho paura che dopo di me ridiventiate politeisti. Temo soltanto che veniate a conffitto fra di voi.

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Narrò Hudayfah figlio di Yaman:
Tutti interrogavano l’Inviato di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute –
sul bene, e io lo interrogai sul male perché temevo che mi colpisse.
Gli domandai:
Inviato di Dio, noi eravamo nel tempo dell’Ignoranza in mezzo ai guai e Iddio ci ha concesso questo bene. Ma dopo questo bene, ci sarà altro male?
Rispose:
Sì.
E dopo questo male, nuovo bene?
Sì, ma non mancheranno difficoltà e discordie.
Perché?
I capi comanderanno senza seguire la retta via,benchè la conoscano.
Sicchè, dopo il bene tornerà il male?
Sì, i propagandisti vi inviteranno tutti a seguirli fino alla porta dell’inferno, e chi li ascolterà vi sarà precipitato.
Io esclamai:
Inviato di Dio, descrivimi costoro!
E lui:
Saranno della nostra gente e parleranno la nostra lingua.
Che cosa mi comandi di fare se questo avviene?
Resta fedele alla comunità musulmana e al suo imam. E se non avremo più nè comunità, nè imam?
Allora staccati da tutti quei partiti, anche se tu vi fossi attaccato come l’albero alle sue radici, finché la morte non ti colga in questa condizione.

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Narrò il figlio di Abbas – sia soddisfatto Iddio di ambedue -:
Musaylimah, l’impostore, comparve all’epoca del Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – e prese a dire:
Se Muḥammad affida a me il suo potere dopo di lui, sarò il suo successore. Venne a Medina insieme con parecchie persone della sua tribù e il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – gli andò incontro tenendo in mano il frammento di un ramo di palma. Si fermò di fronte a Musaylimah che era circondato dal suo seguito, e disse:
Se tu mi chiedessi questo pezzo di foglia di palma, non te lo darei.
E se non smetti di immischiarti nelle cose di Dio e non te ne vai, il Signore sicuramente ti colpirà, e io ti farò vedere quel che è stato mostrato a me sulla tua sorte.
A questo proposito Abu Hurayrah mi raccontò che il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – aveva detto:
Mentre dormivo vidi nelle mie mani due braccialetti d’oro, e mi fu comunicato per ispirazione di soffiare sopra i braccialetti. Così feci, ed essi volarono via. Ho interpretato il sogno come presagio dei due impostori compassi dopo di me: uno era aI-Aswad al-‘Ansi e l’altro era Musaylimah l’impostore, signore della Yamamah.

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Narrò ‘Aisha – sia soddisfatto Iddio di lei:
Venne Fatimah col suo passo che è quello del Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute -, il quale le disse:
Benvenuta, figlia mia. La fece sedere alla sua destra, o alla sua sinistra, poi le disse qualche parola sottovoce. Ella piangeva.
Io le domandai: Perché piangi?, ed egli le mormorò qualche altra parola. Fatimah sorrise. Io osservai: Prima di oggi non ho visto mai nessuno passare così presto dall’afflizione alla gioia.
E la interrogai. Rispose:
Non farò certo conoscere il segreto dell’Inviato di Dio.
Poi, dopo la morte del Profeta, le ripetei la domanda, ed ella disse:
Mi ha sussurrato: “Gabriele mi espone il Corano una volta all’anno, ma quest’anno me lo ha comunicato due volte e mi ha anche detto che l’avrei rivevuto soltanto quando fossi in fin di vita, e che tu sarai la prima persona della mia famiglia che mi raggiungerà “. Per questo ho pianto.
Poi mi ha detto: Non saresti contenta di essere la signora delle donne del Paradiso o delle donne dei credenti? Per questo ho sorriso.

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Narrò Anas figlio di Malik – sia soddisfatto Iddio di lui – che il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – aveva annunciato e pianto la morte di Ga’far figlio di Abu talib e di Zayd figlio di Uaritah prima che ne giungesse la notizia, con le lacrime agli occhi.

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Anas – sia soddisfatto Iddio di luì – narrò:
Due Compagni del Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – uscirono dalla casa di lui accompagnati come da due lampade che invano lume davanti a loro. Quando si separarono, ciascuno dei due fu accompagnato da una di quelle luci, finché arrivarono a casa.

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