XXX
Il digiuno
L’obbligo del digiuno durante il mese di Ramadan.
La parola di Dio – Egli è l’Altissimo -: O voi che credete, è prescritto a voi il digiuno, conte è stato prescritto a quelli che furono prima di voi; forse voi temerete Iddio (II, 179).
Raccontò Talhah figlio di Ubayd Allah:
Venne un giorno dall’inviato di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – un beduino tutto scarmigliato, che gli disse:
O Inviato di Dio, fammi sapere che cos’è effettivamente il precetto di Dio per la preghiera.
Le cinque preghiere. A meno che tu non voglia fare qualcosa in più, di tua spontanea volontà.
Fammi sapere, riprese il Beduino, che cos’è il precetto di Dio per il digiuno.
Il mese di Ramadan rispose. A meno che tu non voglia fare qualcosa in più di tua spontanea volontà.
Fammi sapere continuò l’altro che cos’è il precetto di Dio in materia di elemosina.
L’Inviato di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – gl’indicò allora le regole dell’Islam su quest’argomento.
Per colui che t’ha onorato! esclamò l’altro, Io non farò niente di più di mia spontanea volontà!
Ma non tralascerò nulla di quanto Iddio ha esplicitamente comandato.
E l’Inviato di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – concluse:
Quest’uomo riuscirà (oppure disse: entrerà nel giardino supremo, non ricordo bene) se è sincero!
Sahl – sia soddisfatto Iddio di lui – riferì che il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia Eterna salute – aveva detto:
Nel giardino supremo c’è una porta chiamata al-Rayyan:
da essa entreranno, il giorno della Resurrezione, coloro che hanno digiunato, e nessun altro.
Sarà domandato: – Dove sono coloro che digiunano? – Ed essi s’alzeranno in piedi, e nessun altro entrerà da quella porta.
Poi, quando saranno entrati, essa verrà chiusa e non v’entrerà più nessuno.
Abù Hurayrah – sia soddisfatto Iddio di lui – riferì che il Profeta Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – aveva detto:
Chi si alza la notte del Qadr con fede e ardore di ricompensa, gli vengono perdonati tutti i peccati commessi in precedenza; e chi digiuna nei Ramadan con fede e con ardore di ricompensa, gli vengono perdonati tutti i peccati commessi in precedenza.
Il figlio di Umar – sia soddisfatto Iddio di ambedue – riferì d’aver sentito il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – dire:
Noi siamo un popolo illetterato, non scriviamo e non facciamo calcoli. Il mese è così e così (cioè una volta di 29 giorni e una volta di 30).
Raccontò al-Bara’:
Quelli tra i Compagni di Muḥammad – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – che digiunavano e, giunto il momento della rottura del digiuno, s’addormentavano prima di aver rotto il digiuno, non mangiavano per tutta la notte e per tutto Il giorno seguente fino alla sera.
Un giorno, Qays figlio di Sirmah al-Ansari, che stava digiunando, andò da sua moglie al momento della rottura del digiuno. –
Hai qualcosa da darmi da mangiare? le domandò.
No, ma vado in giro a chiedere qualcosa per te…
Ora, Qays passava tutta la sua giornata a lavorare: stanco com’era, gli si chiusero gli occhi e s’addormentò. Quando sua moglie tornò, lo vide ed esclamò:
T’è andata male!
A giorno avanzato, egli svenne, e la cosa fu riferita al Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute -: fu così che venne fatto scendere il versetto: Vi è permesso avvicinarvi alle vostre donne nella notte del digiuno (II, 183).
Tutti si rallegrarono moltissimo, e poco dopo vennero fatte scendere le parole: Mangiate e bevete fino a quando appaia a voi distinto il filo bianco dal filo nero (II, 183).
Adi figlio di Hatim – sia soddisfatto Iddio di lui – raccontò:
Quando furono fatte scendere le parole Fino a quando appaia a voi distinto il filo bianco dal filo nero, andai a cercare due cordoni di pelo di cammello, uno nero e uno bianco, e li misi sotto il cuscino. Ogni tanto li guardavo, durante la notte, e non riuscivo a distinguerli. Il giorno dopo mi recai dall’Inviato di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – e gli raccontai quanto avevo fatto, Egli mi disse:
I fili sono soltanto il nero della notte e il bianco del giorno.
Sahl figlio di Sa’d riferì che nel periodo in cui erano già state fatte scendere le parole: Mangiate e bevete fino a quando appaia a voi distinto il filo bianco dal filo nero, ma non era ancora scesa la precisazione per l’alba, vi erano degli uomini che, quando volevano digiunare, si legavano al piede un cordone bianco e un cordone nero e non smettevano di mangiare finché non distinguevano tra i due. Fu allora che Iddio fece scendere le parole: per l’alba, ed essi compresero che il versetto si riferiva soltanto alla notte e al giorno.
Il figlio di Abu Àwfa – sia soddisfatto Iddio di lui – raccontò:
Eravamo in viaggio con l’inviato di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – quando a un certo punto egli disse ad uno di noi: –
Scendi e dammi da bere.
-Ma…, Inviato di Dio, il sole… – obiettò costui.
-Scendi e dammi da bere- ripetè.
– Ma… il sole, o Inviato di Dio… -.
-Scendi e dammi da bere!-
L’altro scese e gli diede da bere. Egli bevve, poi fece un gesto con la mano verso oriente, e disse:
Quando vedete la notte che avanza da questa parte, potete rompere il digiuno
Nafi’ riferì che il figlio di Umar – sia soddisfatto Iddio di ambedue – dopo aver recitato:
Come espiazione, di nutrire un povero (II, 180), aveva detto:
Queste parole sono abrogate.
Abd Allah figlio di Umar – sia soddisfatto Iddio di ambedue – riferì che l’Inviato di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute –
aveva proibito di sommare il digiuno della notte con quello del giorno, e allora gli avevan ribattuto:
Ma tu li riunisci!
Io? – aveva risposto.
– Io non sono come voi. Io vengo nutrito e dissetato. –
Riferì Urwah che ‘Aisha – sia soddisfatto Iddio di lei – aveva detto:
Nel tempo dell’Ignoranza, il giorno di ashura era giorno di digiuno per i Coreisciti e a quei tempi lo osservava anche l’Inviato di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute -.
Quando giunse a Medina, continuò a fare questo digiuno e lo comandò ai fedeli. Ma, allorchè fu imposto il digiuno del ramadan, abbandonò quello del giorno di ashura; da allora in poi in questo giorno digiunò chi volle, e chi non volle non digiunò. –
Humayd figlio di Abd al-Rahaman raccontò d’aver udito parlare dal minbar Mu’awiyah figlio di Abu Sufyan – sia soddisfatto Iddio di ambedue – il giorno di ashuradell’anno in cui fece il pellegrinaggio.
Egli aveva detto:
O gente di Medina, dove sono i vostri sapienti?
Ho sentito io l’Inviato di Dio – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute – dire;
-Questo è il giorno di ashura: non vi è stato prescritto di digiunare, ma io digiuno.
Chi vuole digiuni, e chi vuole rompa il digiuno.
Il figlio di Abbas – sia soddisfatto Iddio di ambedue – riferì:
Giunto a Medina, il Profeta – Iddio lo benedica e gli dia eterna salute –
vide gli Ebrei che digiunavano nel giorno di ashura. -Di che cosa si tratta? – domandò.
– Questo è un giorno sacro- risposero. – È il giorno in cui Dio liberò i figli d’Israele dai loro nemici: Mosè, in questo giorno, digiunò. – Io- disse allora – ho più doveri verso Mosè che verso di voi.-
Così digiunò, dando ordine di digiunare anche ai fedeli.