Possa Allah Compiacersi di Lui
“Ho piantato amore nel mio cuore
e non mi assenterò sino al giorno del giudizio.
Tu hai ferito il mio cuore quando mi sei venuto vicino.
Il mio desiderio cresce, il mio amore scoppia.
Egli mi ha versato un sorso da bere.
Ha aumentato i battiti del mio cuore con la coppa d’amore
Che ha attinto dall’oceano di amicizia.”
Attribuito a Bāyazīd
La sua vita
Il nonno di Bāyazīd era seguace di Zoroastro dalla Persia. Bāyazīd svolse uno studio dettagliato dei pilastri della legge Islamica (shari`a) e praticava uno stretto regime di abnegazione (zuhd). Per tutta la vita fu assiduo nelle preghiere obbligatorie della sua religione e nell’osservare pratiche volontarie.
Invitava i suoi studenti, (murids) a riporre le proprie questioni nelle mani di Dio e li incoraggiò ad accettare sinceramente la pura dottrina del tawhid (l’Unicità di Dio). Questa dottrina consiste in cinque punti fondamentali; mantenere gli obblighi dettati dal Corano e dalla Sunnah, dire sempre la verità, mantenere il cuore lontano dall’odio, evitare il cibo proibito e le innovazioni (bid’a).
I suoi detti
Uno dei suoi detti era, “ Sono arrivato a conoscere Allah attraverso Allah, e sono giunto a s sapere che cosa c’è oltre Allah con la luce di Allah.” Egli disse, “Allah ha garantito favori ai suoi servitori per portarli vicino a Lui. Invece questi restano affascinati dei favori e si trascinano lontano da Lui.” E diceva, pregando Allah, “Oh Allah, Tu hai fatto questo creazione senza conoscenza e hai posto in loro una fede priva di volontà. Se Tu non li aiutassi chi potrebbe farlo?”
Bāyazīd disse che lo scopo ultimo dei Sufi è sperimentare la visione di Allah nell’Aldilà, a tale prova disse, “Vi sono servitori speciali di Allah che, se Allah velasse Sè stesso dalla loro vista in Paradiso, essi Lo implorerebbero di portarli fuori dal Paradiso proprio come gli abitanti dell’Inferno Lo implorano di liberarli dalle Fiamme”.
Disse riguardo all’Amore di Allah per i Proprio servitore, “Se Allah ama il Suo servitore, gli donerà tre attributi come prove del Suo Amore: una generosità grande come l’oceano, e una magnanimità pari a quella del sole nel dare la sua luce, ed un modestia pari a quella della Terra. Il vero amante non considera nessun tormento troppo grande e non diminuisce la sua adorazione grazie alla sua fede pura.”
Un tale chiese a Bāyazīd, “Mostrami un’azione attraverso la quale possa avvicinare il mio Signore.” Egli rispose, “Ama gli amici di Allah in modo che ricambino. Ama i Suoi santi affinché ti amino. Dato che Allah osserva i cuori dei Suoi santi e vedendo il vostro nome scolpito nel cuore dei Suoi santi, Egli perdonerà.” Per questa ragione, i seguaci Naqshbandi sono stati innalzati per amore dei propri Sheikh. Questo amore li porta ad una stazione di piacere continuo e presenza continua nel cuore del loro amato.
Molti studenti Musulmani nel suo tempo, e molti successivamente, dissero che Bāyazīd al-Bisṭāmī fu il primo a diffondere la Realtà dell’Annullamento (fana’). Anche il rigido studioso, Ibn Taymiyya, vissuto nel settimo secolo dopo l’egira, ammirò Bāyazīd per questo e lo considerò come uno dei suoi maestri.
Ibn Taymiyya disse di lui, “Vi sono due categorie di fana’; una è per i Profeti perfetti e per i santi, e una per i ricercatori e le persone pie (salihīn).
Bāyazīd al-Bisṭāmī apparteneva alla prima categoria di coloro che sperimentavano il fana’, il che vuol dire la rinuncia totale a tutto tranne Dio. Chi adora soltanto Lui, chiede solo di Lui (citando proprio Bāyazīd) e dice “Non voglio niente tranne ciò che Egli vuole.”
E’ riportato che Bāyazīd disse, “mi sono separato dal mondo inferiore tre volte, per non ritornarvi e mi sono diretto verso il mio Signore da solo, senza nessuno, e ho chiamato solo Lui per avere aiuto dicendo:
‘Oh Allah, Oh Allah, non c’è rimasto nessuno per me, tranne Te.’
In quel momento venni a conoscere la sincerità della mia richiesta nel mio cuore e la reale incapacità di aiutarmi da parte del mio ego. Immediatamente l’ammettere questa supplica fu percepita dal mio cuore. Questo mi aprì una visione in cui non esistevo più e svanii completamente da me stesso in Lui stesso. Ed Egli portò in alto davanti a me tutto ciò da cui mi ero separato, e mi rivestì con la luce e con i Suoi attributi.”
Bāyazīd disse, “Lode a Me, per la Mia Gloria più elevata!” E continuò dicendo, “Mi sono addentrato in un oceano quando i primi profeti si trovavano ancora sulla spiaggia.” E disse, “Oh Mio Signore, la Tua obbedienza a me, è più grande della mia a Te.” Questo vuol dire, “Oh Dio, Tu adempi alla mia richiesta ancor prima che io Ti abbia obbedito.”
Disse, “Ho fatto quattro errori nei miei passi preliminari in questa via: ho pensato di ricordarmi di Lui, di conoscerLo e di amarLo e di cercarLo, ma una volta raggiunto ho visto che il Suo ricordo di me, procedeva il mio ricordo di Lui, e la Sua conoscenza di me, procedeva la mia conoscenza di Lui e il Suo amore verso me, era più antico del mio amore verso Lui, e che mi aveva cercato perché cominciassi a cercarLo anch’io.”
Adh-Dhahabi lo citò per grandi questioni tra le quali c’era “Lode a Me, per la Mia Gloria più alta!” e “Non c’è niente in questo abito che indosso tranne Allah.” L’insegnante di Adh-Dhahabi Ibn Taymiyya spiegò, “Egli non vedeva più se stesso come esistente, ma vedeva solo l’esistenza di Allah, a causa del suo auto-annullamento.”
Adh-Dhahabi più avanti riportò, “Egli disse, Oh Allah, cos’è il Tuo Fuoco? Non è niente. Lascia che sia l’unica persona che vada nel Tuo Fuoco e che ogni altro sia salvato. E cos’è il Tuo Paradiso? È un gioco per bimbi. E chi sono quei miscredenti che vuoi torturare? Sono Tuoi servitori. Perdonali.”
Ibn Hajar disse, riferendosi alla celebre affermazione di Bāyazīd, “Allah conosce il segreto e Allah conosce il cuore. Qualunque cosa Aba Yazid affermi, proviene dalla Conoscenza delle Realtà e la gente del suo tempo non poteva capire. Lo condannarono e lo esiliarono sette volte dalla sua città. Ogni volta che subì l’esilio, eventi terribili colpirono la città fino a che non lo richiamavano, promettevano fiducia in lui e lo accettavano come un vero santo.”
‘Aṭṭār e Arusi riporta che Bāyazīd disse, una volta esiliato dalla propria città, “O città benedetta, il cui rifiuto è Bāyazīd!”
Una volta Bāyazīd disse, “Allah il Più Giusto mi ha chiamato alla Sua Presenza e mi ha detto,’Oh Bāyazīd come sei giunto alla Mia Presenza?’ Ho risposto, ‘Attraverso zuhd, rinunciando al mondo.’ Egli disse, ‘Il valore del mondo più basso è pari a quello di un’ala di zanzara. Che tipo di rinuncia sarebbe?’ Dissi, ‘Oh Allah, perdonami.’ Poi dissi, ‘Oh Allah, sono giunto a te attraverso tawakkul, con la dipendenza da Te.’ Quindi Egli disse, ‘ Ho mai tradito la fiducia per qualcosa che ti ho promesso?’ Ho detto, ‘Oh Allah perdonami.’ Quindi dissi, ‘Oh Allah, sono giunto a Te attraverso Te stesso.’ In quel momento Allah disse, ‘Ora ti accettiamo.’
Disse, “Sono stato con i devoti e non ho trovato alcun miglioramento con loro. Sono stato con i guerrieri nella causa e non sono avanzato affatto con loro. Sono stato con chi pregava eccessivamente e non sono progredito di un passo. Poi ho detto, ‘Oh Allah, qual è la strada per giungere a Te?’ E Allah ha detto, ‘Abbandona te stesso e vieni.’”
Ibrahim Khawwas disse, “La strada che Allah gli ha mostrato, con le parole più delicate e la spiegazione più semplice, era di ‘abbandonare il tuo interesse personale per i due mondi, la dunya e l’Aldilà, abbandonando tutto a parte Me.’ Questa è la via più breve e la più facile per giungere ad Allah Onnipotente e Lodato, lo stato più perfetto di affermare l’Unicità, non accettando niente e nessuno tranne Allah, il Più Elevato.”
Uno dei seguaci di Dhul Nun al-Misri stava seguendo Bāyazīd. Bāyazīd gli chiese, “Chi desideri?” egli rispose, “Voglio Bāyazīd”. Egli disse, “Oh mio figlio, Bāyazīd desidera Bāyazīd da quaranta anni e non lo ha ancora trovato.” Quel discepolo di Dhul Nun allora tornò dal maestro e gli narrò l’accaduto. Ascoltando questo Dhul Nun svenne. Spiegò più tardi dicendo, “Il mio maestro Bāyazīd si è perso nell’Amore di Dio. Questo lo porta a cercare di se stesso nuovamente.”
Gli chiesero, “Insegnaci come raggiungere la vera Realtà.” Egli disse, “allenandomi con il ritiro.” Loro dissero: “Come?” Egli disse, “Ho richiamato me stesso per accettare Allah Onnipotente ed Elevato, e ha opposto resistenza. Ho fatto voto di non bere acqua, nè dormire fino a che non avessi avuto il controllo di me stesso.”
Egli disse anche, “Oh Allah! Non è strano che ti ami, dato che sono un servitore debole, ma è strano che Tu mi ami dato che sei il Re dei Re.”
He said, “Per trenta anni, quando volevo ricordare Allah e fare dhikr ero solito lacarmi la lingua e la bocca per glorificarLo.”
Disse, “Finché il servitore penserà che vi sia qualcuno inferiore a se stesso tra i musulmani, quel servitore possiederà sempre l’orgoglio.”
Gli chiesero, “Descrivi il tuo giorno e la tua notte.” Egli disse, “Non ho un giorno, nè una notte, dato che il giorno e la notte sono per coloro che hanno le caratteristiche della creazione. Ho sparso me stesso come il serpente lascia la propria pelle.”
Del Sufismo Bāyazīd disse: “Consiste nell’abbandonare il riposo e accettare la sofferenza.”
Dell’obbligo di seguire una guida, disse: “Chi non ha uno sheikh, il suo sheikh è Satana.”
Della ricerca di Dio, egli disse, “La fame è una nuvola di pioggia. Se un servitore diventa affamato, Allah innaffierà il suo cuore di saggezza.”
Della sua intercessione disse, “Se Allah mi darà il permesso di intercedere per tutte le persone del mio tempo, non sarò orgoglioso, poiché intercederò solo per un pezzo d’argilla,” e “Se Allah mi desse il permesso di intercedere, per prima intercederei per coloro che mi hanno danneggiato e rinnegato.”
Ad un giovane che desiderava un lembo del suo vecchio mantello per baraka (benedizione), Bāyazīd disse: “Se prendessi tutta la pelle di Bāyazīd e la indossassi come fosse tua, non varrebbe niente a meno che tu non segua il suo esempio.”
Gli dissero, “La chiave del Paradiso è ‘La ilaha ill-Allah‘ (testimoniare che non c’è dio tranne Allah).” Egli disse, “E’ vero, ma la chiave è per aprire un lucchetto; e la chiave di tale testimonianza può solo esser adoprata in tali circostanze:
- una lingua che non mente, nè sparli;
- un cuore senza tradimento;
- uno stomaco senza haram o senza provvigione dubbia;
- azioni senza desiderio, nè innovazione.”
Disse, “L’ego o l’essere guarda sempre il mondo, mentre il ruh (spirito) osserva sempre la prossima vita e ma`rifat (la conoscenza spirituale) osserva sempre Allah Onnipotente e L’Elevato. Colui che viene sconfitto dal proprio ego, è tra coloro che verrà distrutto, e colui il cui spirito è vittorioso sul proprio ego, apparterrà ai devoti, e colui la cui conoscenza spirituale sopraffa il proprio essere, è tra i consci di Dio.”
Ad-Dailami disse,, “Una volta chiesi ad `Abdur Raḥmān bin Yahya sullo stato di fiducia in Allah (tawakkul). Egli disse, “Se metti la tua mano nella bocca di un leone, non temere niente tranne Allah” Andai nel mio cuore a far visita e ad interrogare Bāyazīd su questa questione. Ho bussato ed ho udito dall’interno, “Non ti è bastato quell che ti ha detto `Abdur Raḥmān? Sei giunto solo per chiedere, senza l’intenzione di farmi visita.” Compresi e tornai di nuovo un’altra volta un anno dopo, a bussare alla sua porta. Questa volta mi rispose, “Benvenuto figlio mio, stavolta sei venuto a me come un visitatore, non come un interrogatore.”
Gli chiesero “Quando un uomo diventa tale?” Egli disse, “Quando conosce gli errori del proprio essere e si impegna a correggerli.”
Disse, “Sono stato per dodici anni fabbro di me stesso, e cinque anni pulitore dello specchio del mio cuore, e per un anno ho osservato in questo specchio e ho visto nel mio ventre un brandello di miscredenza. Ho provato a tagliarlo e ho impiegato dodici anni nello sforzo. Poi vidi nello specchio e nel mio corpo scoprii quel brandello. Ci impiegai cinque anni a tagliarlo. Poi trascorsi un anno per vedere quel che avevo fatto. E Allah mi aprì una visione di tutte le creature. E le vidi tutte morte. Pregai le quattro takbirat di janaza (la preghiera funeraria) su di loro.” 1
Disse una volta: “Se il Trono e ciò che lo circonda e quel che c’è dentro fossero posti in un angolo del cuore di un Sapiente, sarebbero completamente persi al suo interno.”
Dello stato di Bāyazīd’s, al-`Abbas ibn Hamza riportava la seguente: “Ho pregato dietro Bāyazīd la Dhuhr, e quando alzava le mani per dire ‘Allahu Akbar’ non era in grado di pronunciare le parole per timore del Sacro Nome di Allah, e tutto il suo corpo tremava e da lui arrivava il suono di ossa che si spezzavano; fui atterrito dalla paura.”
Munawi riporta che un giorno Bāyazīd frequentò la lezione di un faqih (studioso di legge) che spiegava le leggi dell’eredità: “Quando un uomo muore e lascia una tal cosa, il figlio avrà quella cosa, ecc…” Bāyazīd esclamò: “Oh faqih, Oh faqih! Che diresti di un uomo che morendo non lascia altro che Dio?” La gente cominciò a piangere, e Bāyazīd continuò: “Il servo non possiede niente; quando muore, non lascia altro che il suo padrone. Egli è come Allah lo ha creato in origine.” E recitò:
وَلَقَد جِئتُمونا فُرادىٰ كَما خَلَقناكُم أَوَّلَ مَرَّةٍ
wa-la-qad jiʾtumūnā furādā ka-mā khalaqnākum ʾawwala marratin
“Siete venuti a Noi da soli, come vi abbiamo creati la prima volta” [6:94].
Sahl at-Tustari mandò una lettera a Bāyazīd che diceva: “Quì c’è un uomo che bevve una bevanda che lo lascia per sempre dissetato.” Bāyazīd rispose: “Quì c’è un uomo che ha bevuto tutte le esistenze, ma la cui bocca è arsa e brucia di sete.”
La sua morte
Quando Bāyazīd morì, aveva più di settanta anni. Prima di morire, qualcuno gli chiese l’età. Egli rispose: “Ho quattro anni. Per settanta sono stato velato. Mi sono liberato dai miei veli solo quattro anni fa.” Il 39mo Sheikh della Catena d’Oro, Sultan al-Awliya Sheikh `Abdullah Daghestani, fece riferimento a questo detto nel suo incontro con Khidr, che gli disse, mentre indicava le tombe di alcuni grandi discepoli in un cimitero Musulmano: “Questo ha tre anni; quest’altro sette; questo dodici.”
Bāyazīd morì nel 261 H. E’ detto che è sepolto in due posti, uno è fuori Damasco, l’altro è Bistam in Persia. Il segreto della Catena d’Oro passò da Bāyazīd al-Bisṭāmī a Abul Hassan al-Kharqani
Entrai in un deserto
era nevicato l’Amore
e la terra bagnata
nell’Amore s’era sprofondata
così come il piede
si sprofonda nella neve.
(Abū Yazīd Bistāmī citato da ‘Attār di Nishabur in Tadhkirat al-’Awliyā’)
Note
1) Disse anche: “Per dodici anni sono stato il fabbro della mia anima ( āhangar-i nafe-l khüd budam). L’ho messa nella fornace dell’ascetismo e l’ho riscaldata con il fuoco dell’austerità”
Tutte le biografie dei 40 Maestri Naqshbandi sono state tradotte con il permesso dell’autore Shaykh Muhammad Hisham Kabbani dal libro .