Regole da osservare nell’eseguire l’abluzione (wudù’)

Tratto da:
L’INIZIO DELLA RETTA VIA (Bidàyah al-hidàyah)

dell’Imam Abu Hàmid Muḥammad Ibn Muḥammad al-Ghazàlì at-Tùsì

che Allah abbia misericordia di lui.

Traduzione a cura di Sidi  Abu Omar

Nel nome di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso,

Dopo esserti pulito, non tralasciare di far uso del nettadenti; (1) esso è un mezzo che purifica la bocca, fa piacere al Signore e dispiace a Satana: difatti la preghiera detta con i denti puliti è più eccellente di settanta preghiere dette senza pulizia del cavo orale.

Si tramanda, sull’autorità di Abù Hurayrah (2) – si compiaccia Allah di lui! – che l’Inviato di Allah disse: «se non fosse stato il timore che un tale uso diventasse pesante per la mia Comunità, avrei senz’altro ordinato l’uso del siwàk per ogni preghiera ». Si tramanda pure che il Profeta disse: «Mi fu comandato tanto l’uso del siwàk che temetti mi venisse imposto come obbligatorio». Quindi, per fare l’abluzione, siediti, col viso rivolto verso Mecca, in luogo elevato da terra, tanto che non ti raggiunga l’acqua spruzzata e dì: «Nel nome di Allah, il Misericorde, il Misericordioso. Mio Signore, io mi rifugio in Te contro le suggestioni dei demoni. Mi rifugio in Te, mio Signore, affinché non mi si accostino». (3)

Poi lava le mani tre volte prima di introdurle nel recipiente delle abluzioni e dì: «O Allah! Ti chiedo prosperità e benedizione e mi rifugio in Te contro calamità e perdizione». Formula poi l’intenzione di rimuovere l’impurità (al-hadath, e anche di rendere lecita la preghiera; è necessario che tu non ometta di formulare l’intenzione prima di lavare il viso, altrimenti la tua abluzione non sarà valida.

Prendi, quindi, nel cavo della mano un po’ d’acqua e con essa sciacquati il cavo orale tre volte, facendo arrivare l’acqua stessa fino all’epiglottide, a meno che tu non stia digiunando, nel qual caso farai ciò con delicatezza, e dì: «O Allah, aiutami a recitare il Tuo Libro ed a menzionarTi spesso, e confermami con parola ferma nella vita di questo mondo e nell’Aldilà. (4) Prendi ancora col cavo della mano dell’acqua ed aspirala con le narici per tre volte, poi espelli l’acqua soffiando con le narici, detergendo il muco che è nel naso; aspirando dì: «O Allah, fammi odorare il profumo del Paradiso e compiaciTi di me» e, soffiando, dì: «O Allah, mi rifugio in Te contro il fetore del Fuoco e contro l’orrenda Dimora».

Infine, prendi, sempre col cavo della mano, l’acqua per il viso e lava da dove la fronte comincia ad appiattirsi fino all’estremità della parte anteriore del mento, in lunghezza, e da orecchio ad orecchio, in larghezza. Fa’ arrivare l’acqua fino al luogo del tahdhif, ossia quel posto dal quale le donne sogliono rimuovere i capelli e che va dalla parte superiore dell’orecchio fino all’angolo della tempia, cioè quella parte che si trova (lateralmente) alla fronte. Fa’ arrivare l’acqua fino alle quattro parti dove hanno origine i peli e cioè le sopracciglia, i baffi, le ciglia e le due zone glabre adiacenti alle orecchie, ossia dove inizia la barba; è necessario che l’acqua arrivi fino alla radice dei peli della parte rada della barba, non di quella folta. Lavando il viso, dì: «O Allah, rendi bianco il mio volto con la Tua luce, il Giorno in cui diventeranno bianchi i volti dei Tuoi amici, e non rendere nero il mio volto con le Tue mani il Giorno in cui diventeranno neri i volti dei Tuoi nemici». (5) Non omettere, poi, di far scorrere le dita bagnate tra la parte folta della barba.

Fatto questo, lava prima l’avambraccio destro e, dopo, il sinistro, inclusi i gomiti, fino alla metà degli omeri, perché nel paradiso l’ornamento raggiunge i posti toccati durante l’abluzione. Lavando l’avambraccio destro, dì: «O Allah, dammi il mio libro nella mano destra e rendimi facile la resa dei conti» (6) lavando il sinistro, dì: «O Allah, mi rifugio in Te: chè Tu non mi dia il libro nella mano sinistra (7) o da dietro il mio dorso». (8)

Strofina, poi, tutto il capo, così: bagna le mani, unisci la punta delle dita della mano destra con quelle della sinistra; in questo modo porta le mani sulla parte anteriore del capo, poi fino alla nuca e, ancora, falle ritornare fino alla parte anteriore: farai in questo modo per tre volte e così pure con le altre membra e dì: «O Allah, ricoprimi con la Tua misericordia, fa’ scendere su di me le Tue benedizioni e riparami all’ombra del Tuo Trono il Giorno in cui non vi sarà altra ombra se non la Tua. O Allah, proteggi i miei capelli e la mia pelle dal Fuoco!».

Con acqua rinnovata, quindi, strofina con la mano bagnata sia l’interno delle orecchie, introducendo gli indici nei canali auricolari, sia la parte esterna delle orecchie stesse, col polpastrello dei pollici, e dì: «O Allah, fammi essere del numero di coloro i quali ascoltano la Parola e seguono la sua essenza più bella; (9) O Allah, fammi sentire il banditore del Paradiso insieme coi pii nel Paradiso». Passa, dopo, la mano bagnata sul collo, dicendo: «O Allah, lascia libero il mio collo dal Fuoco; in Te mi rifugio dalle catene e dai gioghi».

Ancora, lava prima il piede destro e, dopo, quello sinistro, incluse le caviglie, e passa il mignolo della mano sinistra tra le dita del piede destro, cominciando dal mignolo di esso e terminando col mignolo del piede sinistro, e penetra tra le dita dal di sotto, e dì: «O Allah, fa’ saldo il mio piede sulla Retta Via insieme con i piedi dei Tuoi servi pii». Così pure, lavando il piede sinistro, dirai: «O Allah, mi rifugio in Te per tema che il mio piede vacilli sul Ponte nell’Inferno (10) il Giorno in cui vacilleranno i piedi degli ipocriti e degli idolatri». Fa’ giungere l’acqua fino alla metà delle gambe e cura la triplice ripetizione in ogni tuo atto.

Quando l’abluzione sarà terminata, leva lo sguardo al cielo e dì: «Attesto che non v’è dio all’infuori di Allah, Unico e senza condòmini, e attesto che Muḥammad è il Suo servo ed il Suo Inviato. Sia gloria a Te, o Allah, e lode a Te! Attesto che non v’è dio all’infuori di Te! Ho commesso il male e fatto torto a me stesso, ma chiedo perdono a Te e a Te ritorno pentito: perdonami e restituiscimi alla Tua grazia, Tu che sei il Perdonatore misericordioso. Allah, fa di me un penitente, e fammi essere tra i purificati; fammi essere tra i Tuoi servi pii, fammi paziente e grato, fa’ che menzioni molto il Tuo nome e che canti le Tue lodi all’alba ed al crepuscolo».

Se uno recita queste preghiere durante l’abluzione, i suoi peccati escono da tutte le sue membra e la sua abluzione viene segnata con un sigillo ed innalzata sin sotto il Trono, sicchè essa non cessa di lodare e glorificare Allah eccelso, e a favore di chi in tal modo ha pregato è registrata la ricompensa per quell’abluzione fino al Giorno della Risurrezione.

Evita nell’abluzione sette cose: A. non agitare la mano per evitare di spruzzare acqua; B. non gettare violentemente l’acqua contro il viso ed il capo; C. non parlare durante l’abluzione; D. non superare, nel ripetere le abluzioni, il numero di tre; E. non versare, per mera scrupolosità, acqua più del necessario, perché gli scrupolosi hanno un diavolo, detto al-Walhàn, il quale si ride di loro; F. non fare l’abluzione con acqua che è stata esposta al sole o G. che sia stata in recipienti di rame. Tutte queste sette cose sono riprovevoli durante l’abluzione.

Nella Tradizione, inoltre, è riportato che se uno menziona Allah quando fa l’abluzione, Egli gli purifica tutto il corpo; se invece non Lo menziona, non gli purifica se non le parti che sono state toccate dall’acqua.

4) Regole da osservare nell’eseguire la lavanda (ghusl).

Se incorri in impurità maggiore per polluzione notturna o per rapporto sessuale, porta il recipiente delle abluzioni nel luogo dove pratichi la lavanda corporale e lava, prima, le tue mani tre volte, rimuovendo poi quanto vi è di impuro sul tuo corpo e fa’ l’abluzione come si è detto per la preghiera con tutte le giaculatorie, posponendo solo il lavaggio dei piedi perché non vada sciupata l’acqua.

Finita l’abluzione, versa tre volte l’acqua sul tuo capo formulando l’intenzione di eliminare l’impurità maggiore; versa l’acqua tre volte anche sul tuo fianco destro e tre volte sul sinistro. Sfrega la parte anteriore e quella posteriore del tuo corpo e fa’ scorrere le dita bagnate tra i capelli del capo e tra la barba. Fa’ giungere l’acqua alle pieghe del corpo ed alla radice dei capelli della parte rada e della parte folta. Guardati dal toccare il sesso dopo l’abluzione, perché se il palmo della tua mano lo facesse dovresti ripetere l’abluzione.

Sono precetti obbligatori (faridah) in tutti questi atti: l’intenzione, la rimozione della sostanza impura e l’estensione del lavaggio a tutto il corpo.

Sono precetti obbligatori nell’abluzione: il lavaggio del viso, delle mani, inclusi i gomiti, far scorrere le dita bagnate su alcune parti del capo ed il lavaggio, una volta sola, dei piedi, incluse le caviglie, unitamente all’intenzione ed all’ordine. Le pratiche all’infuori di queste, sono di sunna confermata (mu’akkadah) (11) ed il loro merito è grande ed ampia la ricompensa.

Chi, però, le tralascia ne è danneggiato, anzi mette in pericolo le stesse prescrizioni obbligatorie in quanto le opere supererogatorie costringono a compiere quelle obbligatorie.

5) Regole da osservare nella lustrazione pulverale (tayammum).

Se non puoi far uso dell’acqua perché non l’hai trovata, pur avendola cercata, o perché sei malato, o perché vi è qualcosa che t’impedisce d’arrivare ad essa, ad esempio un animale feroce o perché sei in prigione, oppure perché l’acqua serve per soddisfare la tua sete o quella di un tuo compagno, o perché appartiene ad un altro che non la vende se non ad un prezzo superiore al normale, o perché tu, avendo una ferita od una malattia, temi per la tua vita, allora, pazienta finché non giunge il tempo della preghiera obbligatoria.,

Poi, cerca un buon terreno elevato su cui vi sia sabbia pura, pulita, soffice; batti, quindi, su di essa con le palme, tenendo unite le dita, e, formulando l’intenzione di rendere lecita la preghiera obbligatoria, strofina con esse il viso una volta sola.

Non sei obbligato a far giungere la polvere fino alla radice dei capelli, nè dove son radi nè dove son folti.

Togli quindi l’anello e batti una seconda volta con le palme, tenendo però le dita aperte, e stropiccia con esse gli avambracci fino ai gomiti inclusi. Se non riesci a comprenderli tutti fa’ un’altra leggera battuta fino a quando non li comprendi tutti. Strofina anche una palma con l’altra facendo passare le dita negli incavi delle dita stesse.

Esegui ora una sola preghiera obbligatoria e gli atti sovraerogatori che desideri. Se vuoi fare un’altra preghiera obbligatoria, ripeti la purificazione con sabbia. (12)

Note

1) E’ il cosidetto siwà o miswàk, ramoscello della Salvadora Persica usato nettadenti e spazzolino. Indica anche l’azione di pulire i denti.

2) Compagno del Profeta e tradizionista.

3) Corano,XXIII, 97-98.

4) Corano XIV, 27.

5) Corano III, 106.

6) Corano LXXXIV, 7-8.

7) Corano LXIX, 25.

8) Corano LXXXIV, 10. Secondo la concezione islamica, nel Giorno del Giudizio, quelli che andranno in Paradiso riceveranno il libro che registra le loro opere nella mano destra; gli altri, invece, lo riceveranno nella loro sinistra o da dietro il dorso.

9) Corano XXXIX 18,

10) Secondo l’escatologia coranica, avvenuto il Giudizio, le creature passeranno su di un Ponte detto siràt, più sottile di un capello, più tagliente del filo di una spada e cosparso di spine. Al di sotto di esso è la Gehenna. Coloro che durante la vita avranno obbedito ai precetti divini o a cui Allah avrà perdonato le colpe, riusciranno a percorrerlo speditamente per entrare in Paradiso. I primi a traversarlo saranno il Profeta Muḥammad, su di lui la benedizione di Allah e la pace, ed i suoi Compagni, che Allah se ne compiaccia.

11) La pratica di Sunnah è quella per la quale il musulmano è ricompensato se l’osserva, ma non è punito se non l’osserva. Si distingue la sunnah grave o confermata (mu’akkadah) – e quella che non è tale; non osservare la sunnah potendolo è biasimevole, soprattutto se sunnah grave, la cui omissione eventualmente esige riparazione. Cf. Khalìl In Ishàq, Al-Muhtasar, Compendio di Diritto Malichita, trad. di I. Guidi, vol. I, p. 20, nota 55.

12) Condizione preliminare ed indispensabile per l’esecuzione dell’orazione canonica è lo stato di purità rituale (tahàrah). Se il credente si trova in stato di impurità minore (hadath), per es.: per aver soddisfatto a necessità di evacuazione d’aria, d’urina o di feci, gli basta l’abluzione (wudù’); se, invece, si trova in stato di impurità maggiore (janàbah) per es.: per introduzione della verga nella vagina, o comunque per eiaculazione), deve procedere alla lavanda totale del corpo (ghusl). Mancando l’acqua o essendo arduo utilizzarla, abluzione e lavanda possono essere sostituite dalla lustrazione pulverale (tayammum), ma essa va rinnovata per ciascuna preghiera obbligatoria, fino a quando la difficoltà nel reperire o utilizzare l’acqua sia cessata.


Vedi anche:

L’abluzione

L’Orario delle Preghiere