
Al-Latîf
Il Sottile, L’Amabile
Quando Allah
Egli
Egli
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Da Hadrat al-hadarât al-jâmi‘a li-l-asmâ’ al-husnà capitolo 558 delle Conquiste o Rivelazioni Meccane (Futûhât Makkiyya) di Ibn ‘Arabî.
Il Sottile, il Buono, il Benevolente con i suoi servi, a cui fa arrivare la guarigione (ʿâfiya) quando sono malati tramite dei rimedi che occasionalmente sono sgradevoli. Non c’è niente di più velato, a titolo d’esempio, che il sottile principio curativo contenuto in quei rimedi, che, essendo dolorosi, producono ciò nonostante salute (shifâ) e sollievo.
Non c’è traccia alcuna del suo effetto benefico nel momento di utilizzare il rimedio (dawâ) dato che, anche se sapessimo che il suo impiego produce la risoluzione [dello stato di malessere], non potremmo sentire, causato dalla sua sottigliezza (latâfa), questo impercettibile principio sanatorio.
Questo con relazione all’aspetto della sottigliezza. Dall’altra parte, l’aspetto della Sua benevolenza (lutf) corrisponde alla Sua “occulta presenza effettiva” (sarayân) negli atti di tutti gli esseri esistenti (mawjûdât), alla quale si riferisce la Sua Parola:
Allâh vi ha creato, voi e quanto voi facciate (Cor., 37:96).
Noi, ciò nonostante, non vediamo le opere se non come opere delle stesse creature, anche se sappiamo che in realtà l’autore (‘âmil), l’unico agente che realizza tali opere, è solo Allâh, il quale, se non fosse per la Sua benevolente grazia (lutf), che lo vela per cortesia, potrebbe [palesarsi come Lui e mettere quindi le creature di fronte al fatto compiuto, che esiste solo Lui].
Egli è il Perspicace, il Beninformato.
Corano VI. al-An’àm, 103
Calligrafie originali di Hafez, New York.
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