7 Generations of the Naqshbandi Golden Chain

Possa Allah Santificare la Sua Anima

Abu Muḥammad al-Madani

L’uomo di Dio è ubriaco senza acqua
L’uomo di Dio è pieno senza carne arrosto
L’uomo di Dio è affranto e confuso
L’uomo di Dio non ha bisogno di cibo nè sonno
L’uomo di Dio, è un mare sconfinato
L’uomo di Dio fa piovere perle senza una nuvola
L’uomo di Dio non conosce niente di sbagliato, ma solo il giusto
Jalaluddin Rumi

Le sue benedizioni giunsero ovunque nel suo tempo. Era realmente Uno Speciale (khas), che porta i Segreti delle Descrizioni Profetiche. Si sedette sul Trono della Guida, diffondendo la conoscenza esterna e interiore, realmente dalla Presenza Divina. Era un maestro di questo Ordine. Era distinto trai Conoscitori. Era un Sostegno per il debole. Possedeva un enorme potere miracoloso, che era visibile ovunque andasse.

Nacque a Kikunu, un distretto di Ghunib, nello stato del Timurhansuro, nel Daghestan nel 1251 H./il 1835 DC. Migrò con la sua famiglia dal Daghestan nell’anno 1314 H./nel 1896 DC.verso la città di Rashadiya, tra Bursa e Istanbul.
Era un vero erede delle sembianze fisiche del Profeta sallAllahu alaihi wa sellim e non solo di quelle. Era molto bello e assomigliava al Profeta sallAllahu alaihi wa sellim secondo la descrizione del Profeta sallAllahu alaihi wa sellim nella sirah (Biografia). Fu autore di un libro intitolato “Ya waladi”, “Figlio Mio,” nella tradizione dell’ Imam Ghazali che scrisse “Ayyuha-l-walad”, “Oh Figlio Mio.”

Il villaggio di Kikunu, in cui crebbe, era un luogo spirituale. Gli abitanti del villaggio seguivano la shari’ah e tutti seguivano degli Sheikh. Un giorno prima della sua nascita, Sheikh Abu Aḥmad as-Sughuri (q) passando dal villaggio disse, “Da questo villaggio un bimbo illuminato apparirà. La sua luce brillerà dalla terra al cielo. Sarà un grande santo.” Predisse la nascita e la stazione elevata di Sayyidina Abu Muḥammad al-Madani (q).
Il Daghestan nel suo tempo era noto come “la Terra dei Santi.” Durante la sua giovinezza, vivevano lì due grandi Sheikh, Sheikh Muḥammad Effendi al-Yaraghi (q) e Sayyid Jamaluddin al-Ghumuqi (q).

Ricevette il potere della guida in sei turuq (pl. di tariqat, confraternita sufi): Qadiri, Rufa’i, Shadhili, Chishti, Khalwati e Naqhsbandi. Era famoso come Sheikh in tutte le sei turuq

Dai Suoi Miracoli

Una volta, prima che Sheikh Muḥammad al-Madani (q) entrasse nell’Ordine Naqshbandi, Hajji Nuri e  Hajji Murtaza passarono dal suo villaggio e gli dissero, “Andiamo a far visita ad Aḥmad as-Sughuri per prendere bayat (patto, iniziazione) da lui. Vuoi venire con noi?” Egli disse, “Sì,” e tutti e tre posero l’intenzione di entrare nella tariqat attraverso Sayyidina Aḥmad as-Sughuri (q).
Sayyidina Aḥmad as-Sughuri li consigliò, e poi chiamò Abu Muḥammad al-Madani, gli dette bayat nell’Ordine Naqshbandi e mise lo dhikr sulla sua lingua. Non dette niente ad Hajji Murtaza e ad Hajji Nuri. Disse loro, “Ho consegnato il segreto ad Abu Muḥammad al-Madani. Non c’è bisogno di prendere il segreto da me. Prendetelo da lui. Chiunque desideri entrare nella mia tariqat la potrà prendere da Abu Muḥammad al-Madani.” Si lamentarono in cuor loro, “perché Aḥmad as-Sughuri ha posto Abu Muḥammad al-Madani come intermediario tra noi?”
Un giorno venne una siccità nel loro villaggio. La gente del villaggio chiese loro di passare dal villaggio di Abu Muḥammad al-Madani per chiedergli di pregare Allah per la pioggia. Sulla loro strada per incontrarlo  e dissero tra sè: “Sapremo adesso se egli sia veramente un santo e perché Sayyidina Aḥmad as-Sughuri lo ha posto come nostra guida.” Sulla loro strada oltrepassarono una casa, e videro una bella signora all’interno. Furono così attratti dalla bellezza della signora che si fermarono a guardarla per tanto tempo. Infine arrivarono alla casa di Abu Muḥammad e bussarono alla porta.

Dall’interno, egli disse: “Chi bussa?” Parlottarono tra loro a voce bassa dicendo, “Come può essere uno Sheikh, se non sa chi bussa alla sua porta?” Bussarono ancora, ma non c’era risposta. Quindi da dietro la porta giunse la sua voce, ” Hajji Murtaza e  Hajji Nuri, è facile diventare uno Sheikh ed una guida senza sapere chi sia alla porta, ma è molto difficile diventare Sheikh e guida per chi segue i desideri in modo inaccettabile, osservando una donna nuda.” Disse loro, “Non posso lasciarvi entrare in casa mia.”

Nella fretta di andarsene, si dimenticarono di chiedergli di pregare per la pioggia. Dopo cinque minuti egli corse dietro di loro, dicendo, “E riguardo a ciò per cui siete venuti, non appena raggiungerete il villaggio, pioverà.” Appena giunti al villaggio, le nuvole si addensarono e cominciò a piovere.

Il suo Jihad

I russi avevano talmente paura di lui e dei suoi poteri miracolosi che lo portarono in Siberia con l’intenzione di ucciderlo. Fu in grado di liberarsi e di fuggire in Turchia. La gente del Daghestan si ricordava bene come avesse combattuto i russi, sia fisicamente che spiritualmente. Anche i russi parlavano del suo coraggio e dei suoi miracoli spirituali. Molti eventi noti riguardo a lui, vennero riportati dai suoi nemici.

Una volta stava combattendo i russi, finché arrivarono a sovrastarlo con la forza. Scappò verso una casa, e nessuno sapeva che fosse là. Una donna lo vide dal tetto della sua casa. Disse ai russi, “Muḥammad al-Madani è in quella casa.” Vennero per catturarlo. Trovarono che la casa in cui si nascondevano era circondata da erba verde, per la benedizione della sua presenza, poiché a causa del caldo estivo non vi era alcuna pianta verde in nessun luogo. Grazie all’informazione data dalla donna, furono in grado di catturarlo. Quella notte la donna si ammalò ed il giorno successivo morì. poiché come Allah Onnipotente ed Esaltato rivelò al Profeta sallAllahu alaihi wa sellim nel santo Hadith, “Chiunque si metta contro uno dei Miei santi, dichiarerò Guerra contro lui.”

Lo misero agli arresti domiciliari, e gli dissero di andare a mangiare ad un ristorante vicino. Rifiutò di mangiare il cibo nel loro ristorante e non mangiò il cibo che gli portavano, dicendo: “Siete miei nemici e non mangerò il vostro cibo.” Non mangiò per mesi, e non sapevano come potesse sopravvivere. Alla fine qualcuno giunse dallo stato del Sartar, dicendo al governatore: “Se non mangia del vostro cibo, datelo a me, lo porterò nel mio paese e mi curerò di lui.” Lo mandarono là.

C’era un ragazzo di Kikunu che studiava a Bukhara ed era innamorato di una ragazza del Sartar. Studiava la shari’a. Se ne era andato per molti anni e non era tornato. Nel frattempo, quella ragazza decise di sposarsi con un altro. Questo fatto raggiunse Bukhara,  e il ragazzo lo seppe. Era veramente sconvolto. Quella notte, prima di addormentarsi, udì una voce che diceva, “Torna a Sartar. Torna a Sartar.” Udì questa voce la notte successive e il giorno seguente. Decise di far ritorno. Ebbe un viaggio lunghissimo, presso Mosca, per raggiungere il Sartar. Camminò a lungo e raggiunse il villaggio.

Trovò le persone radunate in un luogo, che portavano del cibo. Gli dissero,  “Un grande Sheikh è giunto a  Sartar da Kikunu, e guarisce la gente e nutre i poveri. Noi eravamo così attratti dai suoi poteri spirituali che siamo diventati tutti suoi seguaci. Vieni con noi a vederlo.” Andò con loro. La gente del paese disse allo Sheikh, che era Sayyidina Abu Muḥammad al-Madani: “Potresti essere portato via dai russi. Per favore lascia qui qualcuno autorizzato a guidarci nella tariqat.” Quando quel ragazzo giunse alla casa dello Sheikh, lo Sheikh gli disse, con la stessa voce udita a Bukhara, “Oh figlio mio, hai udito il mio messaggio, hai sentito la mia voce. Vieni! Sarai il mio deputato e istruirai queste persone con ciò di cui hanno bisogno di ordine spirituale e sugli obblighi della religione. E sposerai la tua fidanzata.” Il ragazzo era molto felice. Prese l’iniziazione dallo Sheikh nell’ordine Naqshbandi e nelle altre cinque tariqat. Sheikh Abu Muḥammad al-Madani lo sposò con la sua fidanzata.

Questo fu un dono miracoloso per la città di Sartar, da Abu Muḥammad al-Madani. Era anche un segno che i suoi giorni a  Sartar erano giunti alla fine. Il giorno seguente, i russi lo vennero a prendere per portarlo in Siberia. Fu chiuso in una prigione di alta sicurezza. Pur chiudendolo nella sua stanza, lo trovavano spesso nel cortile, a pregare, a sedere o a leggere. Le guardie erano stupite e lo riportavano indietro. Poi dopo qualche ora, lo ritrovavano fuori. Perciò lo incatenarono al muro. E continuavano a trovarlo fuori dalla stanza, a passeggiare con qualcuno. Più tardi spiegò alla gente, “Camminavo con Sayyidina Khidr (s).” Lo incatenavano nuovamente e lo trovavano sempre fuori dalla sua cella. Erano così sconvolti che scrissero a Mosca per chieder consiglio su come potessero tenerlo in prigione. Mosca disse loro, “Mettetelo sottoterra in una prigione profonda.” Ci provarono, ma non contava quanto lo mettessero in profondità nelle sotterranee, lo ritrovavano sempre fuori dalla cella. Alla fine non ne potevano più della sue fughe che gli permisero di andare libero trai confini russi. La sua intenzione era quella di fuggire in Turchia.

Quando lo lasciarono libero in Siberia, vide un ufficiale e gli disse, “Figlio mio, ci vedremo ad Istanbul, in Turchia. Ci incontreremo là.” Successivamente quel giovane non ce la fece più a servire l’esercito russo e disertò. Migrò con la sua famiglia in Turchia e finì ad Istanbul. Là incontrò Sheikh Abu Muḥammad al-Madani, come aveva preannunciato lo Sheikh.

Sayyidina Muḥammad al-Madani decise di passare dalla sua terra natale nel Caucaso per far visita ai suoi genitori e alla famiglia lungo la strada per la Turchia. Un giorno prima del suo arrivo, apparve in sogno alla sorella preannunciandole la sua venuta. La donna disse alla madre il giorno dopo: “Oh madre mia, cucina un po’ di più perché mio fratello verrà oggi.” La madre disse, “Che stai dicendo? Nessuno sa nemmeno se egli sia vivo in Siberia e tu mi dici che verrà qui?” In quell’istante bussarono alla porta e Sayyidina Muḥammad al-Madani apparve.

La sua Migrazione

Mentre mangiava assieme alla sua famiglia disse loro, “Devo affrettarmi, perché c’è un’imbarcazione che mi aspetta per portarmi a Trabzon attraversando il Mar Nero.” Gli dissero sorprese: “Siamo nel Caucaso e parli di Trabzon?”
Sayyidina Muḥammad al-Madani si diresse  verso la costa nella parte Russa del Mar Nero. Giunto là, la nave che si era aspettato di trovare era lì pronta per portarlo in Turchia. Andò dal capitano e gli disse: “Portami in Turchia sulla tua nave.” Il capitano replicò, “Sto cercando di partire da venti giorni, ma la nave non parte.” Egli disse: “Ora partirà. Prendi questi soldi come mio passaggio e portami in Turchia”. Il capitano lo portò a bordo e lo condusse nella stanza dei motori. Poi il capitano andò a dormire mentre l’equipaggio si imbarcava. Il capitano ebbe un sogno in cui il motore aveva assunto le sembianze dello Sheikh e la nave possedeva ali e volava, arrivando a Trabzon. Una volta sveglio, corse fuori. L’equipaggio gli disse: “Siamo giunti a Trabzon.” Scese nella stanza dello Sheikh e lo Sheikh gli chiese, “Siamo arrivati?” Egli disse, “Sì, mio Sheikh, sto venendo a dirvi che voglio prendere iniziazione da te. Normalmente questo viaggio dura tre giorni, e siamo arrivati in un solo giorno.” Prese iniziazione da lui nel Ordine Naqshbandi e negli altri cinque ordini.

Lo Sheikh lasciò la nave e andò alla cafeteria. Vide in quella cafeteria un prigioniero che era stato con lui in Siberia, chiamato Muḥammad at-tawil. Muḥammad at-tawil disse, “Al hamduli-Llah, mio Sheikh, sei giunto qui sano e salvo. Sarai mio ospite in casa mia.”

Quando il Sultano Ottomano Abdul  Hamid seppe che Sheikh Muḥammad al-Madani (q) era giunto sano e salvo a  Trabzon, gli mandò una nave perché lo portasse da Trabzon a Istanbul. Nel frattempo lo Sheikh restò come ospite nella casa di Muḥammad at-Tawil. Per tutto il periodo in cui Sheikh Abu Muḥammad al-Madani era ospite a casa sua, Muḥammad at-Tawil trovava due monete d’oro sotto il suo cuscino ogni giorno. Era talmente stupito che, dopo cinque giorni, andò dallo Sheikh, che disse: “Per tutto il tempo in cui sono qui e ne manterrai il segreto, troverai queste monete sotto il tuo cuscino ogni giorno. Se non lo dirai a nessuno, queste monete continueranno ad apparire.”
Un giorno, un po’ di tempo dopo che lo Sheikh si era recato ad Istanbul, la moglie di Muḥammad at-Tawil stava sistemando il letto e trovò due monete. Cominciò a fare un caos perché voleva sapere da dove avesse preso quelle monete. Alla fine le disse che era la baraka dello Sheikh. Immediatamente lei andò a dirlo ai vicini. Una volta parlato loro, il miracolo terminò.

Questo evento accadde nel 1308 H/ il 1890 D.C. Tuttavia, la storia non fu mai narrata, finché il figlio di Sayyidina Muḥammad al-Madani fece visita all’amico di suo padre Muḥammad at-Tawil poco dopo la morte del padre. Muḥammad at-Tawil gli aveva raccontato la storia a quel tempo e gli aveva mostrato le monete che aveva ricevuto in modo così miracoloso.

Il Sultano Abdul Hamid, l’imperatore dell’Impero Ottomano, era un seguace dell’ordine Naqshbandi e prese iniziazione da Sayyidina Muḥammad al-Madani. Il Sultano gli disse di scegliere un pezzo qualsiasi di terreno ad Istanbul per costruire una zawiya per l’ordine ed una casa per sè. Egli rispose, “Questa scelta non appartiene a noi, ma alla Presenza Divina.” Perciò attese fino al giorno dopo, e il Sultano Abdul  Hamid giunse a lui, avido della risposta. Sheikh Muḥammad al-Madani gli disse, “Oh figlio mio, Allah mi ha diretto in un luogo in cui l’ordine Naqshbandi prospererà. Queso è il luogo in cui saranno i seguaci sinceri del  Daghestan e dove l’Ordine Naqshbandi crescerà, e dove mio nipote prenderà l’autorità della Tariqat.” Il Sultano disse: “Qualunque sia la vostra decisione, io vi obbedirò.”

Il giorno seguente Abu Muḥammad al-Madani (q) disse al Sultano: “Mandami a Yalova. Tra Yalova e Bursa si trova il luogo in cui mi dirigo.” Il Sultano fece prepare un cavallo per lui, per portarlo ovunque volesse andare. Una volta raggiunta l’area di Yalova, lasciò che i cavalli andassero dove volevano. Si fermarono in un luogo presso Orhanghazi.

Là nella foresta, costruì la prima casa di legno. Dopo pochissimo altre 680 case sorsero nella foresta. E quel luogo venne chiamata Rashadiya, per il Sultano Rashad, e adesso è noto come Gunekoy.

Ogni emigrante proveniente dalla Siberia e dal Caucaso si spostò in quel villaggio, dove Sheikh Muḥammad al-Madani (q), così come Sheikh Sharafuddan (q) e Shaykh ‘Abdullah (q) erano presenti. Una volta la gente andò da Sheikh Muḥammad al-Madani a lamentarsi, “Come potremo mangiare? Non c’è niente qui.” Pestò la terra con il piede e dove aveva pestato, venne trovata una miniera di argilla e ferro. Al tempo stesso, cadde un albero. Con questi segni mostrò loro che si sarebbero guadagnati da vivere scavando argilla e ferro e raccogliendo legna. Vi furono presto 750 case e due moschee, ed una scuola di sedici classi, per educare i bambini.

Anni dopo, durante le Guerre dei Balcani, i Greci e i Serbi che combattevano i Turchi giunsero a questo villaggio. Molte case vennero distrutte e molti abitanti se ne andarono. Restarono 220 case dopo quell’attacco. Tuttavia non accadde niente alle moschee e tutte le preghiere continuarono a svolgersi normalmente.

In quel villaggio non vi era il male, nè la corruzione. Nessuno beveva, scommetteva, nè si comportava male. Dall’infanzia, tutti venivano cresciuti attraverso lo dhikr. Era un angolo di paradiso. Tutti vivevano in armonia, si facevano dhikr ogni notte. Era il paese ideale e la città ideale. Questo è il motivo per cui lo Sheikh disse al Sultano Abdul  Hamid: “La Luce si espanderà da questo villaggio.”

Quel paese era pieno di benedizioni. Erano autosufficienti. La legna veniva bruciata per l’inverno. Avevano animali propri e coltivavano ciò di cui nutrirsi. La gente riempiva ogni movimento ed ogni compito con lo dhikr. Le madri allevavano i bambini con lo dhikr. Gli uomini lavoravano al suono dello dhikr. L’intero villaggio era pieno di dhikr. Questo è il modo in cui Sheikh Abu Muḥammad al-Madani, Sheikh Sharafuddin, e più tardi Sheikh `Abdullah ad-Daghestani facevano crescere la gente del villaggio. Era noto in tutta la Turchia come il “Villaggio dello dhikr.”

La Turchia venne coinvolta nella Guerra dei Balcani. Una volta il vicino di Sheikh Muḥammad al-Madani, Hasan Muḥammad al-Effendi, venne da lui  e disse “Voglio andare a combattere e morire da martire”. Egli gli disse, “Non c’è bisogno per te di uscire dal villaggio per diventare martire. Sarai martirizzato qui.”

Presto gli eserciti greci e serbi si avvicinarono al villaggio. I soldati spararono nel paese, ed in uno di questi attacchi Hasan Muḥammad al-Effendi venne colpito e morì. Morì da martire come aveva desiderato e nel modo in cui lo Sheikh aveva predetto.

Sheikh Abu Muḥammad (q) era stato sposato per molti anni e aveva solo figlie femmine. Nemmeno un  maschio. Un giorno disse alla sua gente:, “Vedo che tre ragazzi vengano a me.” Le persone erano stupite, perché la moglie era anziana ed era in menopausa. In breve tempo dopo questo, la moglie si ammalò e morì. Più tardi si risposò e con la nuova moglie ebbe tre maschi.

Un giorno dopo il 27 di Ramadan, Lailat ul-Qadr, stava conducendo lo dhikr con l’intero villaggio. Egli disse, “Ognuno si impegna nello dhikr. Tutti gli animali fanno dhikr con noi. I vermi fanno lo dhikr con noi. Gli uccelli fanno dhikr. Ogni essere in questo villaggio fa dhikr con noi, tranne un animale che non è connesso con il padre ed è depresso. Allah non è contento. Il Profeta sallAllahu alaihi wa sellim non è felice ed i santi non sono felici. E tutto ciò per una birichinata infantile!”

Parlava al proprietario della casa in cui stavano facendo  dhikr, “Va da tuo figlio e chiedigli che cosa ha messo nella scatola.” Andò dal figlio e gli chiese, “Che cosa c’è nella scatola? Che animale hai catturato?” Il ragazzo era confuso, “Quale scatola? Ho soltanto una piccolo scatola di fiammiferi, in cui ho messo un vermicello.” Gli venne detto, “Prendi quel verme e rimettilo in terra.” Da ciò, la gente del villaggio comprese e allevò i bambini con la consapevolezza che fare del male a qualsiasi creatura, non importa quanto piccola, rende infelice e guadagna lo scontento di Dio, del Profeta sallAllahu alaihi wa sellim e dei santi. Grazie a questi profondi insegnamenti, il villaggio era puro e innocente e non vi erano azioni sbagliate.

Morì il 3 di Rabi’ul Awwal, una domenica, nel 1331 H./nel 1913 DC. Venne sepolto a Rashadiya (Gunekoy), e la sua tomba viene visitata ancora oggi dalla gente della comunità del Daghestan e specialmente dalla famiglia di Sheikh Shamil.

Passò il segreto delle cinque turuq che possedeva e dette l’autorizzazione ad esse al suo nipote, Sheikh Sharafuddin Daghestani insieme a ciò che Sheikh Abu Aḥmad as-Sughuri gli aveva passato dal segreto dell’Ordine Naqshbandi.