Coloro che raggiungono l’obiettivo
Coloro che raggiungono l’obiettivo
L’Imam El-Ghazali riporta un episodio della vita di Isa ibn Maryam che è stato conservato dalla tradizione.
Un giorno Isa vide un gruppetto di persone dall’aspetto infelice sedute su un muretto sul ciglio della strada.
“Che cos’è che vi affligge?”, chiese loro.
“È la paura dell’inferno che ci ha messo in questo stato”, risposero.
Egli proseguì per la sua strada e ben presto incontrò un altro gruppo di persone dall’aria sconsolata, ognuna delle quali era ripiegata nella propria tristezza. “Che cos’è che vi affligge?”, chiese loro. “È il desiderio del paradiso che ci ha resi così”, risposero.
Egli proseguì il suo cammino finché passò davanti a un terzo gruppo di persone che sembravano aver sofferto molto, ma i cui volti splendevano di gioia.
Isa chiese loro: “Qual è il motivo del vostro stato?”.
Risposero: “Lo spirito di Verità. Abbiamo visto la Realtà e questo ci ha resi dimentichi degli obiettivi inferiori”.
Allora Isa disse: “Sono queste le persone che raggiungono l’obiettivo. Nel Giorno del Giudizio, saranno loro che si troveranno in presenza di Dio”.
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Coloro che credono che il progresso spirituale dipende dalla fissazione sui soli temi della ricompensa e della punizione sono rimasti spesso sorpresi da questa tradizione sufi relativa a Gesù.
Per i Sufi, un’eccessiva fissazione sull’idea del guadagno o della perdita può essere proficua solo per alcuni e, in ogni caso, rappresenta solo un aspetto delle esperienze accessibili all’uomo. Coloro che hanno studiato i metodi e gli effetti del condizionamento e dell’indottrinamento, si troveranno sicuramente d’accordo con loro.
I seguaci formalisti della maggior parte delle religioni, naturalmente, non ammettono che le alternative semplicistiche (buono-cattivo, tensione-distensione, ricompensa-punizione) siano, in realtà, solo elementi di un sistema più vasto di autorealizzazione.