In nome di Dio, Misericordioso e Clementissimo
2^ LEZIONE (Corso ‘I Pilastri dell’Islam’)
1° Pilastro: La Testimonianza che non c’è divinità all’infuori di Allah e che Muhammad è l’Inviato di Allàh (Shahàda)
(Domenica 15/12/2013)
Continuiamo assieme a studiare l’aspetto teorico (nazarîa) e pratico (tatbiqì) di questo Primo pilastro dell’Islam “La Testimonianza (Shahada)”, sviluppando il secondo punto.
2° Punto] I PILASTRI (ARKAN) DELLA TESTIMONIANZA DI FEDE (shahada)
La Testimonianza di Fede (shahada) poggia su due pilastri, (arkan) se uno manca essa non è valida, ed essi sono:
1.«Ashadu an là ilàha illà Allàh» (testimonio che non c’è alcun dio/divinità all’infuori di Allàh).
2. «wa ashadu anna Muhammad Rasul Allàh» (e testimonio che Muhammad è l’Inviato di Allàh).
1° Pilastro «Là ilàha illà Allàh» (non c’è divinità se non, all’infuori di, Allàh): Analizziamo ora assieme il primo pilastro della testimonianza «Là ilàha illà Allàh».Questa prima testimonianza è anch’essa divisa in due parti:
1) «là ilàha» non c’è divinità, non c’è alcun dio, e questa è una negazione (nafì)
2) «illà Allàh» se non Allàh, altri che, che è una affermazione (lithibàt)
– La negazione (là ilàha) serve a eliminare, a fare pulizia, a dire non credo in niente, a coprire (kufr).
– L’affermazione, la conferma (illà Allàh) serve a dire: ‘credo solo in Allàh’. Questo devo però dimostrarlo e manifestarlo adorando Allàh con le opere, come ci dice Allàh nel Corano: «Non ho creato i jinn e gli uomini se non affinché Mi adorino (illà li-ya’bùn)» (Corano sura Adh-Dhariyàt 51, vers.56).
I Quraysciti della Mecca non avevano difficoltà a dire “illà Allàh” (c’è solo Dio) cioè affermare di credere in Dio, però avevano difficoltà a dire “là ilàha” (non c’è divinità, non ci sono dei) cioè negare gli altri dei (ilàha) presenti nella Kaba che erano più di trecento. Il Corano ci riporta che essi dicevano: «Noi ci serviamo di quelli (idoli) per avvicinarci a Dio» (Corano ) L’Islàm dei Quraysciti non era perciò valido perché non accettavano il pilastro di “là ilàha” e cioè ‘non c’è alcuna divinità/idolo’.
I musulmani di oggi non hanno nessuna difficoltà ad accettare e a fare la negazione “là ilàha”, cioè ‘non c’è alcuna divinità/idolo’, però non mettono in pratica con le loro opere “illà Allàh” solo Allàh. Si fermano a là ilàha. Il vero musulmano, colui che accetta di sottomettersi al Dio Unico senza associati, deve mettere in pratica “illà Allàh” (solo Allàh) ed adorlaLo con le opere come Lui ci richiede.
2° Pilastro «Ashadu anna Muhammad ‘abdu-Hu wa Rasulu-Hu, o Rasul-Allàh» (e testimonio che Muhammad è il servo, e l’Inviato di Allàh).
Muhammad è ‘Abdu-Hu’ il Suo servo, cioè il servo di Dio. Non c’è perciò esagerazione (al-ifràt) nell’elogiare il Profeta, lui non è un Dio.
Muhammad è Rasulu-Hu il Suo Inviato, cioè l’Inviato di Allàh. Bisogna perciò dare il giusto posto e valore (al-tafrìd) al Profeta, perché esso è stato scelto da Allàh. Bisogna avere il massimo del rispetto per lui.
Perciò affinché la testimonianza di fede (shahada) sia valida ci devono essere queste due attestazioni di fede: Là ilàha illà Allàh (non c’è divinità all’infuori di Allàh) e Muhammad Rasul Allàh (Muhammad è l’Inviato di Allàh).
3° Punto] I FRUTTI (THAMAR) DELLA TESTIMONIANZA DI FEDE (shahada)
La Shahada è un contratto, un Patto di alleanza (bay’a) con Allàh, vedi Corano: «In verità [Oh Muhammad] ti abbiamo mandato come Testimonio (Shàhidan), Nunzio e Ammonitore, affinché voi crediate in Allah e nel Suo Messaggero e affinché Lo assistiate, Lo onoriate e Gli rendiate gloria al mattino e alla sera. In verità coloro che prestano giuramento di fedeltà (bay’a) a te, prestano giuramento di fedeltà (bay’a) ad Allah, e la mano di Allah è sopra le loro mani. Chi violerà il Patto lo violerà a suo danno, ma chi sarà fedele al Patto di Allah, Egli concederà una ricompensa immensa.» (Corano Al-Fath 48, vers. 8-10)
La messa in pratica di questo importante Patto, secondo i Sapienti (Ulamà), dà sedici Frutti a livello spirituale, in questa vita e per l’altra.
I tre Frutti (thamàr) della Testimonianza di Fede (shahada) a livello teorico e pratico e ciò che essa contiene. Vediamo ora assieme quali sono questi tre Frutti, iniziando con un breve accenno, in quanto entreremo più a fondo nella prossima lezione.
1° frutto) ‘Là ilàha illà Allàh’ è uno stile, un modo, di vita. Dice il Profeta Muhammad (su di lui le preghiere e la pace divine) in un hadith: «La Fede ha più di 70 livelli, il primo livello [il più elevato] è “là ilàha illà Allàh”, l’ultimo livello [il più basso] è togliere un ramo secco dalla strada per evitare che qualcuno inciampi e si faccia male». (hadith)
Da questo detto del Profeta (benedizioni e pace su di lui) vediamo che la Testimonianza di Fede (shahada) “Là ilàha illà Allàh” è il primo livello, il più elevato, tutto il resto, quali salàt (preghiera), zakat (elemosina), sawm (digiuno), hajj (pellegrinaggio) e altro ancora, viene dopo, cioè segue la shahada. Se facciamo delle buone opere ma senza avere fatto la shahada, queste buone opere non sono accettate da Allàh.
2° frutto) ‘Là ilàha illà Allàh’ è la Regola, la Legge (Sharì’a) universale (kawnya), per tutto il Creato.
3° frutto) ‘Là ilàha illà Allàh’ è Cultura (thaqàfa) e Civilizzazione (hadàra).
questi tre punti saranno sviluppati più a fondo nella prossima 3^ Lezione, a Dio piacendo.
A proposito dei Frutti, dice Allàh nel Corano: «Non hai visto a cosa Allah paragona la buona parola (kalimat tayyba)(*)? Essa è come un buon albero, la cui radice è salda e i cui rami [sono] nel cielo, e continuamente dà frutti, col permesso di Allah. Allah propone metafore agli uomini, affinché riflettano.» (Corano sura Ibràhìm 14, vers.24-25)
(*) I vari Commentatori Sapienti del Corano concordano nel dire che questa “buona parola” –kalimat tayyba- è : “Là ilàha illà Allàh”.