In nome di Dio, Misericordioso e Clementissimo

8^ LEZIONE [Corso-I Pilastri dell’Islam]

1° PILASTRO: «SHAHADA» “La Testimonianza che non c’è divinità all’infuori di Allàh e che Muhammad è l’Inviato di Allàh”.

(Domenica 04/05/2014)

COME ATTUALIZZARE LA SECONDA TESTIMONIANZA DI FEDE:

«Ashadu anna Muhammad Rasul Allàh»

“Testimonio che Muhammad è l’Inviato di Allàh”

L’Inviato di Allàh (su di lui la preghiera e la pace divine) ha detto:

«Ad-Dinu mu’àmalat» – «La Religione è il comportamento» (hadith)

Inoltre tutti sappiamo che le persone, più che ascoltare quello che noi diciamo, guardano soprattutto come noi ‘ci comportiamo’. Ma allora bisognerebbe chiedersi:

  • Come deve essere il nostro comportamento?
  • Da chi possiamo prendere esempio per il miglior comportamento?

Cari Fratelli le risposte a queste domande importanti le troviamo in queste parole di Allàh il nostro Signore (gloria a Lui l’Altissimo) che ci dice:                                            «Avete nell’Inviato di Allàh un esempio sublime per voi (laqad kàna lakum fì Rasuli-Llàh uswatun hasanatun)» (Cor. 33, 21)

E il nostro amato Profeta Muhammad (su di lui la preghiera e la pace divine) ha detto: «Sono stato inviato [da Allàh] per perfezionare la nobiltà nel comportamento (makarim al-akhàq).» (hadith)

Inoltre Allàh (gloria a Lui l’Altissimo) a proposito del Suo Inviato ci dice: «E in verità [o Muhammad], di un’immensa grandezza è il tuo carattere (indole) (wa inna-ka la’alà khuluqin ‘azìm).» (Cor. 68, 4).

E Allah dice ancora sul Profeta: «Per quale misericordia (bi-mâ rahmatin) da parte di Allàh hai mostrato dolcezza (linta) nei loro confronti?[1] Se tu fossi stato rude (fazz) e duro (galîz) di cuore essi si sarebbero dispersi lontani da te.[2] Usa loro clemenza, chiedi perdono per loro, e consigliati con loro sul da farsi» (Cor. Imran 3, 159-60).

Ar-Râzî riporta questo detto (hadith) del Profeta (sas): “Non v’è mitezza maggiormente gradita a Dio della mitezza e dell’indulgenza di una guida spirituale (Imâm). E non v’è ignoranza più odiosa agli occhi di Dio dell’ignoranza e della rozzezza di una guida spirituale.”

Da queste chiare parole di Allàh Altissimo e del Suo Inviato (su di lui la preghiera e la pace divine) dovrebbe essere chiaro per il musulmano, ma anche per tutta l’umanità, quale è il migliore comportamento (mu’àmalàt) che bisogna sviluppare e da chi si deve prendere ‘esempio’ per perfezionare il proprio comportamento e cioè: dall’Inviato di Allàh sayyidinà Muhammad nostro migliore esempio da seguire (su di lui la preghiera e la pace divine).

Inoltre, il musulmano, che ha fatto l’attestazione di Fede (shahada),  ‘conformandosi’ al comportamento dell’Inviato di Allàh, realizzerà pienamente, con l’aiuto di Allàh,  la testimonianza “testimonio che Muhammad è l’Inviato di Allàh”.

Vediamo ora assieme le ‘idee essenziali’ sul dovere del “buon comportamento” del musulmano verso gli altri, ivi compreso verso i non musulmani, secondo queste tre fonti Tradizionali:

1. Corano (parola di Allàh) – Cosa ha detto Allàh sul comportamento.

2. Hadith (detti del Profeta) – Cosa ha detto l’Inviato di Allàh sul comportamento.

3. Sira (Vita del Profeta) – Come era il comportamento dell’Inviato di Allàh.

NB- Leggere inoltre anche i due Articoli allegati a fine lezione: Shaykh Tierno Bokar “uccelli bianchi e uccelli neri”.  Shaykh Abdel Kadir “L’imitazione del Profeta”.

1. CORANO – COSA HA DETTO ALLÂH  sul comportamento

«O uomini! in verità Noi vi abbiamo creato da un maschio e da una femmina e abbiamo fatto di voi popoli vari e tribù, affinché vi conosciate a vicenda. In verità presso Allàh, il più nobile [il più degno di onore] tra di voi è colui che ha più timore di Dio (taqwà).Allàh è perfettamente Sapiente e ben informato.» (Cor. 49, 13)

«Voi siete la miglior comunità che sia stata manifestata (suscitata in favore) agli uomini (kuntum khayra ummatin ukhrigiat li-n-nâs) (ukhrigiat li-n-nâs)»[3] ordinate il bene (ma’rùf), proibite il male (munkar) e avete fede in Dio»(Cor. 3, 110)

«Per questo abbiamo prescritto ai Figli di Israele che chiunque uccida una persona senza che questa abbia ucciso un’altra o portato la corruzione sulla terra, è come se avesse ucciso l’umanità intera. E chiunque avrà salvato una persona, sarà come se avesse salvato l’umanità intera». (Cor. 5, 32)

«(…) Aiutatevi l’un l’altro a praticare la pietà (birr) e il timore di Allàh (taqwa), e non appoggiatevi gli uni agli altri per commettere iniquità e prevaricazioni. Temete Allàh, Egli è severo nel castigo» (Cor. 5, 2)

«Se uno degli idolatri (mushrikìn) ti chiede protezione [dovuta ai vicini], accordagli protezione, così che ascolti la Parola di Dio (kalàm Allàh), poi fallo pervenire là dove egli si trova in sicurezza» (Cor. 9, 6)

«Allàh non vi vieta di essere buoni e giusti con coloro che non vi combattono nella Religione e non vi cacciano dalle vostre case [4], perché Allàh ama i giusti (muqsitìn). Allàh vi vieta unicamente di frequentare coloro che vi combattono nella Religione e vi cacciano dalle vostre case e aiutano gli [altri] alla vostra espulsione. Egli vi proibisce di prenderli come amici intimi [alleati] e quelli che li prendono per alleati, quelli sono gli ingiusti». (Cor. 60, 8-9)

Allàh ha detto al Suo Inviato Muhammad (su di lui la preghiera e la pace divine): «Piega la tua ala sui credenti (sii umile e benevolo verso i credenti) e di loro: Io sono colui che ammonisce e chiarifica». (Cor. 15, 88-89).

«Chiama gli uomini alla Via del Tuo Signore con la Saggezza e con le buone maniere e discuti con loro nel migliore dei modi. Certo il Tuo Signore conosce meglio (di ogni altro) chi abbia deviato dalla Sua Via, e conosce meglio (di ogni altro) coloro che si lascia ben guidare». (Corano 16, 125)

«La buona azione e la cattiva non hanno lo stesso valore, respingi quella cattiva con la più bella maniera, (con generosità) ed ecco che colui che ha inimicizia verso di te diventa come se fosse un tuo carissimo amico». (Corano 41, 34)

«Dì ai Miei servi che parlino nel modo migliore, poiché Satana s’intromette tra loro. Satana per l’uomo è un nemico manifesto». (Corano 17, 53)

E sulla pazienza (sabr): «Sii paziente cosi come lo furono i forti e i tenaci tra gli Inviati, e non avere fretta…» (Corano 46, 35)

«Prendi quello che ti concedono di buon grado (sii accondiscendente), ordina il bene, e allontanati dagli ignoranti». (Corano 7, 199)

«I credenti e le credenti sono alleati gli uni degli altri. Essi comando ciò che è giusto e proibiscono ciò che è sbagliato (il male)». (Corano 9, 71)

«Di: ‘La verità (proviene) dal vostro Signore: creda chi vuole, e chi vuole neghi»(Cor. 18, 29)

«Abbiamo salvato quelli che hanno proibito il male e abbiamo colpito con severo castigo coloro che sono stati ingiusti e che agivano con perversità.» (Cor. 7, 165)

Leggiamo inoltre assieme (dal Corano) questo straordinario e vivido esempio di come Allàh ha ordinato al Profeta Mosè e a suo fratello Aronne (su di loro la pace) di parlare bene e di essere dolci nella comunicazione (Da’wa) nei confronti di uno dei più grandi tiranni che il mondo abbia mai conosciuto: il Faraone.

Dice Allàh l’Altissimo: «Andate da Faraone: in verità si è ribellato! Tenetegli un linguaggio dolce-morbido (qawla layynan)[5]. Forse ricorderà o temerà [Allàh]. Dissero: «O Signor nostro, temiamo che si scagli contro di noi o che accresca la ribellione». Rispose: «Non temete. Io sono con voi e ascolto e vedo. Andate pure da lui e ditegli: ”In verità noi siamo, tutti e due gli Inviati (Rasul) del tuo Signore. Lascia partire con noi i figli di Israele e non tormentarli più. Siamo venuti da te con un segno da parte del tuo Signore e sia la Pace su chi segue la retta via.»(Cor.20, 43-47)

2. HADITH – COSA HA DETTO l’INVIATO MUHAMMAD (sas)  sul comportamento

Numerosi sono i detti (hadîth) autentici del Profeta (sallAllàhu alayhi wa sallàm) che vietano di fare del male o di recare danno alla vita che Dio ha reso sacra. Suicidio, omicidio, farsi del male, fare il male o dire del male (maldicenza), tutto ciò è chiaramente vietato nei testi del Corano e della Sunna. Perché la vita è il deposito (amâna)[6]di Allàh in ciascuno di noi, ne riportiamo qui solo alcuni.

Ha detto il Profeta (sas): «Sono stato inviato per perfezionare la nobiltà del comportamento (akhlàq karim) (Al-Bukhârî)

Ha detto anche: «Non c’è nulla di più pesante nella bilancia di un credente, il giorno della Resurrezione, di un buon carattere. Allàh odia l’uomo rude e grossolano che pronuncia oscenità». (At-Tirmidhi, da Riyad As-Salihin).

Abdullàh Ibn ‘Amr ibn Al-‘às ha detto: «Il Messaggero di Allah non era scortese, maleducato, e grossolano e non ha mai pronunciato parole immorali. Ed egli diceva: «I migliori tra di voi sono coloro che hanno un buon carattere». (Al Bukhari)

Secondo Jabir (Allah sia soddisfatto di lui) il Messaggero di Allah (sallAllàhu alayhi wa sallàm) ha detto: «Quelli di voi che amo di più e che siederanno vicino a me il Giorno della Resurrezione sono quelli che hanno i migliori costumi (buon comportamento -mu’àmalàt) e che sono i più gentili. Quelli di voi che odio di più e che siederanno più lontano da me il giorno della resurrezione, sono i chiacchieroni, gli spacconi e i pomposi (vanagloriosi)». I compagni chiesero: «Noi sappiamo chi sono i chiacchieroni e gli spacconi, ma cosa significa “pomposo”? Ha detto: “Gli orgogliosi e i presuntuosi» (Al-Tirmidhi).

Riporta Abu Hamza Anas ibn Malek che l’Inviato di Allàh (s.a.s.) ha detto: «Nessuno di voi è vero credente se non desidera per il fratello ciò che desidera per sé stesso». (Hadith riferito da aI-Bukhari e Muslim – HADITH XIII An-Nawawi)

Riporta Abu Hurayra che l’Inviato di Allah (su di lui le benedizioni e la pace divine) ha detto: «Non invidiatevi l’un l’altro; non maggiorate i prezzi; non odiatevi l’un l’altro; non voltate le spalle l’uno all’altro e non siate venali, ma siate fratelli, o servi di Allah! Il musulmano è fratello del musulmano: non lo opprime né lo abbandona, non lo inganna né lo disprezza. Qui sta la devozione – e accennò per tre volte al petto [il cuore]. E’ male per un uomo disprezzare il fratello musulmano. Tutto ciò che possiede il musulmano è inviolabile per un altro musulmano: il suo sangue, i suoi beni e il suo onore.»(Hadith riferito da Muslim) HADITH XXXV An-Nawawi)

Riporta Abu Hurayra che l’Inviato di Allah (su di lui le benedizioni e la pace divine) ha detto: «Chi solleva un credente da una pena terrena, Dio lo solleverà da una pena nel Giorno del Giudizio. Chi agevola una persona bisognosa, Dio lo agevolerà in questo mondo e nell’altro. Chi è indulgente verso un musulmano, Dio sarà indulgente con lui in questo mondo e nell’altro. Dio viene in aiuto del suo servo nella misura in cui questi viene in aiuto del fratello. Chi segue una via per arrivare alla conoscenza, Dio gliene renderà facile una per il Paradiso. Ogni volta che un gruppo di persone si riunisce in una Casa di Allah per recitare il Suo Libro e studiarlo insieme, la pace divina scende su di loro, la misericordia li avvolge, gli angeli li circondano e Allah li annovera tra coloro che sono con Lui. Chi resta indietro per le sue azioni, non andrà avanti per ilsuo lignaggio.»(Hadith riferito testualmente da Muslim). HADITH XXXVI (Nawawi)

Abu Hurayra ha detto: Abbiamo chiesto all’Inviato di Allah” (sallAllàhu alayhi wa sallàm) «Cos’è che fa entrare maggiormente le persone in Paradiso?» Egli ci ha risposto: «Il timore di Dio (taqwa Allàh) e il buon comportamento (mu’àmalàt).» Abbiamo poi chiesto «cos’è che fa entrare maggiormente le persone all’inferno». Ha risposto: «Ciò che c’è tra i denti, e cioè la lingua (a causa delle conseguenze negative della parola: pettegolezzi, calunnie, maldicenza) e ciò che c’è tra le gambe (l’organo sessuale) (zinà).» (At-Tirmidhi, da Riyad As-Salihin).

Riporta Mu’àz (Compagno del Profeta): «L’Inviato di Allàh mi fece queste raccomandazioni: “Mu’àz, ti raccomando di temere Iddio (taqwà), di parlare con sincerità, di mantenere il patto preso, di restituire il deposito dato in fiducia, d’evitare la perfidia, di aver cura per il vicino, e misericordia per l’orfano, di parlare con gentilezza, di diffondere la pace, di agire bene, di non sperare esageratamente, di restare attaccato alla fede, di studiare a fondo il Corano, di amare l’Altra Vita (akhira), di preoccuparti per il rendiconto delle tue azioni davanti a Dio, di agire umilmente. Io ti proibisco di insultare il saggio, di incolpare di menzogna il veritiero, d’obbedire al delinquente, di disubbidire al giusto Imam, di suscitare disordini (fitna) in un paese. Ti raccomando di temere Iddio (taqwà Allàh) presso ogni pietra, albero o zolla di terra, di fare penitenza per ogni colpa segreta in segreto, e per ogni colpa pubblica in pubblico».

3. SIRA – COME ERA IL COMPORTAMENTO DELL’INVIATO DI ALLAH (sas)

Si trasmette che al momento della Rivelazione del seguente versetto coranico: «Pratica il perdono! Invita al Bene! Allontanati dagli ignoranti» (Cor.7,199), l’Angelo Jibril (Gabriele) sia venuto a trovare il Profeta (su di lui la preghiera e la pace divine) e gli abbia detto: «Oh Muhammad (sallAllàhu alayhi wa sallàm) ti ho portato l’eccellenza del comportamento (…) che consiste nel fatto che tu perdoni a colui che è stato ingiusto verso di te; che tu doni a colui che è stato ingiusto verso di te; che tu doni a colui che ti rifiuta il suo dono; che tu renda visita a colui che si è sviato; che tu ti allontani da colui che dimostra incomprensione verso di te, e che tu pratichi il bene nei confronti di colui che agisce male verso di te».

Circa se stesso il Profeta ha detto:«Allàh mi ha inviato come Messaggero in modo che io mostri la perfezione del carattere, il perfezionamento dei modi e la delicatezza di comportamento.» (Malik, Ahmed, Musnad)

Per natura di carattere il Profeta era delicato (latif) e di cuore gentile, sempre propenso ad essere grazioso e a trascurare i difetti degli altri. L’educazione e la cortesia, la pietà [compassione] e la tenerezza, la semplicità e l’umiltà, la comprensione e la sincerità erano alcuni dei tratti fondamentali del suo carattere. In fatto di diritto e di giustizia egli era risoluto e severo ma, più spesso la sua severità era temperata con la generosità. Ha avuto maniere affascinanti che gli hanno guadagnato l’affetto dei suoi seguaci e gli hanno assicurato la loro devozione. Sebbene fosse virtualmente re dell’Arabia e Inviato di Allah, non ha assunto mai un’aria di superiorità. Non ha mai dovuto nascondere qualcosa con il sotterfugio e l’artifizio: con il timore di Allah (taqwa Allàh) l’umiltà sincera era trapiantata nel suo cuore. Soleva dire: «Sono un Profeta di Allah ma non conosco quale sarà la mia fine». (Bukhari)

Usava dire nelle sue preghiere (du’à) ad Allàh: «O Allah! Sono soltanto un uomo. Se in qualche modo porto danno a qualcuno, allora perdonami e non mi punire.»

Ha ricevuto le persone sempre con la cortesia, ed ha mostrato rispetto verso la gente più anziana, ed ha dichiarato: «Onorare un uomo anziano è mostrare rispetto nei confronti di Allah». Non rifiutava la cortesia neppure verso le persone malvagie. È riportato che una persona venne alla sua casa e chiese il permesso per esservi ammesso. Il Profeta (su di lui la preghiera e la pace divine)notò che non era una buona persona ma fu ammesso lo stesso. Quando entrò e per il tempo in cui rimase nella casa, gli fu usata completa cortesia. Quando se ne andò ‘Aysha (radiyAllahu anha) disse, “Tu non pensi bene di quest’uomo, ma però lo hai trattato cosi bene.” Il Profeta (sas)rispose: “Egli è una persona malvagia agli occhi di Allàh, che non si comporta cortesemente e la gente evita la sua compagnia a causa dei suoi modi cattivi.” (Bukhari). Però il Profeta comunque lo trattò con cortesia.

Egli era sempre il primo a salutare un altro e non ritirava mai la sua mano dalla stretta del saluto finché l’altro uomo non ritirava la sua. Se uno desiderava dirgli qualcosa nelle orecchie [di privato], non se ne andava via finché questi non aveva terminato. (Abu Dawud, Tirmizi).

Non gradiva che la gente si alzasse in piedi per lui e usava dire: «Lasciate che colui che gradisce che la gente si levi in piedi in suo onore cerchi un posto nell’Inferno». (Abu Dawud).

Egli stesso, tuttavia, si levava in piedi quando qualche persona importante veniva da lui. Si era levato in piedi per ricevere la sua nutrice che lo aveva allevato nell’infanzia e aveva steso il suo proprio mantello per lei. Il suo fratello adottivo fu onorato con lo stesso trattamento. Evitava di sedersi in un posto prominente (in vista) in una riunione, e così la gente che veniva aveva difficoltà ad individuarlo e doveva chiedere quale fosse il Profeta(su di lui la peghiera e la pace divine). Frequentemente degli incolti beduini si rivolgevano a lui nei loro propri modi rozzi e maleducati, ma egli mai si offese. (Abu Dawud). Ha usato visitare il più povero delle persone indisposte ed esortava tutti i musulmani a fare altrettanto. (Bukhari).

Si sedeva con la più umile delle persone affermando che, solamente la ‘rettitudine (istiqàma)’ era la vera verifica della superiorità di uno sopra un altro. Invitava la gente senza fare differenze, fossero stati schiavi, servi o i più poveri dei credenti, per condividere con lui i suoi pasti scarsi. (Tirmidhi).

Ogni volta che visitava una persona, in primo luogo lo salutava, e poi gli domandava il permesso di entrare in casa. Ha raccomandato alla gente di seguire questa regola di buon comportamento (adab) e di non infastidirsi se qualcuno avesse rifiutato di concedere il permesso di entrare, dato che era abbastanza probabile che la persona interessata fosse occupata con qualcosa d’altro e ciò non avrebbe costituito nessuna mancanza di rispetto. Non esisteva lavoro di casa troppo infimo o troppo indegno per lui. ‘Aysha (radiy-Allàhu anha) ha riportato: «Il Profeta ha sempre partecipato al lavoro della famiglia, qualche volta rammendando i suoi vestiti, qualche volta riparando le sue scarpe, o scopando il pavimento. Mungeva le mucche, metteva le pastoie e nutriva i suoi animali, e faceva le compere per la famiglia.» (Qadi Iyad: Shifa; Bukhari)

Non esitava a svolgere il lavoro di altri, specialmente degli orfani e delle vedove. (Nasi, Darmi). Una volta, quando non era presente alcun membro maschio nella casa del compagno Kabab Bin Arat, usava andare quotidianamente a casa sua e mungere il suo bestiame per gli abitanti [della casa]. (volume 6 di Ibn Sad, p 213).

«L’amore che il Profeta portava nei confronti delle creature, il bene che egli ha voluto loro e la pazienza che ha avuto verso di loro era grande – e a un punto tale che il suo Signore Allàh gli ha detto: «Ti rattristi perché essi non sono credenti?»(Cor.26,3). Il Profeta vedeva nelle creature il volto di Allàh. Gli uomini l’hanno trattato ingiustamente e lui ha perdonato loro. Essi gli hanno opposto un rifiuto e lui ha donato loro. Essi l’hanno ignorato e lui ha patito la loro indifferenza, essi l’hanno escluso e lui li ha riuniti. Egli ha detto: «O mio Dio, perdona al mio popolo giacché essi non sanno ciò che fanno». Al male lui ha risposto con il bene, alle offese ha risposto con la bontà, rivestendosi dei caratteri divini (takhalluq bi-l-akhlàq al-ilàhiyya) e realizzando i Nomi divini di Misericordia (tahaqquq bi-l-Asma’ ar-rahmamiyya), giacché nulla è più paziente di Dio di fronte all’insulto»[7]

Alcune Riflessioni

Da questi nobili insegnamenti che ci ha lasciato il nostro amato Profeta, possiamo perciò apprendere che il ‘buon comportamento’ vuol dire essere il compagno dei tuoi genitori restandogli sottomesso e obbediente, quello dei tuoi figli per compassione e interesse nella loro educazione, quello di tua moglie per la finezza e il trattamento che le conviene, quello dei tuoi parenti per un comportamento di benevolenza e generosità, quello dei tuoi fratelli (in Dio) per un’amicizia sincera cercando di amarli sempre di più, quello dei vicini evitando loro ogni noia, quello dell’uomo comune attraverso un comportamento fine e accogliente, quello dei poveri rispettando i loro diritti sacri e riconoscendo  i loro valori, quello dei ricchi affermando la tua indipendenza di fronte a loro, quello dei Sapienti (in Religione) accettando gli orientamenti che ti danno, quello dei Santi con la tua umiltà, la tua sottomissione e il fatto di non denigrarli mai.

Bisogna inoltre evidenziare che il buon comportamento parte più da un «movimento del cuore» che non da regole o convenzioni  sociali, perciò ha a che fare più con «l’amore» che con il razionale.

Ha detto Abu Hafs: «Il buon comportamento consiste soprattutto nell’agire con rettitudine e nel non esigere dagli altri di fare altrettanto».

E Ibn Arabi ha detto: «colui che pratica il buon comportamento non può avere nemici perché: fa ciò che è in suo dovere di fare e si sottrae da ciò che è in diritto di aspettarsi (dagli altri)».

Secondo Abu Hafs chi ha un buon comportamento è colui la cui azione è gratuita poiché è fatta soltanto per Allàh, nel solo desiderio di essere conforme alla Verità e nella soddisfazione di Allàh, non in quello di raccogliere i frutti dell’azione degli uomini. Il buon comportamento non rientra in un gioco di scambi, poiché è puro atto di adorazione (ibadà). Consiste nella distruzione degli idoli, e l’idolo di ciascun uomo è la propria nafs il suo proprio “ego”. Perciò il servizio di colui che pratica il buon comportamento, la preferenza che dà all’altro su se stesso, è precisamente “un servizio d’amore”.

Inoltre gli Atti di culto (ibadà) praticati dal musulmano dovrebbero portarlo ad avere il miglior comportamento e sviluppare i valori più nobili.

La ‘Scuola della Preghiera’ (As-Salàt) dovrebbe insegnargli l’umiltà, la sincerità, la buona intenzione, il buon giudizio, la saggezza.

La ‘Scuola del Digiuno’ (Siyam) dovrebbe insegnargli la pazienza, la compassione, l’amore del prossimo, la misericordia, l’indulgenza.

La ‘Scuola dell’Elemosina’ (Zakàt) dovrebbe insegnargli la condivisione, la generosità, la cura per il bisognoso, l’altruismo.

La ‘Scuola del Pellegrinaggio’ (Hajj) dovrebbe insegnargli la resistenza, la solidarietà, la purezza d’intenzione, il perdono, il rispetto.

CONCLUSIONE

Fra le belle qualità del buon comportamento (mu’àmalàt) ci sono:

avere rapporti sociali improntati a bontà, essere nobili nell’agire, gentili nel tratto, pronti a fare il bene, ad elargire cibi, a diffondere pace, a visitare il musulmano malato, tanto se pio quanto se dissoluto, a seguire il funerale del musulmano, ad avere buoni rapporti col vicino, tanto se musulmano quanto se miscredente, a portare rispetto al musulmano dai capelli bianchi, ad accettare e fare inviti a pranzo, a perdonare, a metter pace fra la gente, a essere generosi, nobili, indulgenti, i primi a salutare, a reprimere l’ira e la rabbia, a scusare gli altri, e per contro

bisogna invece evitare ciò che l’Islam ha vietato:

cioè il divertimento frivolo, la vanità, la maldicenza, la menzogna, l’avarizia, la tirchieria, la durezza, l’inganno, il tradimento, la calunnia, il torto che provoca discordia e spezza i vincoli di parentela, il cattivo carattere, la superbia, la vanteria, la presunzione, l’arroganza, l’orgoglio, la turpitudine, i discorsi osceni, il rancore, l’invidia, la leggerezza, la prepotenza, l’ostilità, l’ingiustizia.

Cari Fratelli, il nostro lavoro principale, per onorare Allàh, il nostro Profeta e l’Islam (Din Allàh) è il ‘perfezionamento del nostro carattere’ (akhàq) e lo sviluppo del nostro ‘migliore comportamento’ (mu’àmalàt), con gli altri, e con tutta la Creazione di Allàh.

Leggi anche l’Articolo:  “Uccelli bianchi e uccelli neri” di Tierno Bokar

Leggi anche l’Articolo: “L’imitazione del Profeta” di Shaykh Abdel Kadir

Allâhumma aiutaci a ubbidire al comando di Sayyidinà Muhammad (sallà Allàhu ‘alayhi wa sallàm) e a prenderlo come nostro migliore modello da seguire, amin.

E Allàh è il più Sapiente (wa Allahu ‘Alìm)

 – Fine Lezione –

 “Subhàna-ka Allàhumma wa bi-hamdi-ka, ashhadu an là ilàha illà Anta, astaghfiru-ka wa atùbu ilay-ka”

“O Allàh gloria a Te e con la Tua Lode, testimonio che non c’è divinità all’infuori di Te, chiedo il Tuo perdono e a Te mi pento”

Note

[1] “Il significato è ‘Per misericordia da parte di Dio tu hai mostrato dolcezza nei loro confronti’. Dice Al-Hasan Al-Basrî: “Qui si parla del carattere (khuluq) col quale Dio ha mandato Muhammad, e questo nobile versetto somiglia alle parole dell’Altissimo «È venuto a voi un Inviato che viene da voi stessi, al quale pesa ciò che commettete e che ha cura di voi, pietoso e clemente con i credenti».”(Sura IX, v. 128).

[2]Il termine fazz è simile nel significato a galîz, così che il significato è ‘se tu fossi stato duro con la parola e col cuore’, o in altre parole ‘se tu ti fossi rivolto a loro con parole violente, e col cuore duro, essi si sarebbero allontanati da te, lasciandoti.

[3] Al-Bukhârî tramanda che a proposito di queste parole Abû Hurayra disse: “Siete gli uomini migliori nei confronti di altri uomini: li conducete con le catene che hanno al collo sino a che non entrano nella sottomissione a Dio (islâm).” Lo stesso dicono Ibn ‘Abbâs, Mugiâhid, ‘Atiya Al-‘Awfî, ‘Ikrima, ‘Atâ’ e Ar-Rabî‘ ben Anas: ‘siete gli uomini migliori nei confronti di altri uomini’. Il significato è che essi sono la migliore delle comunità, e gli uomini più utili nei confronti di altri uomini.

[4] La madre di Asma, la figlia di Abu Bakr, era arrivata a Medina per fare visita a sua figlia portandole inoltre dei regali. Asma non ha voluto fare entrare in casa sua madre ne accettare i suoi regali in quanto sua madre era ancora pagana. E’ in questa situazione che è stato ispirato al Profeta questo versetto coranico, dopo il quale Asma accetta di ricevere in casa sua madre e anche i suoi regali.

[5] «laynan» essere morbido, tenero, calmo, gentile.

[6] «Amàna»: deposito di fiducia, mandato divino, è complementare alla Luogotenenza (Khilàfa). Dice Allàh: “ Noi abbiamo proposto il deposito (amàna) ai cieli e alla terra, e ai monti, ed essi rifiutarono di portarlo, e ne ebbero paura. Ma se né caricò l’uomo (…)”. Corano 33, 72)

[7] Tratto dal commento di Shaykh Abd Al-Kadir sul versetto coranico “In verità nell’Inviato di Allàh vi è per voi un eccellente modello” (Corano 33,21) nel suo Libro – Mawaqif (Il libro delle soste).

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