Il mercante e il derviscio cristiano
Un ricco mercante di Tabriz che si trovava in difficoltà si recò a Konya per incontrare l’uomo più saggio della città. Dopo aver chiesto consiglio ai capi religiosi, ai giuristi e a molti altri ancora, sentì parlare di Rumi, dal quale si fece accompagnare.
Portava con sè un’offerta di cinquanta monete d’oro. Quando vide il Maulana nella sala delle udienze, fu travolto dall’emozione. Jalaluddin gli disse: “Le tue cinquanta monete sono accettate, ma ne hai perse duecento; è questo il motivo per cui sei qui. Dio ti ha punito e ti sta mostrando qualcosa. D’ora in poi tutto andrà bene per tè”.
Il mercante era stupefatto per ciò che il Maulana sapeva.
Rumi continuò:
“Hai avuto molti problemi perché un giorno, ai confini occidentali del mondo cristiano, hai visto un derviscio cristiano sdraiato a terra e hai sputato su di lui. Va’ a trovarlo, chiedigli perdono e portagli i nostri saluti”.
poiché il mercante continuava a rimanere immobile, atterrito che il saggio avesse letto nella sua mente, Jalaluddin aggiunse: “Vuoi che tè lo mostriamo ora?”. Sfiorò con un dito una parete della stanza, e il mercante vide la piazza del mercato di una città europea, dove si trovava il santo. Uscì barcollando dalla presenza del maestro, in uno stato di estrema confusione.
Si recò al più presto dal saggio cristiano e lo trovò in prosternazione. Mentre si avvicinava, il derviscio occidentale gli disse: “II nostro maestro Jalal ha comunicato con me”.
Il mercante guardò nella direzione indicata dal derviscio e vide, come su uno schermo, Jalaluddin che salmodiava: “Sia per il rubino che per il sassolino c’è posto sulla Sua collina, c’è posto per tutto”.
Il mercante ritornò da Jalal per portare i saluti del santo occidentale, e si stabilì nella comunità dei dervisci di Konya.
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Oggigiorno, la ricerca accademica sta facendo lentamente emergere l’importanza dell’influenza di Rumi sul pensiero e sulla letteratura occidentale. Non c’è dubbio che egli abbia avuto numerosi discepoli occidentali; si ritrovano le sue storie nelle fiabe di Andersen, nelle Gesta Romanorum (1324) e anche nell’opera di Shakespeare. La tradizione orientale ribadisce con insistenza che egli era in stretto contatto con pensatori e mistici occidentali. Questa versione de “II mercante e il derviscio cristiano” è stata tradotta dal Munaqib El-Arifin (Atti degli adepti), di Afiaki (opera completata nel 1353), che racconta la vita dei primi dervisci Mevlevi.