Gabicce Mare 30-1-2016

Shaikh Hassan Dyck 1

Discorsi di Shaikh Hassan

Gabicce Mare 30-1-2016

Shaikh-Hassan-Dyck

Salam alaikum.

Welcome. Questo posto è stato il primo in cui sono venuto in Italia quando avevo 14 anni. Mia madre decise di fare vacanze (Holy-days) a Gabicce mare. Forse addirittura l’hotel era questo. Allah sa.

Abbiamo conosciuto amici italiani, al secondo giorno. Paolo, un poeta, e Luigi da cui ho imparato il twist. Era l’epoca del twist. ( canta…) A mezzanotte andavamo in giro, Paolo guardava le stelle e componeva poesie, subhanallah. Strano, non strano ma incredibile, il destino degli esseri umani, come Allah li guida. 55 anni dopo siamo qui seduti con una Jamaat. Preparatevi ad un seminario di twist. Ma sha’ Allah. Dobbiamo essere più seri, più tedeschi ma non troppo seri.

Domanda:
questa notte è come se si fosse dilatato il tempo, ci si riposa più velocemente, fai tante cose…come si può ritornare ad una dimensione più lenta con un tempo più largo nel quale non si deve correre per poter fare tutto?

Risposta:
qual è la ragione per (cui accade) questo? Quando eravamo con Mawlana era così. La percezione del tempo era diversa, attraverso la sua presenza. Siamo alla sua presenza e la sua presenza è alla presenza del Profeta saw e di Allah. E questo è quello che succede quando lui è qui con noi. La percezione del tempo è diversa ed è quello che vogliamo. Quante volte Mawlana disse: siamo invitati alla presenza divina. E questo è relativo al tempo. Non parlava al passato o al futuro divino. È collegato alla presenza, ed è eterno. È indipendente da tutto, al di fuori e al di sopra e se qualcuno si avvicina tanto più si avvicinerà quanto più sarà liberato dalla percezione dalla ciò che era ieri e sarà domani.

Mawlana portava via la tua mente, la parte di essa che si preoccupa del passato o del futuro. Solitamente siamo occupati dal passato o dal futuro, pensiamo al passato o se non ci pensiamo ne siamo influenzati e agiamo a seconda di quello che ci è capitato. Ansietà, esperienze difficili, la vita passata influenza lo stato attuale e agiamo di conseguenza. Quando non è così siamo influenzati dal futuro. Pieni di paure di ciò che verrà, preoccupati di riuscire a raggiungere quella cosa o quella persona o dispiaciuti per ciò che è stato in passato. Questo è lo stato della nostra mente che diventa la nostra guida e questo succede perché il nostro ego, il nostro io, è identificato con la mente.

Dice: io sono preoccupato, si chiede se avremo abbastanza da mangiare domani, si identifica completamente con alcune preoccupazioni e pensieri. Lo potete leggere nel volto degli esseri umani. La persona preoccupata si identifica completamente con la sua paura, ciò che è stato, che è successo, se ne rammarica e la sua faccia lo racconta come se fosse un libro.

Alla presenza di Mawlana ci sono momenti in cui non ti identifichi più con questo perché ha una tale presenza che ti porta via da tutto questo, con uno sguardo ti portava via ed eri libero.

Quando eravamo in Damasco nel 1979 andavo alla scuola di lingua araba -che Allah apra ai damasceni la via- quando tornavo dal monte dove viveva Mawlana, dove c’era il maqam di Sheikh Daghestani e dava sohba a volte avevo una lista di domande, poi entravo in moschea e Mawlana era lì seduto ed io dimentcavo ogni domanda. Questa è la sua presenza, ed ha molto di più.

È una buona domanda (la tua). Mawlana ha raccontato delle storie. E’ riportato in un hadith qudsi che Allah, gloria a Lui l’Altissimo, disse:

O figlio di Adamo non maledire il tempo perché Io sono il tempo.

Uno dei tanti ranghi/titoli di Mawlana è il Signore del tempo (sahibu zaman). Ci sono molte storie che raccontava Mawlana, diceva:

Allah ha creato il tempo in tempo.

Oppure: C’era un uomo che dubitava del suo sheikh, poi fece l’abluzione e mise l’acqua in bocca ed all’improvviso trovò sé stesso altrove, in riva ad un fiume, e stava facendo lì l’abluzione. Finì e vide che c’era una donna che sposò e si stabilì in quel paese. Ebbe tre figli, e dopo alcuni anni si ricordò del suo Sheikh e dell’episodio e facendo abluzione portando l’acqua alla bocca si ritrovò alla moschea. Disse allo sheikh: ho avuto una strana visione durante il wudu e lo sheikh disse: è vero. Egli disse ad un murid “apri la porta” ed entrarono la moglie ed i figli della visione che aveva avuto. Era potente. Possono trasferirci ovunque.

Quando diciamo la fatiha diciamo Signore dei mondi- plurale- quanti mondi ci sono, questo è nulla. Questa nostra vita è la più piccola parte del tutto. Le aperture sono senza fine. Mawlana amava dire che le galassie sono infinite, nella nostra vi sono miliardi di stelle. E la nostra galassia è una piccola. E di galassie ce ne sono a miliardi e dov’è la terra in tutto ciò? Ho visto in un giornale un astronauta russo che è stato nella stazione spaziale per un anno facendo ricerca. Le foto che fanno sono incredibili. E dov’è la nostra piccola terra in tutto questo? Se l’uomo avesse la testa per chiedersi chi è! In tutte queste infinite galassie non puoi nemmeno trovare la terra e in questa piccola terra ci sono sette miliardi di esseri umani e lì ce n’è uno…quanto grande sono?

Noi siamo più grandi di tutto questo, di tutti questi universi, se li paragoni al tuo cuore non sono nulla diceva Mawlana. Allah swt ci ha onorato con la sua presenza che ci rende più grandi di tutto questo, del mondo intero. E qualcosa di quel potere ci raggiunge quando siamo seduti con Mawlana perché a lui è stato dato ( attingendo) da quello. Allah dice: do a chi vuole quanto, quanto voglio, senza limiti, senza fare di conto. Non sappiamo quale potere ha uno Sheikh.

Qualcosa ci può raggiungere e quindi sentiamo che siamo in uno stato diverso. Alcuni cercano di spiegarlo e dicono è il primo passo per essere liberi dall’identificarci col passato e col futuro e di essere nel presente: rifiutarsi di seguire il proprio ego che si identifica in questi. Dicendo: io sono questo! Quello non sei tu.

Dicono che è l’inizio della via quando inizi a rifiutarti di identificarti con la mente e vuoi identificarti col tuo essere eterno e senza fine. Nella tradizione si dice l’ego selvaggio verso (contro) l’ego che rimprovera sé stesso.

Qualcosa viene dal questo ego ma non ti identifichi con lui e cerchi di osservarti dall’esterno. Quando osservi devi prendere una distanza, quando ti allontani smetti di identificarti. Se non c’è distanza non puoi vedere, sei dentro la cosa. Quando sei arrabbiato stai dicendo: questo sono io! Sono proprio arrabbiato, so come si fa e devo proprio farlo. Fuoco!

Il Profeta saw diceva: quando sentite questo sedetevi ed è uno degli insegnamenti più importanti che ci ha lasciato. E se non se ne va la rabbia sdraiatevi e se non basta wudu e se non basta ghusl e se non basta buttatevi in mare! A Gabicce! Quando l’ira ti muove e invece ti siedi succede che prendi un respiro, nella tua coscienza.

Se siete concentrati abbastanza, osservate il vostro respiro. Sono le 5 del pomeriggio e tu sei alla fermata del bus arrabbiato, non ti puoi sedere né sdraiare. Ti hanno rubato il portafoglio con 500 euro: “sono arrabbiato e triste e non mi posso nemmeno sedere”. Se vedi che questo sta arrivando, prendi un respiro, concentrati sul respiro.

Inspira, espira. Ho un respiro, mi concentro anche una sola volta sul respiro e il problema finisce. La mente che detta regole lavora sempre con le emozioni.

La mente dice: ora devo arrabbiarmi. È automatico. Schiaccia i bottoni, il razzo è pronto, l’adrenalina sale, il fegato è pronto, i muscoli si contraggono, la mente gli da ordini. La voce si prepara ad urlare, reni, cuore, la pressione sale, sale… ORA!

Se vuoi evitare tutto questo devi prendere una distanza perché in quel momento non c’è più spazio. Identificarsi con la propria ira toglie spazio all’azione libera. Devo essere arrabbiato e vivere nel fuoco dell’ira che nuoce a me e agli altri. Non c’è più scelta, questo sono io. Mi ha insultato, me! Me! Me! Non c’è spazio, scelta. Se prendi un respiro, se ti concentri, generi uno spazio. Concentratevi in un solo respiro. Cosa succede? C’è spazio. E quando c’è spazio c’è scelta, possibilità di agire, ora puoi scegliere. Posso trattenermi, comportarmi in diversi modi.

Questo è quel che succede, un respiro ti porta a concentrarti sulla presenza e ti dà libertà, come quando fai dhikr. A volte non funziona lo dhikr, se lo facciamo meccanicamente. Devo fare il mio compito, che ore sono? Devo andare a lavorare…

Lo dhikr è pensare all’amato, menzionarlo in amore. L’amore da lo stesso risultato di avere una diversa percezione del tempo. Se ami hai una diversa percezione del tempo. Esci dall’identificazione con te stesso, sei pronto a dare qualcosa, e questo ti rende libero.

Lo dhikr è per stare con l’amato. Perché lo facciamo? Per completare un programma, per ricompensa? Abbiamo il conto per l’aldilà, con gli interessi? Teniamo il conto, quanto ho fatto? Non è questa la ragione per fare dhikr il Profeta (saw) diceva fate tutto e fatelo nel ricordo di Allah perché altrimenti quella azione è uno spreco, è maledetta. Il Profeta (saw) insegnava questo, e tutto deve essere basato sull’amore per il Profeta.

Tutti i Sahaba compivano tutto per amore del Profeta ed anch’essi avevano una percezione del tempo diversa quando erano con lui.

Uno venne e chiese: o Profeta, sono io un ipocrita? Alla tua presenza è tutto perfetto, poi torno a casa e mi arrabbio, picchio mia moglie… No, disse il Profeta, non sei ipocrita sei un essere umano.

Gli angeli sono sempre nella glorificazione del loro Signore, l’uomo è diverso. Va e viene, a volte loda il signore, a volte il suo ego, a volte Shaitan e deve chiedere perdono.

C’è un grande segreto in questo. Perché chiediamo perdono? Perché non puoi sopportare che Allah, il Profeta o il tuo Sheikh possano essere arrabbiati con te. Tutto puoi sopportare ma non questo.

Sei stato creato per essere felice. L’Islam è la religione della natura umana e questa è di essere felici e possiamo essere felici solo se Allah, il Profeta e il tuo Sheikh sono felici di te, altrimenti non puoi, puoi solo ingannare te stesso, andare al cinema, giocare con la Playstation e cercare di dimenticare ma l’ego sarà sempre lì cercando di farti identificare con un’emozione ma in verità è solo un’occupazione sporca. Non sentiamo…come è scritto nel Corano: non sono consapevoli, non sono nello dhikr non cercano Habibullah (il profeta Muḥammad). In lui (saw) è l’amore che Dio ha messo nella creazione. Allah ha dato tutto a lui. Siamo qui seduti per lui, altrimenti non saremmo nemmeno in esistenza.

C’è un insegnante sufi in America (Hamza Yusuf), qualcuno gli chiese: dicci qualcosa sulle esperienze spirituali. Lui disse: cosa intendi? Siamo tutti spirituali. La tua esistenza è spirituale, la tua essenza, tutto in te lo è. Le esperienze fisiche sono limitate, ma la realtà è spirituale.

Dovremmo fare dhikr, preghiere, con amore, concentrarci a fare le cose con amore. Non quanto faccio…una cosa fatta una sola volta con amore è meglio di una cosa fatta un milione di volte senza. Perché Rumi insiste sull’amore? Perché è tutto lì.

Il Profeta (saw) diceva che l’arabo è la lingua del paradiso, data da Allah dal Suo paradiso all’essere umano. È la lingua della spiritualità dall’inizio alla fine ed ogni lettera e suono e vibrazione è un messaggio, una guarigione. Dovremmo fare così dhikr, con consapevolezza amore, cantando o in silenzio.

Anche solo dire Salam una volta può darti pace e guarigione. Dalla testa ai piedi. Se dici Allah, ti tranquillizzi.

Tutto è scritto nel sacro Corano. “In verità i cuori si rasserenano al Ricordo di Allah” (Corano, 13:28)