Laila and Majnun in School
Laila and Majnun in School

“Laila and Majnun in School”, Folio 129 from a Khamsa (Quintet) of Nizami
A.H. 931/A.D. 1524–25

AL-HAJJ AL-AKBAR

Il Grande Pellegrinaggio

Nel nome di Allah, il Misericordioso, il Compassionevole

Il Grande Pellegrinaggio dove gli amanti si incontrano alla porta della sacra moschea e si riuniscono nell’immobile centro dopo aver girato e girato e girato attorno al trono dell’Altissimo.

Majnun incontra Laila nel corso del suo viaggio attorno alla Sacra Casa. È stata sempre con lui, ma soltanto in questa stazione, nel mezzo del suo svelare, si rende conto della sua vicinanza e l’intimità del suo discorso. Il dialogo di amore è il mistero della sua rivelazione dentro di lui. Come circoambula la Realtà diviene sempre più annientato (fana) in essa, arrendendosi e abbandonando i veli del sua separazione. la Sua presenza, l’immobile centro, quel cuore aperto intorno cui gira, diventa sempre più manifesto in lui fino a che nessun altra esistenza rimane.

Dunque molti sono i veli che devono essere bruciati nel santo Hajj, e nascosto entro ogni atto rituale è la fiamma distruttrice. Dapprima circoambula attorno alla Ka‘ba sette volte, ed in questo girare percorre le stazioni dell’Essere. Laila è il suo shaykh, la sua guida, è lei che lo conduce attraverso ogni stazione. Lei è il messaggio:  lei può essere soltanto ciò che è. (Lui) deve viaggiare attraverso tutte le prove ed i dubbi, la sua collera e la sua depressione, le sue gioie, il suo languore, i suoi test: “Qual’è il significato di tutto ciò? Perché giriamo in cerchio”? È la pazienza a portarlo attraverso ogni stazione del suo viaggio. I suoi occhi (di Lei), che non perdono mai di vista lui, sono la pietà e la compassione. E tuttavia l’uccide con la spada di al-Haqq [il Reale, il Vero (un nome di Dio)] che è la sua essenza. (Lui) Penetra ogni velo e annulla se stesso semplicemente diventando l’essenza della verità mentre viaggia, così intimamente, con Lei intorno la Sacra Casa. Alla fine delle sue prime sette circoambulazioni, bacia la Pietra Nera, che Adam ha portato dal Giardino, e intorno alla quale Ibrahim (Abramo) ha costruito la Ka‘ba. Qui prega due rak‘ah (un ciclo di due prostrazioni) dove pregò Ibrahim. Qui beve dal vino dei profeti ed diffonde a ogni lato l’amore che questi hanno portato.

Poi lo conduce al pozzo, la sua profonda sorgente segreta. Questa è Zamzam, dove la pietà di Allah sgorgò nel deserto per Hajar ed Isma‘il e tutti i credenti che hanno camminato nei loro passi, nella forma di acqua vivente. Una volta bevuto dal pozzo di pietà, Majnun procede alla maniera di sua madre Hajar, tra le stazioni di Safa e Marwa [due colline]. Safa significa la purezza dell’Essere, la bellezza di Allah e la purezza dell’intenzione, e Marwa la stazione della maestà di Allah. Sette volte cammina tra queste poli – dalla bellezza di Dio, dove Hajjar era con suo figlio nella pace e nella purezza, alla severità di Dio dove era sola nel deserto nella debolezza più assoluta.

Nel suo viaggio, Laila conduce Majnun attraverso le sette stazioni del cuore. Ad ogni passo gli dà un altro colore dietro la luce ed un’altra dimensione dell’essenza dell’amore. Alla fine, quando vede la profondità del suo fiducioso abbandono e la maturità della sua anima, lo conduce alla montagna sacra: ‘Arafat, dove Ibrahim ha offerto Isma‘il e tolse l’ultimo velo – uccise il senso della separazione.

Ora Majnun, alla maniera di Isma‘il, si ferma a pregare sulla strada dove Ibrahim, la pace e le preghiere siano su loro, ha pregato per chiedere aiuto. Poi ascende il Monte ‘Arafah, la montagna della Conoscenza (al-ma‘rifa), per offrire se stesso come Isma‘il si offerse, tutto dando all’Unità (tawhid). Poi Laila lo riveste dal suo manto di vesti sempre più sacre, finchè la sua esistenza (al-wujud) è soltanto l’Esistenza. Lei inizia a parlare con la Sua voce dalla sua (di lui) lingua, come Ibrahim chiamato nel deserto. Canta “La ilaha ill’Allah”. Parla attraverso di lui perché lui non è più. Quando Majnun è in () Laila sul Monte di ‘Arafat, (Lei) gli dice, “In questo giorno ho completo la vostra religione. Ora mi conosci così come Io conosco te. Ora posso dire, sei il mio amato. La fonte di ogni segreto è da te. Tutto ho creato per te. Scoprimi in ogni cosa, per poter dare ciò che Io ti do, nel santo matrimonio sulla Montagna della Conoscenza. Da questa Conoscenza la tua anima ha cessatati di esistere. Ora sei Laila, null’altro”.

Per completare il santo hajj, Majnun (immerso in Laila e Laila immersa in Majnun) cammina da ‘Arafat al luogo dove i pellegrini lanciano delle pietre a shaytan. Il primo giorno lancia delle pietre e colpisce il suo shaytan sette volte, e poi altre sette volte, ancora altre sette volte. Il secondo giorno ripete questo (rito), ed il terzo giorno ancora, finchè tutti insieme ha lanciato sessantatré pietre. Queste pietre rappresentano tutti i veli. Ogni pietra che lancia è la ilaha Allah. Il suo shaytan si arrende a lui e si prostra sotto il suo piede; l’angelo caduto ritorna alla Verità del Principio.

Poi Majnun, che è Laila, bacia la Pietra Nera della Ka‘ba per rinnovare la sua promessa con suo padre Adam, ed circoambula la Ka‘ba nei sette giri finali per viaggiare attraverso le stazioni dell’anima. In ogni giro attorno alla Santa Casa, realizza la stazione di un profeta. Possiede un passaporto e questo passaporto è uno specchio. Se il suo specchio è pulito, quando un profeta guarda lo specchio, la sua immagine vi si riflette, pura, senza deformazione.

Majnun continua. Realizza in Adam, la verità; in Idris [Enoch, Ermete Trimegisto], la saggezza; in Noè, la pazienza; in Ibrahim, l’abbandono a Dio; in Musa, la parola di Dio, la mente di Dio; in Gesù l’essenza del profondo segreto amore ed in Muḥammad, la stazione dell’annientamento completo nella Realtà, le benedizioni di Allah e la pace siano su tutti loro. In questa stazione della settima morte, si spoglia di tutti i vestiti e mentre può vedere tutti, nessuno può vederlo.

In questa stazione fa la sua prostrazione (sajda) finale alla porta della Sacra Moschea e da questo sajda non alzerà più la sua testa perché non vi è testa da alzare. La Ka‘ba è l’ultimo velo di Laila. Majnun ha compiuto il grande pellegrinaggio ed è pervenuto alla riva del grande Oceano. Adesso sta in piedi sul ciglio di una scogliera, contemplando l’immensità sconfinata della sua unità con tutto che ciò che ha cercato e desiderato. Laila l’ha condotto per mano attraverso tutte le stazioni, attraverso tutti i giri, attraverso il bruciare dei veli e l’annientamento di tutto che è separato da Allah per poter fare il sajda perfetto e passare oltre l’atto rituale, oltre la manifestazione della sua mano, oltre le circoambulazioni, oltre il muro apparente della Ka‘ba, per entrare veramente nella moschea sacra della Sua propria Realtà. Va nella pietra per trovare il tesoro nascosto in essa e quando vede se stesso nello specchio della Sua essenza, comincia a volare e circoambulare il trono attraverso i sette livelli del Suo (di Lei) cielo. La Ka‘ba è l’ultimo velo di Laila; la pietra nera è la notte di Laila. Ma l’essenza di questa santa roccia è luce pura e sconfinata. Quando Majnun è completamente immerso nel cuore dell’anima del suo amore, vede che la sua (di Lei) luce ha assorbito tutta l’oscurità, come una mano entrata in un guanto. Dietro i veli oscuranti della sua (di Lei) forma, la luce della Realtà è così intensa che nessuno potrebbe entrare nel giardino della sua anima. Nessuna roccia, nessun mattone può penetrare attraverso questo muro, ma soltanto la profondità dell’abbandono, e soltanto quando Majnun è annientato dal suo amore Laila gli permette di entrare.

Courtesy of Shadhiliyya Sufi Center


Vedi anche:

Benedizioni del pellegrinaggio dall’Ihia ‘Ulum ud-Din di al-Ghazali

Amore e Bellezza nel Sufismo

Aḥmad Al-Ghazālī – Metafisica dell’Amore

Lettere d’Amore alla Ka’ba

La Poesia di Jāmi

Il Pellegrinaggio alla Mecca di Laila e Majnun

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