I veri servitori: la battaglia con l’ego

Derviscio a cavallo

Derviscio a cavallo

Ora il nostro GrandSheikh (Q.s.) ci spiega un punto molto importante che ci mostra cosa significa aver raggiunto la vera obbedienza del nostro Signore. Fino a che questo segno non appare è impossibile che uno sia un vero servitore. Quel segno è: che il proprio volere sottostà al Volere del Signore.

I treni corrono sulle rotaie, se uno deraglia si distrugge all’istante. Le loro ruote debbono stare sui binari, allo stesso modo il vostro volere dev’essere in linea con il Volere del Signore, altrimenti non siete un vero servitore ed incontrerete grosse difficoltà come risultato, poiché se un treno deraglia è una cosa terribile.

Potete confermare ciò esaminando le vostre vite, questo esame vi mostrerà che dal momento in cui avete lasciato il binario del Signore cose tremende vi sono accadute.
In verità è molto difficile per il nostro volere accordarsi con il Volere del Signore, è difficile per il nostro ego.

L’ego dice sempre “Io devo essere il tuo Signore, devi fare ciò che voglio.” Questa è la ragione principale per cui l’umanità soffre. Certo è difficile combattere con il proprio ego e farlo andare secondo il Volere del Signore, ma se siete pazienti e perseverate in questa lotta Allah vi ricompenserà con il successo.

Allah stabilisce un limite per ogni prova e difficoltà, così che vada da questo punto a quello, ma non oltre. “Quando il Mio servitore mi mostra che ha pazienza, Io sono soddisfatto, ciò mi basta, e rimuovo da lui le difficoltà”.

Forse avete già visto un aereo che rulla sulla pista prima di decollare: sulla distanza della pista, che è limitata, deve spingere al massimo i motori, è un momento critico, ma quando giunge alla velocità necessaria per il decollo si innalza facilmente.

Quindi GrandSheikh (Q.s.) ci dice che dobbiamo essere pazienti poiché tutti abbiamo bisogno di percorrere la nostra pista di decollo. È una distanza limitata per tutti, per alcuni quaranta giorni, per altri settanta o per altri ancora un anno. Quando avete sopportato quel pesante fardello per il tempo a voi specifico, la distanza a voi necessaria, ed avete pazientato con il volere del vostro Signore, arriverà il momento per voi in cui sentirete la fragranza dell’aurora. Quella brezza fragrante vi solleverà allo stesso modo in cui, alla fine della sua rincorsa, l’aereo si stacca dalla pista.

Allah Onnipotente vi invierà una specie di brezza rinvigorente che vi innalzerà dall’attaccamento e dalle preoccupazioni per questa vita inferiore e vi inonderà con del potere dal Suo Potere Divino così che non sarete mai più una persona ordinaria.

Il Suo Potere vi trasporterà senza difficoltà, ma prima dovete percorrere la distanza richiesta, combattendo i vostri nafs in ogni momento (jihad al akbar), allora Allah aprirà il Suo Oceano di Conoscenza al Suo servo, così che egli vi possa nuotare.

In quel momento il servitore conosce l’Oceano di Potere del suo Signore e anche l’Oceano di Giustizia di Allah Onnipotente; quanto è grande questo Oceano di Giustizia? È senza fine, Giustizia assoluta. Chiunque sopporta quelle difficoltà deve ricevere, alla fine, tramite la Sua assoluta Giustizia, poteri miracolosi.

Potrete essere un dotto o un analfabeta, uomo o donna, re, contadino, milionario o squattrinato, chiunque passa quelle prove per il periodo richiesto, con pazienza, otterrà la sua ricompensa. “A chi ha pazienza Io darò il Mio potere e lo chiamerò alla Mia Presenza Divina. Preparatevi, o miei servitori e venite a Me!”

Sultan ul ‘Arifin Abu Yazîd Al Bistâmi (Q.s.) chiese al suo Signore: “O mio Signore, come posso venire a Te, vista la distanza da colmare per raggiungerTi?” La risposta fu: “O Abu Yazîd, Io sono ad un solo passo: schiaccia il tuo ego e vieni da Me. La grandezza del tuo ego è la distanza che ti separa da Me”.

Quello non è certo un passo facile o corto. La realtà di quel passo è che dovete far seguire il vostro volere al Volere di Allah Onnipotente, come le ruote sulle rotaie, così raggiungerete la vostra destinazione, altrimenti sarà impossibile. Pensate a ciò più che attentamente, potrete così trarne molte lezioni da questo discorso. Chiunque desidera essere alla Presenza Divina si attenga a questo metodo. Non è necessario rincorrere tanti insegnanti che propagano i loro vari metodi, siano buddisti, cristiani o giudaici, semplicemente calpesta il tuo ego e vieni: questa è la somma di ciascuno di quei metodi; se potete far ciò, arriverete.

A questo punto del discorso una persona osserva:

“Sheikh Nâzim, mi scusi, ma io ho notato che chi segue la vostra Tarîqat normalmente mangia bene, dorme bene, è ben vestito e ride molto. Come allora calpestano i loro nafs?”

“I Destrieri dei Cavalieri sono così forti che si impennano sulle zampe posteriori, sono riposati, ben nutriti e ben disciplinati. Corrono a gran velocità e con resistenza dietro al nemico.”
Shah Naqshband (Q.s.) disse: “O mia gente, la nostra Tarîqat è molto semplice: mangiate il cibo migliore, vestitevi con i migliori abiti (non come in altre Tarîqat) e fate delle buone azioni.” Questa è la nostra Tarîqat, facile, ma le buone azioni non sono ciò che l’ego vuole, quella parte, nella nostra Tarîqat non è poi così semplice. Potete mangiare bene e vestirvi bene, ma le vostre buone azioni sono basate sul vostro levarvi la notte una, due o tre ore prima di fajr (alba) ogni giorno per essere con il vostro Signore.

Se fate questo sarete con il vostro Signore naturalmente così come state tra la gente durante la vostra giornata. Così il vostro cavallo sarà forte, ma in groppa ci sarà un ancor più forte cavaliere. Se mettete una donna o una persona anziana su di un cavallo così focoso, questo partirà al galoppo disarcionando il cavaliere. Dovete diventare un domatore forte ed esperto per controllarlo. Per la gente debole c’è il metodo di affamare costantemente l’ego ma nella nostra Tarîqat lo combattiamo durante intensi ed estenuanti periodi, in cui addestriamo il nostro cavallo.

Per quaranta giorni due volte l’anno, ammaestriamo il cavallo e perfezioniamo il nostro controllo su di lui, dopodichè è libero di pascolare e gioire dentro ai recinti dei confini di Allah (Halal). Possiamo vestirci con abiti eleganti, abitare delle belle case, usare automobili e aerei senza che ciò influisca sulla nostra vita spirituale, poiché abbiamo il controllo del nostro cavallo. Se il tuo destriero fa le bizze, lo Sheikh ti mette in “prigione”, ma ciò lo fa solo per coloro che sono sotto sua responsabilità.
Qual è il metodo per combattere l’ego nella Tarîqat Naqshbandi?

Sta nell’abituarsi a fare qualsiasi cosa con il permesso dello Sheikh, specialmente ciò che concerne matrimonio, divorzio, lunghi viaggi; la miglior cosa è consultarsi con lui in ogni situazione importante.

Un’altra domanda viene fatta solitamente su come sia possibile questo rapporto per dei murîd (discepoli) negli Usa, in Australia e in altri paesi lontani, che hanno la possibilità di vedere lo Sheikh una volta all’anno o ogni due anni? Possediamo un “walkietalkie” col quale possiamo inviare onde da cuore a cuore. Possiamo anche ascoltare, non siamo meno efficaci di quegli scienziati che inviano messaggi a navicelle spaziali o in altre parti della Terra via satellite, anche noi inviamo delle onde.
Se conoscete la lunghezza d’onda vi potete sintonizzare, un vero Sheikh deve trasmettere. A seconda delle capacità ricettive del murîd un vero Sheikh può trasmettere queste onde: sulla prima stazione la presenza dello Sheikh giunge al cuore del discepolo.
Ad uno stadio più avanzato il murîd può effettivamente sentire lo Sheikh al suo fianco ed udire il suo respiro.
In fine, allo stato più avanzato, il potere spirituale dello Sheikh riveste il murîd così che in effetti per un certo tempo egli diventa lo Sheikh.

Uno dei presenti quel giorno parlò così allo Sheikh: “Mi immagino che voi Sheikh dobbiate essere stufi di insegnare un giorno sì e uno no! Spero che quando avrete finito questo ciclo di conferenze vi prenderete un po’ di riposo, un po’ di relax. Gli Sheikh non si stancano mai di insegnare?”

Uno Sheikh deve sempre essere occupato con i suoi discepoli, poiché egli è come il cuore, non si ferma mai. Quando il cuore si ferma il corpo muore, lo Sheikh quindi dev’essere attivo ovunque sia, in ogni istante. Un vero Sheikh parla alla gente secondo il loro livello di comprensione; questi Sheikh sono gli eredi del Profeta Muḥammad (s.A.’a.s.) che disse: “Chi intende insegnare alla gente deve attentamente notare il livello di comprensione dell’udienza per poterli indirizzare di conseguenza.”
Secondo questo principio di base, si possono trovare nei detti del Profeta (s.A.’a.s.) molti modi descrittivi, ognuno dei quali era usato in accordo ai diversi tipi di persone tra gli ascoltatori di quel tempo. Forse questo potrà sorprendere o sconcertare qualcuno che legge quei detti, ma possiamo capire che parlava loro ai rispettivi livelli. Ognuno dei 124000 compagni del Profeta (s.A.’a.s.) rappresentava un tipo d’uomo che sarebbe vissuto in futuro fino alla fine del mondo: quindi quando si indirizzava ai suoi compagni si indirizzava in realtà a tutta l’umanità.

Allo stesso modo gli eredi del Profeta (s.A.’a.s.) indirizzano la gente in modo che essi possano comprendere e trarne beneficio. Ciò è facile per i veri eredi del Profeta (s.A.’a.s.), ma se sono solo eredi di libri che hanno letto e memorizzato, allora per costoro sarà molto difficile adattarsi al livello degli ascoltatori.

Coloro che hanno ereditato dai cuori, con facilità parleranno alla gente in modo piacevole ed alleggeriranno il peso dai loro cuori. Dunque vi dico, chi è in contatto con il “generatore centrale” nel mondo spirituale facilmente riceve e trasmette, ma per chi non è collegato questo sarà molto difficile.

Per i veri Sheikh parlare alla gente in modo che ne traggano beneficio è semplice e naturale come mangiare o bere. Non ho mai visto nessuno con una grande facilità come l’aveva il mio GrandSheikh (Q.s.). Non v’era nessuna differenza per lui se c’erano mille persone ad ascoltarlo od una sola; purtroppo molta “uomini di conoscenza” che radunano folle per dar loro consigli, non si degnano di parlare se non reputano sufficiente il numero dei presenti. “Perché dovrei parlare per così poca gente?” Ma GrandSheikh (Q.s.) era una fonte enorme, che riforniva tutti coloro che chiedevano di lui: se qualcuno voleva bere, poteva bere, se qualcuno voleva nuotare poteva nuotare e se qualcuno cercava un contatto da cuore a cuore lo otteneva.

Sultan al ‘Arifin Abu Yazîd al Bistâmi (Q.s.) disse ai dottori della legge (‘ulamâ):
“Voi portate la vostra conoscenza sulle spalle come un fardello, dovete guardare, leggere, memorizzare per averla nelle vostre menti, ma per gli Auliyâ che imparano dalla Presenza Divina (‘ilmulladûnni), è la conoscenza che li trasporta e non hanno timore di dimenticare. Voi avete sempre paura di scordare ciò che avete appreso, e a poco a poco il vostro sapere se ne andrà via finché alla fine non resterà più nulla. Noi non temiamo che ciò ci accada!”

Il mio GrandSheikh (Q.s.), quand’era oltre i 100 anni usava parlare da mattino a sera. La conoscenza che impartiva in un giorno era sufficiente per un intero libro sul soggetto. Ciò non era d’alcun peso per lui poiché era collegato con l’Oceano di Conoscenza di Allah Onnipotente. Da quel Oceano dei canali scorrono verso i cuori degli Auliyâ. Se il potere del GrandSheikh (Q.s.) apparisse qui ora nella sua completezza, nessuno potrebbe stare qui seduto, ma quell’incredibile potere di guida e direzione (irshâd) è tenuto in serbo per il tempo di Sayyidina al-Mahdi (a.S.).
A quel tempo tutte le altre Tarîqat verranno assorbite dall’enorme potere di irshâd detenuto dalla Tarîqa Naqshbandi, ciò avverrà come quando un grande oceano inonda dei mari d’entroterra. Le altre Tarîqat già stanno giungendo all’arresto, non avanzano più. Siccome nessun GrandSheikh (Q.s.) appare tra di loro tutto ciò che rimane è il loro dire “segui questa Tarîqat e fai questa pratica.” Non avendo GrandSheikh (Q.s.) possono solo imitare ciò che i loro predecessori praticavano, senza aver capacità di progredire, come soldati che marciano sul posto.

Uno dei presenti commentò: “Alcuni Sheikh di altre Tarîqat sono furiosi con lei per queste dichiarazioni, pensano che lei stia facendo della politica Naqshbandi, cercando di sottrarre ad altri dei discepoli”.

Non dire sciocchezze. Essi possono urlare “politica!” e possono essere furiosi, ma devono sapere che ciò che dico è realtà, non politica, noi detestiamo la politica. Se hanno una vera conoscenza spirituale (ma’anawiulum), possono constatare la realtà di ciò che diciamo. Se no, possono infuriarsi, ma non serve a nulla.
Ora, l’ultimo dei Profeti, Muḥammad (s.A.’a.s.), è presente nel regno spirituale e per gli Auliyâ c’è un’assemblea alla presenza del Profeta (s.A.’a.s.) ogni notte. Se sono partecipi, possono sapere e conoscere, altrimenti possono solo prenderne atto, non vedendo cosa succederà e non vedendo in realtà cosa accade ora. Se così è stanno solo consultando libri e parlano, ma non si può ottenere queste conoscenze così, no, quella conoscenza particolare giunge solo tramite le vie del cuore.
Quando menzionate i nomi delle persone, possiamo sapere se sono dentro o fuori. Al tempo di Abdul Qader Gilani (Q.s.), c’era un altro Sheikh che sentì parlare di lui e disse ai suoi pupilli: “Ho sentito così tanto parlare di questo Sheikh Abdul Qader (Q.s.), ma sto seduto da trent’anni all’entrata della fortezza del Potere di Allah Onnipotente, e fino ad ora non l’ho mai visto nè entrare nè uscire, cos’è allora tutto quel dire che sia uno Sheikh così importante?” Quando Abdul Qader udì ciò, sorrise e disse: “Come può un portinaio conoscere chi siede alla presenza del Re, vicino a Sua Maestà il Signore?” Così potete trovare Sheikh di molte Tarîqat, ma i loro livelli sono differenti. Ma perché poi si adirano? Pretendono di sapere tutto? Ciò che abbiamo dichiarato lo sappiamo dall’Assemblea Celeste, e ci giunge dalla “stazione centrale del potere” così che di fatto se qualcuno fa delle affermazioni o pretende avere delle conoscenze, sappiamo da dove provengono. Se qualcuno si adira a causa di tutto ciò, ci fornisce la prova che egli non appartiene all’assemblea degli Auliyâ, ma chi dice “credo in questo e ancor più” dovete sapere che ne fa parte.
Ogni Tarîqat insegna alla gente l’umiltà e l’accettazione della verità. Chi accompagnò il Profeta (s.A.’a.s.), quando compì la migrazione (hijra) dalla Mecca a Medina? Abu Bakr (R.a.). E cosa disse il Profeta (s.A.’a.s.) riguardo ad Abu Bakr (R.a.) ?

“Tutto ciò che il Mio Signore ha posto nel mio cuore, l’ho posto nel cuore di Abu Bakr .”

Quale Sheikh può venirci a dire “Abu Bakr (R.a.) è il padre della nostra Tarîqat?” Solo la Tarîqa Naqshbandi risale nella catena spirituale al Profeta (s.A.’a.s.) tramite Abu Bakr (R.a.). Le altre Turuq ci arrivano tramite Sayyidina ‘Ali (R.a.). GrandSheikh (Q.s.) è l’erede di Abu Bakr (R.a.), solo degli ignoranti possono negarlo.


Tratto dal libro “Oceani d’Amore