Allineare la propria volontà con quella del Signore
Tratto da: Mercy Oceans Hidden Treasures. Damasco 1980-81
Il mio GrandSheikh (Q.s.) stava parlando di un punto molto importante riguardo a Shaitân. Per quale ragione è stato espulso dalla Presenza Divina? GrandSheikh (Q.s.) disse che Shaitân era un fedele servitore del suo Signore. Lo adorava e lo rispettava da più di 2000 anni senza nessuna disobbedienza, ma una volta, solo una volta, egli usò la sua volontà contro la volontà del suo Signore. Mettere la propria volontà sopra la Volontà Divina non era e non poteva essere un’azione corretta e fu la sola ragione per cui fu bandito dalla Presenza Divina.
Quando Allah creò Adamo (a.S.), la Sua Volontà fu che tutti si prostrassero di fronte a lui in segno di rispetto e così comandò a tutti di fare. Tutti obbedirono eccetto Shaitân che disse: “No”. Il significato di questo era: “La mia volontà è sopra la tua volontà, io non obbedisco ai tuoi ordini”. Questo rifiuto di sottomettersi lo fece cadere nell’oscurità dell’esilio e quello fu l’inizio e la fonte del peccato.
GrandSheikh (Q.s.) dice che quando i figli di Adamo (a.S.) pongono la propria volontà sopra la Volontà di Allah o del Profeta (s.A.’a.s.) attribuiscono segretamente partners ad Allah (Shirk Khafi, politeismo nascosto) in modo non esplicito, ma interiore e quindi molto pericoloso e causa di guai profondi. Nel nostro tempo in modo particolare, l’uomo si aggrappa con forza alla sua volontà, richiedendo che essa prevalga sopra tutto il resto. Troverai pochissime persone che siano in accordo fra di loro, la maggioranza si attacca fermamente al proprio volere individuale. Come potrebbero quindi essere d’accordo con la Volontà del Signore o la Volontà del Profeta (s.A.’a.s.) se non possono nemmeno piegarsi ed accettarsi l’uno con l’altro? Questa è la fonte del peccato ed è per questo che tutte le Tarîqat insegnano alla gente come essi possano abbandonare la propria volontà di fronte ad una persona e dire: “Questo è il mio Sheikh, ho lasciato la mia volontà per la sua volontà, così che questo possa essere un primo passo per poter imparare ad essere un obbediente servitore di Allah e del suo Profeta (s.A.’a.s.), altrimenti non potrei nemmeno incominciare.”
Ora Satana ed il suo esercito stanno lottando contro gli Sheikh e le Tarîqat perché le Tarîqat insegnano alla gente a lasciare la propria volontà di fronte ad Allah ed al suo Profeta (s.A.’a.s.).
La Tarîqa intende educarci.
Quando dico che lui è il mio Sheikh per amore di Allah e del suo Profeta (s.A.’a.s.), allora lo amo non per questo mondo, ma veramente per Allah e per il suo Profeta (s.A.’a.s.).
Stiamo parlando della volontà dei servitori, un argomento estremamente importante che influenza la nostra vita e i nostri progressi presso la Presenza Divina. Usare la nostra volontà come dovremmo significa accordarla con i desideri del nostro Signore, se siamo capaci di ciò ci renderemo accettabili nella Presenza Divina; se no, significherà infelicità per noi, sconfitta ed oscurità, tutto ciò che discese sopra Shaitân perché non potè fare ciò che il suo Signore desiderava da lui: prostrarsi di fronte ad Adamo (a.S.). A causa di ciò, tutte le devozioni e gli atti di adorazione da lui compiuti in 2000 anni furono resi vani e fu bandito.
GrandSheikh (Q.s.) insisteva sull’importanza di questo punto poiché le fondamenta in tutte le religioni e di tutte le fedi sono basate su questo: se puoi agire in accordo con la Volontà del tuo Signore, tu potrai migliorare fino al rango dei Profeti e dei Santi, ti potrai avvicinare alla Presenza Divina e trovare accoglienza; altrimenti stai segretamente attribuendo partners ad Allah e diventi attaccato a questa terra come un aeroplano che vi è legato e non può decollare. Chi non dà la giusta attenzione a questo sottile punto è nel pericolo di dirigersi lungo la via di Shaitân. Questa è una base comune in tutte le religioni, poiché Allah l’Onnipotente ha detto tramite i suoi Profeti: “O mio popolo, se pretendete di essere Miei servitori, allora mettete i vostri desideri in linea con i Miei, altrimenti non siete servitori.”
Allah l’Onnipotente disse ai figli di Israele tramite il Profeta Gesù (a.S.): “Rendete testimonianza che Gesù Cristo (a.S.) è il mio Profeta presso di voi.” A loro questo non piacque e così caddero. Allah disse loro: “Io non ho bisogno delle vostre adorazioni, tutto quello che voglio è che vi sintonizziate con i Miei desideri.” Similmente, Allah disse attraverso il suo Profeta Muḥammad (s.A.’a.s.): “O Cristiani venite e siate d’accordo con Muḥammad (s.A.’a.s.).” Essi risposero: “No, a noi piace solo Gesù Cristo (a.S.), è abbastanza per noi.” L’Onnipotente rispose : “La vostra adorazione è inaccettabile fino a che i vostri desideri sono differenti dai Miei.” Ognuno vuole che i suoi desideri siano soddisfatti. Vero o no? Dobbiamo servire come piace a noi o come piace a Lui? Dobbiamo accettare la parola del nostro Signore riguardo a Gesù Cristo (a.S.), Mosè e gli altri Profeti. Adesso anche i Musulmani stanno correndo dietro a tanti desideri e abbandonano la Via di Muḥammad (s.A.’a.s.), dicendo: “Ci piace questo e quello”. Come risultato, la loro adorazione si riduce a un nulla.
Se potete capire questo punto, sarà sufficiente per voi, essendo la prima e più importante lezione che possiamo imparare dalle azioni di Shaitân. Non avete paura di diventare come lui?
I compagni del Profeta (s.A.’a.s.) impararono ad obbedire al Signore attraverso l’obbedienza verso il Profeta (s.A.’a.s.). Essi dicevano: “O nostro Profeta (s.A.’a.s.) offriamo le nostre madri e i nostri padri per te.” Glielo dicevano sinceramente e con amore. In questo modo giunsero ad obbedire ad Allah tramite l’obbedienza a Muḥammad (s.A.’a.s.). Quindi Allah ordinò alla gente di seguire i successori del Profeta (s.A.’a.s.) e di stare uniti a loro come i compagni (Sahâba) stavano uniti al Profeta (s.A.’a.s.), così che tramite loro noi possiamo imparare l’obbedienza al Signore.
Se questa disciplina di seguire coloro che sono veramente sulla via del Profeta (s.A.’a.s.) non fosse nell’Islam, non ci sarebbe più Islam. L’Islam viene con la disciplina, una forte disciplina: la gente non deve più andare di qua e di là, ma deve seguire la via del Profeta (s.A.’a.s.). Questo è il significato della disciplina nell’Islam. Dobbiamo accettarlo altrimenti stiamo ingannando noi stessi, dobbiamo mantenere una disciplina, come Allah l’Onnipotente ordina nel Sacro Corano:
“… E non seguire i loro vani desideri perché essi ti farebbero deviare dalla Via della Verità….”
( Corano 5, 51 )
Il nostro GrandSheikh (Q.s.) stava dicendo riguardo Adamo (a.S.) che quando Allah l’Onnipotente lo mise in Paradiso e gli disse: “Ti è stata concessa ogni cosa, godine in abbondanza eccetto quell’albero da frutto che non devi avvicinare.” Ma l’ego di Adamo (a.S.) diceva: “O mio Signore, Tu non vuoi che ne mangi ma io lo voglio.” Siccome il desiderio del suo ego non era in linea con quello del suo Signore, divenne vulnerabile alle suggestioni di Shaitân; per cui dovette andare sulla Terra ad imparare l’educazione e la disciplina, la somma delle quali è dire dentro di sè: “Come vuoi Tu, mio Signore.” Se non possiamo dire questo dentro il nostro io profondo, significa che rendiamo i nostri desideri signori sopra il nostro Signore, Iddio l’Onnipotente.
Quando Adamo (a.S.) mangiò da quell’albero in opposizione alla Volontà del suo Signore, Allah prese da lui il suo manto paradisiaco e lo lasciò nudo e disonorato per fargli provare vergogna di quello che aveva fatto.
Dobbiamo stare molto attenti a non attribuire partners ad Allah l’Onnipotente nelle le nostre azioni. Se riusciamo ad essere attenti a questo punto sottile sarà facile per noi ricevere Luce Divina nei nostri cuori.
Il Profeta (s.A.’a.s.) diceva riguardo ad Abu Bakr (R.a.): “Egli era uno che morì prima di morire.” Fra tutti i compagni, perché fu Abu Bakr (R.a.) a realizzare questo? Poiché egli aveva lasciato assolutamente tutti i suoi desideri alle sue spalle, così che non era rimasto nulla di essi al cospetto del suo Signore e del suo Profeta (s.A.’a.s.). Egli era come un uomo morto che non ha alcun desiderio per questa vita. Quando raggiunse questo stato, egli era come un ombra del Profeta (s.A.’a.s.) e non potete trovare un ombra che non sia completamente d’accordo col suo originale; fino a questo livello assoluto Abu Bakr (R.a.) non lasciò mai la Via del Profeta (s.A.’a.s.). Grazie a questa qualità, Abu Bakr (R.a.) divenne degno di fiducia sotto tutti gli aspetti ed il Profeta (s.A.’a.s.) potè trasferire molte conoscenze nel suo cuore. Il Profeta (s.A.’a.s.) sapeva che Abu Bakr (R.a.) non avrebbe fatto nulla contro il suo desiderio o il suo volere, così, nelle gerarchie spirituali, Abu Bakr (R.a.) è il più alto di tutti i compagni del Profeta (s.A.’a.s.).
Anche Sayyidina Ali (R.a.) era uno dei compagni del Profeta (s.A.’a.s.) che non usò mai la sua volontà contro la volontà di Muḥammad (s.A.’a.s.) o desiderò in opposizione al desiderio del Profeta (s.A.’a.s.). Egli era uno dei due, fra tutti i compagni, che conformò i suoi desideri totalmente a quelli del Profeta (s.A.’a.s.). Ali (R.a.) è stato descritto dal Profeta (s.A.’a.s.) nel modo seguente: “Io sono la Città della Conoscenza e ‘Alî (R.a.) è la porta di quella Città.” Il mio GrandSheikh (Q.s.) diceva che il Profeta Muḥammad (s.A.’a.s.) era così soddisfatto del fatto che Ali (R.a.) lo seguisse come un’ombra, che un giorno gli ordinò di guardarlo: quando ‘Alî (R.a.) lo guardò, il Profeta (s.A.’a.s.) mostrò se stesso nella sua vera Personalità Profetica presso la Presenza Divina.
Nessuno può contemplare quella personalità fino a che non raggiunge la stazione di Sayyidina Ali (R.a.); qual è questa stazione? È la stazione dell’essere un ombra in ogni azione.
Una volta il figlio di ‘Omar (R.a.) stava andando in Higiaz viaggiando su di un cammello, quando arrivò in un certo punto della strada fece una deviazione sulla destra, cavalcò in tondo e ritornò sulla pista, continuando la sua strada. La gente gli chiese: “O figlio di ‘Omar (R.a.), la strada andava diritta, perché hai fatto un cerchio?” Egli rispose: “O gente, una volta accompagnai il Profeta (s.A.’a.s.) su questa strada e quando egli giunse in questo punto fece un cerchio sulla destra, quindi continuò diritto, quindi ho voluto fare come il Profeta (s.A.’a.s.).” Guardate come i compagni desideravano e agivano come il Profeta (s.A.’a.s.).
A chi raggiunge questa stazione, il Profeta (s.A.’a.s.) può mostrare la sua vera Personalità Profetica presso la Presenza Divina, poiché anche ora il Profeta (s.A.’a.s.) è vivo, ma non nello stesso modo in cui noi siamo vivi. Egli ha una vita reale alla Presenza Divina.
Sia Abu Bakr (R.a.) che Ali (R.a.) raggiunsero la loro stazione divina e ricevettero la Santa Fiducia (amanat) dal Profeta (s.A.’a.s.) durante questa vita. Altri Sahâba ricevettero ciò solo quando raggiunsero l’aldilà. GrandSheikh (Q.s.) mi disse che un giorno Sayyidina ‘Ali (R.a.) disse a Sayyidina ‘Omar (R.a.) a riguardo della conoscenza segreta che gli era stata rivelata: “O ‘Omar (R.a.), se ti parlassi delle conoscenze segrete che mi sono state dischiuse, immediatamente mi taglieresti la testa con la tua spada, non mi lasceresti alzare dal mio posto se ti parlassi dei segreti della Via, della Creazione, della Religione, della Profezia e dei segreti di Allah l’Onnipotente. Non potresti nemmeno ascoltare.
Quando il Profeta (s.A.’a.s.) fu portato nei Cieli nel Viaggio Notturno o Ascensione (Mi’raj) la notizia di questo viaggio miracoloso si diffuse tra i musulmani. ‘Omar (R.a.) sentendo queste notizie a lui incomprensibili, corse a vedere il Profeta (s.A.’a.s.), per capire cosa fosse tutto ciò. Sulla sua strada incontrò Abu Bakr (R.a.) e gli chiese: “Cosa sta dicendo il tuo compagno ( Muḥammad (s.A.’a.s.)), tu credi ad una cosa simile? “Abu Bakr (R.a.), che non aveva ancora incontrato il Profeta (s.A.’a.s.) dopo il Mi’raj, disse: “O ‘Omar, che cosa stai dicendo? Se tutta la creazione è stata creata per amor suo, credi sia troppo per Lui ascendere ai Cieli o compiere altri miracoli? O ‘Omar (R.a.), io credo che lui sia capace di miracoli ancora più grandi di questo; è così grande, così rispettato presso la Presenza Divina che nessuno può conoscere la sua vera personalità se non il suo Signore.”