Propositi eco-sostenibili per il Ramadan
Purtroppo da oltre un mese la drammatica situazione in Ucraina sta accentrando l’attenzione mondiale e lo stesso mondo islamico sta guardando ad essa non senza una legittima preoccupazione.
Credo che, oltre ad essere tutti molto preoccupati, siamo anche tremendamente avviliti per la pessima prova di sé che sta dando l’essere umano. Non che, visti i precedenti, ci si debba meravigliare più di tanto, le scene di distruzione e sgomento che stiamo vedendo oggi in Ucraina le abbiamo viste, in tempi relativamente recenti, in Afghanistan, Libia, Siria e Iraq (senza voler qui dimenticare conflitti di cui si parla meno ma che restano tragiche piaghe aperte, come quello in Yemen) ma questo credo non possa far altro che appesantire ulteriormente il nostro stato d’animo.
Molti di noi si stanno forse quasi dimenticando che il Ramadan 2022 sta per cominciare.
In Inghilterra è stata realizzata, nel corso del Ramadan 2021, un’ottima Guide to an Eco-Conscious Ramadan. È stata recentemente tradotta in italiano, con il titolo Guida ad un Ramadan eco-sostenibile e la potrete scaricare alla fine di quest’articolo.
Come ho scritto e argomentato in precedenti contributi, l’Islam è una religione geneticamente ambientalista ed è dunque dovere di ogni buon musulmano comportarsi in una maniera che sia rispettosa dell’ambiente.
Commentavamo di recente, con un mio amico Imam, il verso 165 della sesta Sura del Sacro Corano: «Egli è Colui che vi ha costituiti eredi della terra» e lui suggeriva una metafora particolarmente interessante. Il termine Khalifa (tradotto sopra come eredi) può essere efficacemente inteso, in questo caso, come “coloro che hanno la terra in comodato d’uso”. Possiamo difatti argomentare non ne siano, semplicemente, “i custodi” (come si potrebbe, per facile assonanza, pensare) perché la figura del custode non necessariamente può intervenire a fondo nella proprietà di cui è responsabile. La sorveglia, se ne prende cura ma ha una funzione che, in molti casi, potremmo definire “passiva”. I comodatari, invece, hanno un diritto di usufrutto che li può vedere maggiormente protagonisti ma, attenzione, resta fermo che non sono i proprietari di quanto hanno il diritto di “usare nel migliore dei modi”. Valga, difatti, sempre il monito: gareggiate nelle opere buone! (Sura 5, 48). La drammatica crisi ambientale richiede — oggi più di qualche decennio fa — di essere molto riguardosi nei confronti del pianeta che ci ospita e che ci è stato dato “in comodato d’uso”.
Essendo oramai in procinto di entrare nel mese, benedetto, di Ramadan ognuno di noi dovrebbe farsi la domanda: in che modo posso viverlo in maniera più eco-sostenibile rispetto all’anno passato? E poi: cosa posso fare insieme agli altri? A queste domande dovrebbe, naturalmente, rispondere con delle azioni!
In questa guida potete trovare tutti i suggerimenti del caso. Siete dunque tutti invitati a scaricarla, leggerla attentamente e fare tesoro di quanto vi trovate scritto.
Non mi resta che augurare un buon ed eco-sostenibile Ramadan a tutti, con la speranza che il digiuno e la preghiera ci aiutino a superare questi giorni infausti che stiamo vivendo.
Manuel Olivares
Guida a un Ramadan eco-sostenibile
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